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                        Pubblicato il 31 October 2025 alle 08:00
Olbia. Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Sardegna, con un’ordinanza pubblicata il 23 ottobre 2025, è tornato a pronunciarsi sulla complessa vicenda che coinvolge il Comune di Olbia, Bricofer Group S.p.A., Ottimax Italia S.p.A. e la società Bricoman Italia S.r.l.. Il provvedimento, emesso dalla Sezione Seconda del TAR non definisce ancora nel merito il contenzioso, ma dispone un approfondimento istruttorio volto a chiarire la situazione amministrativa e commerciale della struttura di vendita a insegna Tecnomat situata nella zona industriale del CIPNES, località Pozzo Sacro.
Il procedimento nasce dal ricorso n. 646/2025, presentato da Bricofer e Ottimax contro il Comune di Olbia per contestare il presunto silenzio e inerzia dell’amministrazione in seguito a una segnalazione di presunti abusi edilizi e commerciali relativi al punto vendita gestito da Bricoman. La decisione del TAR si inserisce in un contesto più ampio, già oggetto della sentenza n. 791 del 3 ottobre 2025, con la quale lo stesso Tribunale aveva annullato le determinazioni autorizzative rilasciate dal SUAPE di Olbia alla società Bricoman nel 2024. Annullamento che ha avuto come effetto la chiusura del punto vendita.
Secondo quanto riportato negli atti, il 3 marzo 2025 le società Bricofer Group e Ottimax Italia avevano trasmesso al Comune di Olbia una segnalazione formale nella quale denunciavano presunte difformità edilizie e commerciali da parte di Bricoman, chiedendo l’intervento dei competenti uffici comunali. Nella nota, inviata via PEC, si faceva riferimento a presunti interventi realizzati senza titolo.
In particolare, le società ricorrenti sostenevano che Bricoman avesse destinato alla vendita al dettaglio una superficie complessiva di circa 3.300 metri quadrati che non sarebbe stata autorizzata, comprendente un’area esterna di circa 2.000 metri quadrati e un’area porticata di oltre 1.300 metri quadrati, realizzata a seguito della demolizione di una parete dell’edificio. Tra le presunte irregolarità figuravano anche la trasformazione di parte del piazzale da parcheggio ad area di vendita, la presunta modifica interna delle partizioni rispetto al progetto approvato e l’installazione di presunte scaffalature esterne fisse in contrasto con le prescrizioni idrauliche e antincendio.
La stessa giornata del 3 marzo 2025, l’Ufficio SUAPE del Comune di Olbia aveva trasmesso una comunicazione alle parti coinvolte, segnalando che l’immobile in questione risultava autorizzato come Media Struttura di Vendita con una superficie commerciale al dettaglio di 2.488,52 metri quadrati, come indicato nel provvedimento unico SUAPE n. 722 del 9 ottobre 2024. L’ufficio ricordava che le planimetrie approvate individuavano espressamente le sole superfici destinate alla vendita e invitava a effettuare i necessari controlli sulla legittimità delle attività in corso, procedendo, se necessario, all’adozione di provvedimenti sanzionatori.
Nonostante tale riscontro formale, le società segnalanti non avevano ricevuto ulteriori comunicazioni, motivo per cui, il 22 luglio 2025, avevano deciso di presentare ricorso al TAR per contestare l’inerzia dell’amministrazione comunale. Nel ricorso, Bricofer e Ottimax chiedevano al giudice amministrativo di dichiarare l’illegittimità del silenzio del Comune e di accertare il dovere di avviare un procedimento di autotutela volto a revocare il titolo commerciale di Bricoman, rilasciato a seguito della DUA del 14 dicembre 2024.
Nel giudizio si sono costituiti sia il Comune di Olbia sia la società Bricoman Italia S.r.l., entrambi contrari all’accoglimento del ricorso. Il Comune ha sostenuto che il ricorso fosse improcedibile per carenza di interesse, poiché le autorizzazioni SUAPE oggetto della segnalazione erano già state annullate dalla sentenza n. 791/2025. Secondo l’ente, pertanto, non esisteva più un titolo autorizzativo da revocare o un provvedimento su cui intervenire in autotutela.
La difesa di Bricoman ha invece eccepito l’inammissibilità del ricorso, evidenziando che la segnalazione presentata da Bricofer e Ottimax non faceva alcun riferimento alla DUA del dicembre 2024, ma riguardava altri interventi già oggetto di precedente giudizio. Inoltre, secondo la società, non vi sarebbe alcun obbligo per il Comune di esercitare poteri di autotutela in assenza di nuovi elementi di illegittimità.
Il TAR, dopo aver esaminato le posizioni delle parti e la documentazione depositata, ha deciso di non pronunciarsi immediatamente sul merito del ricorso, ma di avviare un’istruttoria integrativa per chiarire la situazione attuale del punto vendita.
Per questo motivo, il giudice amministrativo ha disposto che il Responsabile del SUAPE del Comune di Olbia, o un suo delegato, depositi entro 20 giorni una relazione dettagliata corredata da documentazione tecnica. Tale relazione dovrà descrivere le attività commerciali attualmente in corso presso l’area porticata di circa 1.332 metri quadrati ricavata dalla demolizione della parete sud dell’edificio e precisare il regime autorizzativo vigente per quelle aree.
Il TAR ha fissato per la prosecuzione della causa la camera di consiglio del 17 dicembre 2025, data in cui la controversia sarà riesaminata alla luce delle informazioni che dovranno essere fornite dal Comune.
L’ordinanza del 23 ottobre rappresenta un nuovo capitolo della lunga controversia amministrativa che ruota attorno alla struttura commerciale Tecnomat nella zona industriale di Olbia. Dopo l’annullamento delle precedenti autorizzazioni da parte del TAR, la questione resta ancora aperta per quanto riguarda le attività effettivamente svolte e la legittimità delle aree utilizzate per la vendita. Il provvedimento del Tribunale non contiene ancora una decisione definitiva, ma segnala la volontà di chiarire con precisione i confini amministrativi e normativi dell’intervento.
Nei prossimi mesi, sarà dunque il Comune di Olbia a dover fornire al TAR gli elementi utili per completare l’analisi. Solo dopo la presentazione della relazione del SUAPE e la valutazione dei nuovi dati il giudice amministrativo potrà decidere se accogliere o respingere il ricorso di Bricofer e Ottimax. La controversia, che coinvolge i principali operatori del settore della grande distribuzione nel Nord Sardegna, continua così a rappresentare uno dei casi più complessi in materia di edilizia commerciale e pianificazione urbanistica nell’area industriale cittadina.
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