Thursday, 30 October 2025
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Pubblicato il 30 October 2025 alle 15:45
Olbia. Davide Fara musicista e poeta da tempo residente a Olbia, è stato tra i protagonisti dell’ultima edizione di Monumenti Aperti Olbia, appena conclusa. L’evento che lo ha visto coinvolto può essere inteso come un intreccio di arte, musica e poesia. Fara lo si è visto nella sua personale performance, al Refettorio dell’Arte, situato nell'ormai famoso Vicolo della Refezione, un ambiente con una suggestiva acustica scelta per valorizzare letture e performance in un contesto profondamente urbano.
Nel suo Reading Poetico Musicale Fara ha messo in luce una sensibilità che attraversa sia la dimensione musicale sia quella poetica. Un momento intenso che ha coinvolto il pubblico con una successione di testi originali accompagnati da partiture musicali curate, offrendo una lettura ricca di tensione e ascolto. L'artista non è nuovo al formato Reading-Concert, in cui parole e suoni convivono in una sinergia difficile da riassumere. In passato ha portato avanti un progetto personale molto ambizioso chiamato “Gli emigranti”, che testimonia la sua curiosità artistica e la ricerca di nuove identità attraverso il viaggio e la musica.
Il percorso musicale di Fara è segnato anche dalla realizzazione del suo primo album, “Edifying Love”. Secondo lui, l’opera è “una raccolta di sette tracce, scelte tra tante altre, per provare a raccontare con parole e musiche il senso del viaggio: fisico, interiore e spirituale, alla ricerca di sé e della propria dimensione universale che rende unici, nelle differenze, tutti gli uomini”.
La scena culturale di Olbia continua a offrire spazi di confronto tra arti diverse, e la performance di Davide Fara al Refettorio dell’Arte ha confermato quanto l’intersezione tra musica, poesia e territorio possa generare racconti capaci di toccare profondità personali e collettive. Al nostro incontro l'artista ci svela qualcosa di più del suo interessante universo personale, fatto di poesia, musica e una profonda spiritualità.
Come nasce l’equilibrio tra testi poetici e partiture musicali nel suo Reading Poetico Musicale, a cui abbiamo potuto assistere alla recente edizione di Musei Aperti Olbia. Quali temi predilige esplorare quando unisce le due forme espressive?
"L'esibizione di Olbia, in occasione della manifestazione Monumenti aperti, è stata una breve rappresentazione del lavoro che porto avanti da diverso tempo e che, ormai, prende varie direzioni e sviluppi. In particolare ho risposto all'invito di Venceslao Mascia, di cui apprezzo l'arte e l'approccio in generale alla diffusione dell'arte: la commistione artistica e la capacità di sviluppare rapporti di collaborazione con altri artisti e altre discipline artistiche. I temi variano, e in generale parlano della condizione speciale di vita dei sardi, in quanto isolani, con tutte le problematiche, le risorse, le potenzialità e le contraddizioni interne che la Sardegna porta con sé".
Può raccontare qualcosa di più sul progetto “Gli emigranti” e su come questa esperienza abbia influenzato il tuo percorso artistico?
"Gli emigranti era il titolo originale del libro che poi è diventato 'La lingua sperata', pubblicato a Roma. Ed era anche il titolo del primo spettacolo reading che ho realizzato. Di fatto la costante è che ogni libro poi diventa uno spettacolo, con performance declamata e musica originale suonata dal vivo".
Nel tuo primo album “Edifying Love” parla di viaggio fisico, interiore e spirituale. Quali sono stati i momenti o le esperienze chiave che hanno guidato la scelta delle sette tracce?
"I momenti chiave derivano proprio dall'essere tornato a vivere in Sardegna dopo sette anni passati in giro all'estero, tra Spagna, Alto Adige, Inghilterra e Irlanda. La Sardegna ha una grande risorsa che si può tradurre in arte, ed è principalmente il Tempo. Un tempo quasi illimitato, nascosto, segreto, ancestrale, in cui si trovano le storie, che è il materiale primario per produrre arte qui".
Che ruolo attribuisce al contesto storico e culturale di Olbia nelle sue performance, e in che modo il Refettorio dell’Arte ha contribuito a plasmare la sua lettura poetico-musicale?
"Olbia da un grande potenziale. È l'unica città che cresce in Sardegna rispetto alla sua popolazione. Gli anni venturi saranno determinanti per la città. Parlando con colleghi e operatori noto che c'è una grande sete di cultura. La cultura intesa come produzione culturale, aggregazione sociale, conoscenza civile e momento di raccordo tra le varie culture che convivono in questo fazzoletto di terra benedetto dalla natura. Il punto sarà giocare bene le proprie carte. Non si può trattare l'arte come materiale di consumo. Per fortuna ancora non esiste il centro commerciale degli artisti. La cultura fatta e prodotta qui può essere anche un forte antidoto sociale al malessere e al degrado delle nuove generazioni".
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