Wednesday, 29 October 2025
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Pubblicato il 29 October 2025 alle 10:00
Olbia. Si è conclusa con grande partecipazione ed entusiasmo la prima edizione autunnale di Monumenti Aperti Olbia, svoltasi il 25 e 26 ottobre 2025.
Un fine settimana intenso, nonostante qualche goccia di pioggia, che ha visto centinaia di visitatori e turisti percorrere le vie della città e scoprire i suoi siti più preziosi grazie al lavoro degli studenti e dei volontari.
A tracciare il bilancio di questa prima d'autunno è l’assessora alla Cultura del Comune di Olbia, Sabrina Serra, che ha seguito da vicino insieme a tutti i referenti scolastici la manifestazione promossa da Imago Mundi: "La possibilità di proporre un’edizione autunnale è nata proprio dal confronto con le scuole – spiega l’assessora Serra –. Insieme ai dirigenti e ai professori referenti abbiamo ritenuto che questo periodo potesse essere ideale: gli studenti sono all’inizio dell’anno scolastico, più sereni e motivati, e la città in ottobre ospita ancora molti turisti. A parte un po’ di pioggia, che potrebbe capitare anche a maggio, è stata una scelta vincente". L'assessora che ha voluto essere sempre accanto a tutti i ragazzi impegnati sui siti archeologici non nasconde la sua soddisfazione:
"Quest’anno – prosegue – abbiamo potuto unire Monumenti Aperti alle Giornate del Romanico, valorizzando San Simplicio con visite in gallurese e logudorese grazie alla collaborazione con l’Istituto Chircas. È stata un’edizione particolarmente ricca, con il contributo di tantissime associazioni cittadine e con il coinvolgimento attivo dei nostri ragazzi, veri protagonisti della manifestazione. Senza i volontari, le scuole e i professionisti che si sono messi a disposizione, non avremmo avuto un risultato così bello e partecipato".
Sabrina Serra ha voluto infine sottolineare il valore educativo e sociale del progetto: "Monumenti Aperti è un’esperienza di crescita che unisce cultura e senso civico. È stato emozionante vedere gli studenti raccontare i luoghi della loro città con competenza e passione. Un ringraziamento sincero a tutti coloro che hanno reso possibile questa edizione: ci auguriamo di poterla replicare anche il prossimo anno".
Dalla Basilica di San Simplicio al Pozzo Sacro di Sa Testa, dalle ex casermette di via Mameli alla Little Gallery, passando per il Museo Archeologico, la Villa Clorinda e le mura puniche di via Torino, Olbia ha mostrato il suo volto migliore: quello di una comunità che si riconosce nel proprio patrimonio.
Tra i protagonisti di questa edizione anche il noto archeologo Rubens D’Oriano, che ha seguito e preparato con grande impegno gli studenti dell’UNITRE di Olbia. Le sue lezioni e la formazione dedicata ai volontari hanno contribuito in modo determinante alla qualità delle visite guidate e alla valorizzazione dei siti archeologici cittadini.
Anche gli eventi collaterali hanno riscosso un grande successo, confermando la formula vincente di questa prima edizione autunnale.
Alla Biblioteca Civica Simpliciana, due appuntamenti hanno animato la giornata di sabato: il laboratorio didattico Scriptorium – curato dall’associazione Sas Janas in collaborazione con Insula Felix, con il contributo di Claudia Pirina, Dario Maiore e Giuseppe della Biblioteca Civica – e la conferenza dell’archeologo e professore Marco Agostino Amucano, che ha presentato al pubblico il più antico ritratto pittorico di Terranova, un acquerello di William Light del 1829, riscoperto negli archivi australiani. Due momenti di grande valore che hanno unito divulgazione, ricerca e partecipazione cittadina.
Alle ex Casermette di via Mameli, novità assoluta del circuito, la mostra “Dissolvenze” di Walter Mura e l’esposizione di Antonello Maringiu hanno conquistato il pubblico con opere cariche di introspezione e forza simbolica.
Apprezzatissima anche la sezione internazionale di arte e artigianato promossa da New Generation on the Wave, con lavori provenienti da Marocco, Messico, Iran, Senegal e Ucraina.
Grande partecipazione per le mostre e le performance artistiche: “Übermensch” di Venceslao Mascia e Davide Fara al Refettorio dell’Arte, la mostra fotografica “Spazi dal passato” dell’associazione Argonauti, e la personale “Homo Insectus” di Alessandra Cossu alla Little Gallery hanno registrato un’affluenza costante.
Gli shooting e le coreografie realizzate da Deamater e dal Centro Studi Danza Classica M° Giovanni Spano, immortalate dal fotografo Emanuele Perrone, hanno valorizzato i luoghi simbolo di Olbia – dalla Necropoli di San Simplicio al Museo Archeologico – offrendo un connubio poetico tra danza e archeologia, capace di emozionare e stupire.
Successo anche per la performance “Pensieri lunghi come passi”, camminata sensoriale ideata da Nicolò Columbano e organizzata da Deamater, che ha accompagnato il pubblico in un viaggio tra introspezione e paesaggio urbano.
I bambini della scuola San Vincenzo sono stati protagonisti a Villa Clorinda, dove hanno accolto i visitatori con entusiasmo e competenza, raccontando la storia della villa, la sua evoluzione nel tempo e il suo legame con la scuola.
Dal terrazzo, la vista mozzafiato sul golfo di Olbia ha regalato un colpo d’occhio insolito e affascinante, simbolo di una città che si riscopre da nuove prospettive.
Al Pozzo Sacro di Sa Testa, la piccola casetta di legno adibita a punto informazioni è tornata a vivere, animata dai sorrisi e dall’energia delle giovani guide: un’immagine che ha restituito calore e partecipazione a uno dei siti più amati della città.
Grande successo anche per l’escursione in battello organizzata da Insula Felix, che ha entusiasmato i visitatori grazie alla guida di Luciano Bisogni e Benedetto Cristo, e per l’apertura straordinaria dell’Archivio Mario Cervo, che ha permesso di riscoprire la memoria musicale della nostra Isola.
A coronare la manifestazione, il concerto a lume di candela “La Luce del Romanico” presso la Basilica di San Simplicio, con Manuela Ragusa (soprano), Carlo Cocco (tenore) e Valerio Carta (pianoforte).
L’allestimento, curato dall’Istituto Chircas e da Letizia Fraschini, ha trasformato il tempio romanico in uno scenario di rara bellezza e spiritualità.
La Fraschini, coordinatrice scientifica delle due giornate, ha curato l’organizzazione delle visite e la collaborazione con scuole e associazioni: "È stata un’edizione molto partecipata che ha coinvolto non solo tanti studenti ma anche numerosi professionisti – spiega Fraschini –. Un’edizione di qualità, che ha puntato non solo sull’archeologia ma anche sull’arte contemporanea, cercando di costruire un filo logico tra passato e presente. Ogni esposizione e ogni intervento sono stati scelti ad hoc per offrire a ogni visitatore un’emozione, un’esperienza, un ricordo".
E a proposito di presenze registrate per questa manifestazione d'autunno la Fraschini ha aggiunto: "I visitatori sono stati migliaia, anche se i dati ufficiali sono ancora in fase di raccolta – aggiunge –. Siamo tutti entusiasti, ma consapevoli che c’è ancora molto da fare e da migliorare. Monumenti Aperti è un progetto in crescita, che ci insegna ogni anno quanto la collaborazione e la conoscenza possano rafforzare il legame tra la città e la sua storia".
Con oltre duecento studenti coinvolti, decine di associazioni e migliaia di visitatori tra olbiesi e turisti, Monumenti Aperti 2025 si conferma una delle manifestazioni culturali più amate e partecipate della città, capace di unire memoria, creatività e spirito di comunità.
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