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Golfo Aranci, quasi al termine i lavori di ripristino dello scivolo di alaggio

Un intervento per onorare la storia e le tradizioni locali

Golfo Aranci, quasi al termine i lavori di ripristino dello scivolo di alaggio
Golfo Aranci, quasi al termine i lavori di ripristino dello scivolo di alaggio
Ilaria Del Giudice

Pubblicato il 27 July 2025 alle 09:00

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Golfo Aranci. Un piccolo borgo di pescatori che cresce, diventa sempre più meta turistica ma non dimentica le sue origini. Basta infatti fare un giro per Via dei Caduti per avere uno scorcio di quel paesino dove le case si affacciavano sul mare e solo una strettoia le separava dalle barche ormeggiate, vere e proprie prosecuzioni delle mura di casa. Lungo la via vi sono gigantografie che ricordano quegli anni, caratterizzati da valori quali il rispetto e la solidarietà tra le persone, e dove della famiglia faceva parte anche la barca, considerata non un mezzo di trasporto o un oggetto da sfoggiare come stato sociale, ma una vera e propria cara amica che, oltre a dare il sostentamento a nuclei numerosi, nelle giornate di burrasca, anche se non c’era il pescato, riportava a casa il bene più prezioso: i membri della famiglia. Oggi, di quelle barche in legno ne restano poche ma, quegli ultimi esemplari rimasti, come allora vengono curati con dedizione e restaurati di anno in anno. Alcune di queste imbarcazioni hanno poco valore commerciale ma un immenso valore storico, oltre che affettivo. Dietro di loro si celano inatti ricordi di tante generazioni che non vogliono dimenticare il passato. Proprio per questo, l’amministrazione comunale, ha deciso di investire sul ripristino dello scivolo di alaggio presso quello che tra i golfoarancini viene ancora chiamato “Lazzaretto” - la zona d’ormeggio più antica del paese.

Anche se apparentemente questo può sembrare un piccolo intervento, magari obsoleto o fuori dal tempo date le varie tecnologie d’avanguardia odierne, per gli abitanti del paese non è così: si tratta di un vero e proprio tuffo nel passato per onorare le tradizioni locali degli antenati. Settant’anni fa vi erano infatti ben due scivoli di varo. Col tempo uno è stato sostituito dall’attuale piazzetta in seguito al diminuire delle imbarcazioni da pesca. Ma il secondo ha resistito per tutto questo tempo ed era arrivato il momento di rimetterlo a nuovo. Con lo scivolo si potrà continuare a rivivere il passato senza perdere la memoria delle proprie origini: vecchie barche in legno tirate su a mano, che diventano occasione per fare comunità dove amici, parenti e magari anche qualche passante, collaborano assieme per le operazioni di rimessaggio nautico. Anche le travi di quercia incassate nel cemento su cui scivola la chiglia delle barche in legno non sono state sostituite con nuovi legni o materiali moderni, in quanto custodi di una storia che chiede di non essere dimenticata. Per questo si è deciso di utilizzare le traversine che un tempo facevano parte dei respingenti dell’invaso dove ormeggiavano le ferrovie dello stato. Insomma, storia nella storia.

Chissà se verrà utilizzato per altri 70 anni o se ritornerà l’era delle barche in legno, oggi che si parla di ecologia e rispetto dell’ambiente. In ogni caso, un elogio va all’amministrazione comunale che proietta il paese verso il futuro ma che non dimentica il suo passato, forse perché in quello scivolo molti dei suoi componenti ci sono cresciuti, aiutando padri e nonni e lì, in quelle panchine, hanno ascoltato storie che magar prima o poi andranno dimenticate ma di sicuro non ancora.