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Olbia, sanità al collasso: "responsabilità anche dei politici locali"

Il punto della situazione della Fp Cgil

Olbia, sanità al collasso:
Olbia, sanità al collasso:
Olbia.it

Pubblicato il 08 June 2021 alle 06:00

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Olbia. Riceviamo e pubblichiamo la lettera della Fp Cgil Gallura, coordonata da Luisella Maccioni, sullo stato della Sanità. Continuiamo ad assistere al lento e continuo impoverimento della sanità pubblica sia a livello regionale che territoriale, situazione ormai diventata non più accettabile, almeno per quanto riguarda la Gallura. La condizione di grave carenza in cui versano i presidi di Olbia, Tempio e La Maddalena non solo mette a serio rischio la salute degli operatori sanitari, ma ne deriva anche una grave carenza assistenziale per le persone che hanno bisogno di cure. Abbiamo denunciato più volte la precaria situazione che si vive all’interno dei tre presidi in merito alle condizioni di grande stress lavorativo di medici, infermieri e del personale socio-sanitario, purtroppo inascoltati per anni. Oggi si arriva persino a proporre la possibilità di far funzionare il pronto soccorso di Tempio “a ore”: come FP Cgil riteniamo questa una proposta assurda e non condivisibile, considerato il bacino di utenza che comprende tutta l’alta Gallura. Con questa manovra crediamo che si stia decretando per sempre la morte del sistema sanitario pubblico in Gallura. Certamente la pandemia ha peggiorato ulteriormente la situazione per quanto riguarda la possibilità di sopperire alla grave carenza di personale necessario, ma ribadiamo a gran voce che la soluzione non è quella di chiudere i reparti, ma crediamo che sia necessario espletare i concorsi e assumere tutte le figure professionali carenti. Da anni la sanità pubblica è stata oggetto di restrizioni che, nelle dimensioni e nelle modalità con cui sono state disegnate e attuate, sono andate oltre la pur necessaria riduzione delle inefficienze e degli sprechi. Anzi, spesso le restrizioni hanno agito in maniera lineare con la conseguenza che l’offerta di servizi si è ridotta anche dove avrebbe dovuto essere rafforzata, e sono così peggiorate le condizioni di lavoro degli operatori. E i nostri ospedali sono la dimostrazione del disastro della sanità. Inoltre i tagli hanno avuto un altro effetto preoccupante: che i cittadini, non avendo risposte immediate dovute alle lunghe liste di attesa e alla carenza di servizi, sono stati costretti a rivolgersi sempre di più a servizi a pagamento. Una politica sbagliata che, non investendo sul servizio pubblico, ha generato malumori, rabbia, diseguaglianze e sfiducia nel sistema, ed ancora di più ha rafforzato l’idea della privatizzazione. Come Fp Cgil riteniamo che ci sia ancora ii tempo per intervenire, e che il servizio sanitario pubblico debba essere il primo riferimento per il cittadino. Dobbiamo farlo al più presto, la politica regionale su tutto questo ha grosse responsabilità. Non è stata in grado di dare risposte adeguate alle esigenze dei cittadini: non si può pensare che la salute sia un fatto marginale, considerandola una merce anziché un diritto fondamentale. Inoltre riteniamo che molte responsabilità siano da attribuire anche ai nostri politici locali, perché in questi anni si è solo pensato a salvaguardare il proprio territorio, forse anche sbagliando nella convinzione che così si sarebbe potuto salvare quel poco di sanità rimasta. Oggi non c’è più tempo, bisogna unire le forze, bisogna lottare tutti insieme per un bene comune che e quella del diritto alla salute di cui tutti dobbiamo usufruire. Ecco perché crediamo che sia necessaria come FP Cgil una grande mobilitazione del territorio che coinvolga gli operatori sanitari, tutte le amministrazioni locali, le associazioni di volontariato, i cittadini, per riportare al centro del dibattito con la Regione Sardegna il valore della salute e della cura alla persona come bene primario per ogni individuo, cosa che solo con un sistema sanitario efficiente ed efficace si può ottenere. Luisella Maccioni - Segretaria Fp Cgil Gallura