Wednesday, 01 October 2025
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Pubblicato il 01 October 2025 alle 10:23
Palau. L’inchiesta sull’omicidio di Cinzia Pinna, 33 anni, continua ad allargarsi. Nel registro degli indagati a vario titolo, oltre a Emanuele Ragnedda – l’imprenditore vitivinicolo 41enne che ha confessato il delitto – e al giardiniere milanese L. F., è stata iscritta anche R. E., accusata di favoreggiamento.
Lo stesso Ragnedda, però, avrebbe escluso qualsiasi suo coinvolgimento, dichiarando che l’amica non avrebbe avuto alcun ruolo nella vicenda. Nonostante ciò, in queste ore la donna – madre di una minore – è stata bersaglio di duri attacchi, con accuse e commenti circolati sui social e sulla stampa.
Il suo avvocato, Francesco Umberto Furnari, è intervenuto ieri sulle pagine dell’Unione Sarda per chiarire la posizione della sua assistita: «La mia assistita si dichiara innocente rispetto alla condotta di favoreggiamento che, a titolo provvisorio, le viene addebitata". Poi ha precisato: "ha grande fiducia nella Magistratura, ma in queste ore si stanno diffondendo notizie lontane dalla verità, che creano situazioni problematiche nei confronti di una madre e di un’imprenditrice».
Il legale ha poi richiamato tutti a un atteggiamento rispettoso: «Abbiamo già perso la vita di una giovane ragazza, ma occorre avere rispetto anche delle altre persone coinvolte a vario titolo. È assurdo che una madre ritrovi la sua foto in prima pagina accompagnata da cori e accuse sotto casa. I comportamenti selvaggi non verranno tollerati, così come la fuga di notizie false».
Intanto, in attesa dell’autopsia sul corpo di Cinzia Pinna, prevista per domani a Sassari, proseguono le indagini per identificare eventuali complici che avrebbero aiutato il reo confesso nei giorni immediatamente successivi all’omicidio e all’occultamento del cadavere. Restano diversi nodi da sciogliere: chi ha aiutato Ragnedda a far sparire prove importanti? Che fine hanno fatto il telefono della vittima – forse finito in mare durante il presunto tentativo di fuga in gommone – e i suoi abiti?
La Procura di Tempio Pausania, con il procuratore Gregorio Capasso e la sostituta Noemi Mancini, mantiene il massimo riserbo mentre gli inquirenti cercano di ricostruire ogni fase della vicenda per accertare dinamica e responsabilità.
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