Tuesday, 18 November 2025
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Pubblicato il 18 November 2025 alle 20:48
Olbia. Laboratorio analisi a rischio a Olbia. La CGIL e la UIL della Gallura esprimono forte preoccupazione e netta contrarietà alla delibera regionale n. 46/26 del 3 settembre 2025, che prevede la centralizzazione delle attività di lavorazione e qualificazione biologica del sangue esclusivamente nei poli di Cagliari e Sassari.
"Una scelta che, se attuata, comprometterebbe continuità e qualità dei servizi sanitari nel territorio, con pesanti ripercussioni su lavoratori, pazienti e comunità locali. Il provvedimento - come riportano i due firmatari delle due sigle sindacali Danilo Deiana e Vito Langiu - riduce le strutture della Gallura, comprese quelle di Olbia, Tempio e La Maddalena, alla sola raccolta del sangue, trasferendo invece tutte le attività di analisi, lavorazione e certificazione ai due poli regionali. Questo provocherebbe un progressivo svuotamento dei servizi territoriali, con un aumento dei tempi e dei costi, una perdita di autonomia e nuove criticità nella gestione delle urgenze".
"Tutto ciò avviene in un momento storico in cui la domanda di personale sanitario in Gallura è in forte crescita, proprio a fronte di un aumento demografico e di un’impennata turistico-stagionale. Secondo i dati più recenti, la Gallura ha 159.098 abitanti al 1° gennaio 2025, con Olbia che da sola supera i 61.600 residenti. Inoltre, Olbia è l’unica città della Sardegna che continua a registrare una crescita demografica stabile, grazie a un saldo migratorio interno e dall’estero positivo. A questa popolazione stabile si aggiunge però un flusso turistico enorme: nel 2024 la Gallura ha registrato circa 7 milioni di presenze turistiche, pari al 36,5 % del totale regionale. Nello specifico, i comuni di Olbia (~1,08 milioni), Arzachena (~1,19 milioni), San Teodoro (~0,89 milioni) e La Maddalena (~0,34 milioni) hanno numeri di presenze che dimostrano come la pressione sui servizi sanitari non sia legata solo ai residenti, ma anche a un afflusso stagionale massiccio".
"In questo contesto, - proseguono con l'analisi - ridurre le capacità delle strutture locali a solo raccolta del sangue significa ignorare la reale domanda sanitaria. Il personale oggi già gravato dal picco turistico estivo dovrebbe però fare i conti con un sovraccarico ancora maggiore, soprattutto se tutte le analisi vengono centralizzate in polo esterni: un rallentamento nei referti, una minore capacità di risposta in emergenza e una minore resilienza del sistema sanitario locale. Un rischio per la sicurezza e per i tempi di risposta CGIL e UIL Gallura sottolineano che la lavorazione del sangue richiede rapidità, continuità e prossimità".
"La centralizzazione a centinaia di chilometri di distanza espone il servizio a: • ritardi nelle consegne e nella refertazione; • maggiore vulnerabilità in caso di emergenze; • rischi logistici incrementati; • ulteriore pressione sui trasporti sanitari. Elementi che incidono direttamente sulla sicurezza dei cittadini e sull’efficienza delle équipe territoriali. La delibera comporterebbe anche un significativo ridimensionamento del personale tecnico di laboratorio, con perdita di competenze specialistiche oggi fondamentali nei presidi locali. Per la CGIL e la UIL della Gallura si tratta dell’ennesimo atto di centralizzazione che indebolisce la sanità pubblica territoriale, già segnata da carenze di organico, ritardi nelle assunzioni e crescente domanda di prestazioni".
CGIL e UIL Gallura chiedono a gran voce : "La Regione riveda immediatamente la decisione". Il sindacato chiede alla Regione Sardegna di:
1. Sospendere gli effetti della delibera 46/26.
2. Avviare un confronto urgente con organizzazioni sindacali, operatori sanitari e associazioni dei donatori.
3. Valutare soluzioni che garantiscano efficienza senza penalizzare le realtà periferiche.
4. Mantenere in Gallura un laboratorio analisi pienamente operativo e dotato delle tecnologie necessarie.
"Nel corso dell’incontro del 28 ottobre 2025, svolto nell’ambito del protocollo sanità regionale con CGIL, CISL e UIL, sono stati richiesti chiarimenti sulla situazione della sanità gallurese al Commissario straordinario Dr. Ottaviano Contu, al Direttore Amministrativo Dott. Michele Baffigo e al Direttore Sanitario Dott. Pietro Masia. In quella sede non era stata prospettata una prossima applicazione della delibera 46/26. “Le riforme vanno valutate sugli effetti reali” La CGIL e la UIL della Gallura ribadiscono che ogni scelta organizzativa deve essere valutata non sulla base di piani astratti, ma sugli effetti concreti per cittadini e lavoratori".
"È vero che il “depotenziamento” viene giustificato richiamando piani e accordi nazionali, il Piano Sangue 2019 prorogato al 2024, l’Accordo Stato-Regioni del 2012, i documenti AGENAS, ma tali norme non possono diventare un alibi per ridurre ulteriormente i servizi in un territorio che soffre già gravi carenze strutturali. La Gallura vive da anni un progressivo indebolimento della sanità pubblica, con ricadute dirette sia sull’accesso alle prestazioni sia sulle condizioni di lavoro degli operatori. Per CGIL e UIL ciò è inaccettabile.
Le nostre richieste: garanzie chiare e trasparenza, noi Chiediamo:
• nessun arretramento nei servizi diagnostici territoriali;
• investimenti in personale, tecnologie e organizzazione;
• un modello sanitario che avvicini i servizi ai cittadini;
• un monitoraggio pubblico sugli effetti di ogni riorganizzazione.
"Le riforme non possono essere applicate ignorando il contesto, - concludono Deiana e Langiu - soprattutto in aree come la Gallura, dove la distanza dai servizi rischia di trasformarsi in esclusione sanitaria. CGIL e UIL continueranno a vigilare, a denunciare ogni criticità e a mobilitarsi affinché la sanità pubblica rimanga un diritto e non una variabile di bilancio. La CGIL e la UIL della Gallura rinnovano la disponibilità al confronto, ma allo stesso tempo confermano di non essere disposte ad accettare arretramenti nei servizi sanitari territoriali. Il sindacato è pronto a promuovere tutte le iniziative necessarie, incluse forme di mobilitazione dei lavoratori e della cittadinanza".
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