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Olbia, il lavoro raccontato da Zia Anna Varrucciu e Tore Deriu

I ricordi e i consigli di due instancabili lavoratori

Olbia, il lavoro raccontato da Zia Anna Varrucciu e Tore Deriu
Olbia, il lavoro raccontato da Zia Anna Varrucciu e Tore Deriu
Barbara Curreli

Pubblicato il 01 May 2025 alle 13:00

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Olbia. Primo maggio festa del lavoro, occasione per concedersi una gita fuori porta ma anche per riflettere sui temi del lavoro, dell'occupazione, della passione e del futuro partendo dal passato. A raccontare il loro percorso due figure simbolo della città: Anna Maria Varrucciu, nota a tutti come "zia Anna"  e Salvatore Deriu, noto "Tore". Entrambi 85enni raccontano emozionati, con entusiasmo e un gran sorriso, il loro percorso lavorativo.

Come avete unito passione e lavoro, e cosa consigliate ai giovani d'oggi a proposito delle passioni?
 
Tore Deriu racconta: "ho avuto la fortuna di trasformare una passione in un lavoro che è durato tutta la vita. Prima come calzolaio e poi come rivendita di calzature dal 1969, quando ho aperto il mio primo negozio di calzature, non si è mai trattato solo di vendere scarpe, ma di costruire relazioni, capire i bisogni delle persone e offrire qualità. Ogni cliente era una storia, e ogni scarpa venduta era un pezzo di fiducia guadagnato. Ai giovani d’oggi direi questo: cercate di capire cosa vi fa battere il cuore e provate a costruirci sopra il vostro futuro. La passione non basta da sola, ma è il motore che vi darà la forza di affrontare le difficoltà e di restare fedeli a voi stessi. Lavorare con passione non significa non fare fatica, ma dare un senso alla fatica".
 
Anna Varrucciu ricorda il suo percorso come responsabile alla Palmera e poi il percorso intrapreso nell'attività del marito, dove lavora da 48 anni. Del lavoro in azienda ha un bel ricordo e nel tempo ha mantenuto i contatti. "Quando mi sono sposata sono venuta a lavorare nell'attività di mio marito e io rimango qua perché tutti mi volete bene, qualcuno pensa che dovrei ritirarmi, ma io a casa non ci voglio stare perché poi divento 'rimbambita'.
Ricorda che quando era giovane, dava una mano in casa e poi si recava in vicinato e aveva sempre un parola di conforto per gli anziani e non mancava di dargli una mano, "quante persone ho aiutato in via Fiume d'Italia, e tutti mi volevano bene. Il lavoro, la mia vita qui è molto importante, mi aiuta a stare bene".
 
Il mercato del lavoro è cambiato, che consiglio potete dare ai ragazzi, a chi si affaccia al mondo del lavoro? 

Tore Deriu
racconta: "oggi trovare lavoro è più difficile di una volta. Ai miei tempi bastava avere voglia di fare, e il lavoro si trovava. Adesso invece ci vuole più scuola, e spesso i ragazzi non sanno da dove cominciare. Io dico ai giovani: non abbiate paura di iniziare dal basso. Anche un lavoro umile ti insegna qualcosa. Bisogna avere pazienza, rispetto, e voglia di imparare. E non pensare di sapere già tutto. Ogni lavoro, se lo fai bene, ti porta avanti. E anche se cambi strada, quello che hai imparato ti serve sempre".
 
Anna Varrucciu si commuove a ricordare il suo percorso, la sua sensibilità ed empatia, molto devota ricorda l'importanza di un cuore buono, giusto e ai ragazzi parla dell'importanza delle gentilezza, augura salute e quanto desiderate, senza dimenticare una lunga vita, l'aiuto e la preghiera. "Io nonostante la mia età mi sento una ragazzina, mi muovo, qui in pasticceria faccio tutto e non ho mai fatto uno sgarbo a nessuno, sono nata gentile , serena e tranquilla, non ho mai offeso nessuno nonostante difficoltà e dolori attraversati. Ai ragazzi cosa dire? Dipende da come loro ragionano, da come usano il cervello, devono pensare, capire cosa vogliono fare, io ho la quinta elementare ma ho sempre lavorato tanto fin da piccola e ancora non ho smesso, io qua mi sento a casa mia, e l'affetto e la presenza degli altri mi ha sempre aiutato a crescere e a confrontarmi".
 
Quanto conta la determinazione e lo spirito di sacrificio quando si ha un progetto in cui si crede? 
 
"Conta davvero tanto - risponde Tore Deriu - quando credi in qualcosa, ci devi mettere la testa e il cuore. Niente arriva da solo. Bisogna fare sacrifici, lavorare anche quando sei stanco, e non mollare quando le cose vanno male. Io per tanti anni mi sono alzato presto ogni mattina, tranne la domenica che era dedicata alla mia grande passione: la musica. Suonavo con la banda Felicino Mibelli ed era un momento tutto mio. Ho fatto tante rinunce, ma ne è valsa la pena. Se vuoi che un progetto vada avanti, ci devi credere fino in fondo e non arrenderti mai. All’inizio della mia attività, facevo un po’ di tutto: riparavo scarpe e vendevo quello che potevo. I soldi che guadagnavo li reinvestivo per comprare nuove scarpe. La voglia di fare, la fatica e la serietà sono la chiave per arrivare lontano.
 
Avete un ricordo speciale da condividere?
 
"Siamo nel 1983 - ricorda Tore Deriu- quando aprimmo il nostro secondo punto vendita. Fu una giornata indimenticabile, condivisa con mia moglie e le nostre figlie, che ancora oggi portano avanti con passione entrambe le attività. Io sono andato in pensione definitivamente due anni fa, ma continuo a essere presente, offrendo loro consigli, in particolare nella scelta dei pellami per la realizzazione delle nostre borse artigianali, che ancora oggi vendiamo con orgoglio".
 
Zia Anna Varrucciu ricorda l'affetto dei concittadini e dei turisti e mostra orgogliosa ed emozionata due quadretti: "quella foto in alto me l'ha portata un ragazzo, aveva un pacchetto regalo e quando io ho visto che c'era la mia foto mi sono commossa, quello in basso invece (un ritratto fatto con acquerelli) me l'ha fatto una turista. Per la pasticcera più amata della città il rapporto con gli altri, l'affetto e la vicinanza sono il motore per stare bene e continuare ad affrontare il percorso di vita con il sorriso che non coinvolge solo la bocca ma anche gli occhi.