Sunday, 23 November 2025
Informazione dal 1999
Pubblicato il 23 November 2025 alle 08:00
Olbia. Cari lettori, in questo ultimo numero della nostra rubrica “Pillole di benessere e crescita personale” abbiamo pensato di trattare un tema da sempre fondamentale per la sopravvivenza di ogni specie e, oggigiorno, molto importante dal punto di vista psicologico per l’essere umano: la flessibilità. Viviamo in un’epoca in cui tutto accelera, leviga, scuote. Le forme si dissolvono più facilmente, i confini si spostano, gli equilibri saltano. Eppure, ciò che ci salva non è la forza, ma l’elasticità interiore: la capacità di restare morbidi mentre il mondo cambia. In questo viaggio alla scoperta della flessibilità ci guiderà la psicologa ed esperta nel campo della crescita interiore Paola Gallelli.
“La flessibilità non è solo un movimento del corpo: è un movimento della coscienza – introduce la dott.ssa Gallelli - È la qualità sottile che permette alla vita di attraversarci come un’onda che non teme le rocce, ma le accarezza fino a trasformarle. È l’arte dell’adattamento profondo, quella che nasce nell’anima e arriva fino alla pelle, ai gesti, alle scelte.
La flessibilità diventa così una soglia, un passaggio imprescindibile dell’evoluzione umana. Non la si impone, la si permette. Non la si studia, la si respira. Quando osserviamo infatti la rigidità nel corpo, una contrazione, una tensione, un’area che non risponde, stiamo in realtà osservando un ricordo. Una paura congelata, un pensiero che si è fatto materia.
“Il corpo è il linguaggio primario con cui l’inconscio racconta ciò che non abbiamo ancora osato guardare – spiega l’esperta - Ed è proprio lì che comincia il viaggio: nella capacità di ascoltare senza giudicare, di percepire senza fuggire, di accogliere senza sapere”.
Una persona rigida crea spigoli anche dove non esistono. La paura ci irrigidisce sempre allo stesso modo: cerca protezione, contenimento, prevedibilità. La mente preferisce ciò che conosce, anche quando non serve più. Ma la vita crea, espande, muove. E allora nascono le fratture: tra ciò che siamo diventati e ciò che continuiamo a fingere di essere. La stessa scienza ce lo insegna: l’essere umano è un sistema plastico, in continua trasformazione. “L’epigenetica – condivide la dott.ssa - dimostra che l’ambiente esterno e quello interno, emozioni e pensieri, possono modulare la nostra biologia. Nulla è mai veramente fisso. Nulla è mai definitivamente deciso. Siamo fatti per evolverci, non per cristallizzarci. E la spiritualità, con la sua saggezza millenaria, aggiunge che l’evoluzione non è solo un processo biologico, ma un atto di coscienza”.
La flessibilità sarebbe dunque il punto d’incontro tra scienza e spiritualità. Ciò che permetterebbe al nuovo di entrare e al vecchio di uscire. Insomma, la soglia che apre la porta all’espansione.
Continua Paola: “Ci sono momenti nella vita in cui sentiamo che qualcosa sta cambiando dentro di noi, ma non ha ancora trovato forma fuori. Sono gli attimi sottili dell’evoluzione quelli in cui la versione più alta di noi comincia a farsi spazio per poter andare oltre. Non c’è rumore in quel movimento. C’è un silenzio che parla. Ed è proprio in quel silenzio che nasce la domanda che apre lo spazio evolutivo. Non una domanda logica, né razionale, ma un quesito che nasce in profondità: “Chi potrei diventare, se smettessi di oppormi alla mia stessa espansione?” Ogni volta che questa domanda emerge qualcosa si muove. Una crepa si apre nella corazza. Una luce entra dove prima c’era solo resistenza. Un respiro scende dove prima c’era chiusura. La flessibilità è un atto di fiducia. Fiducia nel corpo che sa sciogliere ciò che pesa. Fiducia nella mente che può imparare a vedere oltre. Fiducia nell’energia che guida ogni processo di trasformazione. Fiducia nella vita che, da sempre, ci porta dove possiamo fiorire”.
E quando diventiamo più flessibili dentro, tutto intorno a noi si riallinea. Un corpo che si ammorbidisce apre spazio anche ai pensieri. Una mente più aperta permette al cuore di respirare. Un cuore più ampio cambia la nostra prospettiva e le nostre reazioni, le quali diventano azioni consapevoli. Questa è l’evoluzione: un dialogo continuo tra dentro e fuori. Un movimento invisibile che, piano piano, trasforma ogni cosa.
Che cos’è dunque la flessibilità? Non si tratta di una tecnica, ma di un vero e proprio atto d’amore verso sé stessi. È la memoria originaria di ciò che siamo sempre stati: movimento, respiro, possibilità. E forse, alla fine, l’unica vera domanda che può guidarci ogni giorno è: “Dove posso lasciare andare ciò che sto trattenendo per paura di diventare più grande?”
“Lì, in quel punto esatto, inizia il cammino dell’evoluzione umana – conclude la dott.ssa Gallelli proponendo un esercizio pratico - Immagina, per un istante, di entrare in un mondo in cui la flessibilità non è un’eccezione, ma la natura stessa dell’esistenza. Un mondo in cui ogni persona, prima di rispondere, respira. In cui ogni cuore, prima di chiudersi, si chiede: “Cosa potrebbe nascere se lasciassi più spazio?” Un mondo in cui ogni mente, al posto di irrigidirsi, si apre a un millimetro di possibilità in più. Immagina cosa accadrebbe se, solo per oggi, ci permettessimo tutti di essere un po’ più morbidi. Un po’ più curiosi. Un po’ più pronti a cambiare forma senza perdere l’essenza. E ora immagina che questo movimento inizi da te. Senti cosa cambia nel tuo corpo quando ti concedi un po’ più d’apertura. Senti come si distende un’idea, un’emozione, una parte di te che stava trattenendo il respiro. Senti come, all’improvviso, ciò che sembrava un limite diventa un passaggio. E chiediti, lentamente, come se la risposta potesse arrivare da un luogo che conosce la verità prima della tua mente: “Che tipo di bellezza potrei generare, se mi permettessi di muovermi con la stessa flessibilità con cui la vita mi sta chiamando?” E poi, la domanda più importane di tutte, quella che apre l’orizzonte: “In che direzione si muoverebbe la mia vita se smettessi di trattenere ciò che chiede di trasformarsi?”. E adesso immaginiamo il mondo. Un mondo in cui milioni di persone, in un solo respiro, scelgono di sciogliere anche solo una piccola rigidità. Una paura in meno. Un controllo in meno. Una chiusura in meno. Un mondo in cui la flessibilità diventa un’onda, una frequenza, un contagio di apertura. Che cosa creerebbe l’umanità se, invece di temere il cambiamento, imparasse a danzare con esso? Che cosa fiorirebbe tra noi, se smettessimo di opporci e iniziassimo a fluire? Quali relazioni nascerebbero? Quali idee troverebbero forma? Quali nuove possibilità emergerebbero da un’intelligenza che non ha più paura di espandersi? Forse scopriremmo di essere molto più capaci di amore di quanto ci siamo mai concessi. Forse vedremmo la nostra forza non nella resistenza, ma nella delicatezza. Forse ci ricorderemmo che la vera evoluzione non accade quando imponiamo una direzione, ma quando permettiamo alla vita di attraversarci. E allora, mentre il mondo corre veloce, possiamo scegliere di diventare il punto morbido in cui tutto torna a respirare. Il punto flessibile da cui nasce la trasformazione. Il punto di luce da cui parte una nuova possibilità per tutti. Perché se noi diventiamo più flessibili, il mondo, inevitabilmente, ci seguirà. E da quella morbidezza condivisa, potrebbe nascere la bellezza che stiamo aspettando da secoli”.
22 November 2025
22 November 2025
21 November 2025
21 November 2025
21 November 2025
21 November 2025
21 November 2025