Sunday, 11 May 2025
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Pubblicato il 20 July 2023 alle 17:00
Olbia. "Passavamo sulla terra leggeri" di Sergio Atzeni, drammaturgia di Gianluca Medas e Mauro Mibelli alla chitarra, martedì 25 luglio ore 21, via Grazia Deledda 26, Archivio Mario Cervo, Olbia.
Tra rievocazione storica romanzata e racconto orale, il viaggio nelle gesta del popolo sardo, nella Memoria, nell'invenzione, nell'incedere. L'evocazione di spettri letterari e immagini leggendarie. Il canto e la rima dei concetti, le tessere del Mosaico dell'Identità. Il ritmo della voce di Gianluca Medas, uno dei nomi più noti dei palcoscenici sardi, oltre che di numerose trasmissioni televisive, si muove come remoto, distante, figlio degli antichi suoni che ci restituiscono i linguaggi giunti dal mare, accompagnata dal suono della chitarra di Mauro Mibelli. La narrazione, tratta dal capolavoro di Sergio Atzeni, si svela quasi fosse una liturgia all’interno della quale si cela un terribile segreto. Da ascoltare più che guardare questo viaggio nell’anima suscita desiderio di conoscenza.
Il romanzo Bellissima trascrizione di una narrazione immaginata orale del mito di fondazione della terra sarda. Atzeni immagina di essere l'ultimo custode del tempo a cui la storia viene narrata in un lungo racconto orale mai interrotto e decide di trascriverla per paura di dimenticarla in tutto o in parte. La storia comincia con l'arrivo in Sardegna dei primi uomini dalle terre d'Oriente e prosegue come un'onda verso il succedersi delle dominazioni, che si alternano, si sovrappongono e a cui il popolo sardo coraggiosamente si oppone preservando la propria cultura e le proprie tradizioni, che ancora oggi animano e colorano questa splendida terra e la cui identità si ritrova nella lingua sarda e nelle sue molteplici variazioni.
Sergio Atzeni nasce a Capoterra nel 1952, ma presto si trasferisce a Cagliari dove trascorre infanzia e l'adolescenza. Durante gli anni giovanili inizia a dedicarsi a scritti giornalistici, pubblicati su svariati quotidiani sardi. Trova un lavoro stabile all’Enel, ma nel 1986 lo lascia e parte per l'Europa. In seguito si trasferisce a Torino, dove scrive i suoi romanzi più importanti: L'apologo del giudice bandito, Il figlio di Bakunìn, Passavamo sulla terra leggeri e Il quinto passo è l'addio. Passavamo sulla terra leggeri è considerato la sua opera migliore. Nei suoi romanzi combina spesso l’italiano e il sardo. Era solito dire: «Sono sardo, quindi europeo». È morto tra le acque dell’isola di Carloforte il 6 settembre 1995
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