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Cala Saccaia, bocciato progetto di ristrutturazione dei ruderi: a giugno decisione su osservazioni

Gli uffici dicono no a una ristrutturazione: come si può pensare di allargare la zona industriale?

Cala Saccaia, bocciato progetto di ristrutturazione dei ruderi: a giugno decisione su osservazioni
Cala Saccaia, bocciato progetto di ristrutturazione dei ruderi: a giugno decisione su osservazioni
Angela Galiberti

Pubblicato il 12 May 2021 alle 06:00

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Olbia. A Cala Saccaia non si possono ristrutturare, in maniera conservativa, nemmeno i ruderi attualmente presenti: lo ha stabilito una conferenza di servizi indetta dal Suape del Comune di Olbia in seguito alla presentazione da parte della Cala Saccaia Srl in data 11 febbraio 2020 di una dichiarazione autocertificativa per la ristrutturazione dell'edificio a torre che si trova sulla spiaggia di Cala Saccaia prima di Sa Dogana Ezza. I pareri negativi a questo intervento conservativo sono due e sono dell'Ufficio tutela paesaggio del Comune di Olbia e della Soprintendenza. Sono due pareri che stridono in maniera esorbitante con quanto, invece, predisposto dal Comune di Olbia e dal Cipnes per quell'area: ettari che, secondo un accordo quadro, potrebbero diventare zona industriale a servizio della nautica. La zona è sempre la stessa, come pure la proprietà: Cala Saccaia Srl. Ecco cosa dice l'Ufficio tutela del paesaggio: “l’intervento proposto non è conforme alla normativa urbanistica edilizia in quanto l’intervento in progetto non è compatibile con le valenze paesistiche generali dell’area vincolata in quanto: come già avvenuto per la precedente istanza, si esprime parere negativo non superabile alla ristrutturazione di quel che rimane del rudere. Allo stato attuale il manufatto è incapace di evocare anche lontanamente una qualsivoglia consistenza dimensionale. Lo scenario paesaggistico ambientale in cui esso ricade è caratterizzato da un assoluto grado di naturalità, da considerarsi di valenza superiore e da sottoporre ad integrale salvaguardia. Anche l’occhio meno sensibile può palesemente notare che le poche e minime strutture murarie “r”esistenti, s’inseriscono nella prospettiva come elementi carichi di evocazione, di qualcosa perduto per sempre, diventando loro stessi elemento caratteristico del paesaggio naturale". E ancora: "Va da se che riportare la funzione antropica in un’area siffatta ne comprometterebbe incontrovertibilmente l’attuale stabile assetto di zona sottoposta a vincolo di totale inedificabilità a due passi dalla riva del mare. Andando al di là di quanto possa essere graziosa una casetta nel verde, permettere la ricostruzione dell’edificio comporterebbe dover procedere con viabilità, fosse settiche, un qualche apparato per la fornitura elettrica: l’accadere di tali dinamiche è un’eventualità da scongiurare: si ritiene in questo caso che la fruibilità visiva di queste zone ancora intatte, non violate dalla speculazione edilizia, rare occasioni per le nostre coste, debba essere garantita con ogni mezzo, da parte dell’ufficio che per definizione “tutela il paesaggio”. Affermare il contrario equivarrebbe ad una totale carenza di consapevolezza del fine in capo all’esercizio di tale azione. Laddove si intraveda la possibilità di bilanciare, mitigare la fattibilità di un’opera, l’ufficio ha il compito di fornire le opportune indicazioni sul dove e come, ma in questo caso ogni tipo di intervento edilizio avrebbe un consequenziale esito di gravi ricadute per il sito oggetto di interesse. Su tali presupposti si fonda dunque un parere negativo, assolutamente non superabile”. Poi, ecco la valutazione della Soprintendenza: “Con riferimento alla pratica inserita nel portale SardegnaSuape con il codice univoco in oggetto, esaminata la documentazione inviata, tenuto conto dell’istruttoria e delle verifiche svolte dall’Ufficio Tutela Paesaggio, questa Soprintendenza comunica che le valutazioni effettuate conducono all’espressione di un parere negativo per i motivi che seguono. L’area è posizionata all’interno di un territorio di particolare pregio paesaggistico incluso nel DM 10.01.1968 (GU n. 32 del 06.02.1968). L’area, sotto il profilo della classificazione paesaggistica, fa parte dell’assetto territoriale ambientale regionale, disciplinato nel Titolo I del Piano Paesaggistico Regionale e ricade nel bene paesaggistico tipizzato e individuato dei “sistemi a baie e promontori, falesie e piccole isole” (si veda Sardegna Mappe PPR - art. 17, comma 3, lettera b delle NTA del PPR) ai sensi dell’art. 143, comma 1, lettera i) del D.Lgs 42/2004. Secondo quanto previsto dall’art. 18 comma 1 delle NTA del PPR tale bene paesaggistico “è oggetto di conservazione e tutela finalizzati al mantenimento delle caratteristiche degli elementi costitutivi e delle relative morfologie in modo da preservarne l’integrità ovvero lo stato di equilibrio ottimale tra habitat naturale e attività antropiche”. L’intervento si localizza inoltre in aree seminaturali definite quali “componenti di paesaggio con valenza ambientale” dal PPR (cfr. articolo 21 e relative prescrizioni di cui all’art. 26 delle NTA). Eventuali interventi in queste aree di cui all’art. 21 commi 3 e 4 “devono essere orientati […] verso situazioni in cui l’evoluzione risulti ammissibile e non contrasti con i valori paesaggistici del contesto” (art. 21 comma 5). Tutto ciò premesso, considerato il quadro vincolistico sopra delineato e le prescrizioni di salvaguardia impartite dal PPR, preso atto dell’elevato grado di naturalità e del peculiare valore paesaggistico dell’area in cui si localizza l’intervento, valutato lo stato di consistenza del manufatto che, come precisato nella relazione di valutazione di compatibilità paesaggistica dell’Ufficio tutela Paesaggio, è “incapace di evocare anche lontanamente una qualsivoglia consistenza dimensionale”, questa Soprintendenza ritiene che il progetto in argomento comporterebbe una significativa alterazione degli elementi naturali che caratterizzano tale paesaggio tutelato. Infatti, tali opere modificherebbero l’assetto costiero arrecando pregiudizio ai valori paesaggistici del tratto costiero interessato. Si esprime pertanto parere negativo in quanto l’intervento in progetto non è compatibile con le valenze dell’area vincolata”. Questi pareri sono del 13 aprile 2021. Questa conferenza di servizi ha avuto un esito negativo, ma non tutto è ancora deciso. La proprietà ha inoltrato delle osservazioni al diniego in data 16 aprile, rispondendo punto per punto – ne ha parlato la Nuova ieri – agli appunti fatti sia dalla Tutela del Paesaggio che della Soprintendenza. Il Suape ha così indetto un'altra conferenza di servizi in modalità asincrona per l'esame delle osservazioni protocollate dalla Cala Saccaia Srl. Il parere dei vari uffici competenti deve pervenire entro il 13 giugno 2021. Al di là di come andrà a finire la conferenza di servizi, non si può non notare quanto il pareri dei due uffici sopra menzionati siano in netto contrasto con un allargamento della zona industriale a Cala Saccaia.