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L'altra Paola: intervista all’archeologa Paola Mancini tra scavi, libri e tradizioni

L'archeologa vincitrice del Premio “Cultura" di Loiri Porto San Paolo si racconta

L'altra Paola: intervista all’archeologa Paola Mancini tra scavi, libri e tradizioni
L'altra Paola: intervista all’archeologa Paola Mancini tra scavi, libri e tradizioni
Patrizia Anziani

Pubblicato il 04 February 2024 alle 06:00

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Olbia. Quando in Gallura si parla di cultura non si può fare a meno di menzionare Paola Mancini, l'archeologa che a Loiri Porto San Paolo ha ricevuto il Premio Tematico “Cultura" nell'estate del 2023, conferito dall'Amministrazione comunale guidata dal sindaco Francesco Lai a "coloro che si sono distinti nel campo della cultura, dell'arte o della scienza, con opere o iniziative di rilievo per il territorio"

Paola Mancini appartiene a una delle famiglie più antiche del comune gallurese, originaria di Trudda è un’archeologa specializzata che svolge la libera professione fin dal 2000, anno in cui si è laureata in Lettere classiche con una tesi in preistoria della Gallura, specializzandosi in archeologia a Firenze nel 2004. Tra studi e ricerche da allora l’archeologa Mancini non si è mai fermata collaborando con numerosi enti pubblici ed imprese dirigendo con competenza e professionalità scavi archeologici in diversi comuni della Sardegna (leggi qui, qui, e qui alcuni esempi) dedicando tutta se stessa alla valorizzazione dei rispettivi territori non solo attraverso la pubblicazione di libri scientifici, ma anche attraverso il recupero delle tradizioni più autentiche e la divulgazione dei suoi studi in numerose conferenze e convegni.

Polvere di cantiere, scavi ma anche la pubblicazione di un nuovo importante volume

L’abbiamo raggiunta durante una breve pausa di una delle sue intense giornate di lavoro. Al momento sta seguendo un cantiere di Olbia, il comune dove vive da circa 13 anni. Quest’ultima felice residenza non le ha impedito di frequentare quasi giornalmente Loiri Porto San Paolo alla quale è profondamente legata. Ci accoglie con un sorriso, vestita da operaia, gli occhi brillanti e intelligenti sono protetti da originali occhiali blu e i suoi capelli ricci e scuri le incorniciano il viso. Paola non si lascia intimidire dal lavoro duro, dalla polvere, la pioggia o la canicola, né dalla solitudine: lei ama dedicarsi ai suoi studi o agli scavi archeologici con innato rigore ed è sempre una fonte di arguta saggezza e simpatia. Le abbiamo chiesto innanzitutto di raccontarci alcuni avvenimenti importanti che hanno caratterizzato il suo 2023 appena trascorso.

Un anno sicuramente impegnativo che, tra nuovi cantieri archeologici, ricerche e studi, è stato anche un lungo tempo ricco di emozioni e soddisfazioni. Tra queste ultime rientra sicuramente l’importante volume da lei curato “Sulle strade d’Ogliastra. Il complesso tardoantico e altomedievale di Fusti ‘e Carca a Tertenia” edito da Taphros (2023) e presentato lo scorso maggio nella sala Sardegna del Salone del libro di Torino (qui il video)

 Si legge nel volume che lo “scavo di emergenza” del sito archeologico, rinvenuto nel corso dei lavori di realizzazione della Nuova Statale 125, Tronco Tertenia San Priamo, è stato il frutto di un grande lavoro di squadra. Potresti raccontare ai nostri lettori cosa ha significato per te lavorare e coordinare questo importante progetto?

“È stata una fatica immane, durata oltre cinque anni, sia per la tipologia dei lavori, uno scavo molto esteso e complesso in un contesto delicato con stringenti tempistiche da rispettare per la costruzione dell’opera pubblica, sia per la mia formazione da archeologo preistoricista alle prese con un sito di età storica di grande rilevanza. È stato però anche motivo di grande crescita professionale e umana con la soddisfazione per essere riusciti a fare uno scavo e un restauro integrale rispettando i tempi e le modalità dell'intervento pubblico in atto. In meno di dodici mesi dalla conclusione delle attività di scavo abbiamo restaurato, analizzato e studiato i reperti e pubblicato il volume offrendo una testimonianza significativa del nostro lavoro e della nostra passione. Hanno contribuito in modo fondamentale la sinergia perfetta con e tra gli enti (Soprintendenza e Anas) e l’impresa De Sanctis Costruzioni e la grande autonomia che da loro mi è stata concessa nel coordinare e scegliere la mia meravigliosa squadra di lavoro; ci siamo sentiti una grande famiglia, ognuno con i suoi compiti ben chiari e il suo rigore metodologico, pur essendo consapevole di essere stata una rompiscatole costante durante tutto il percorso. E non è finita qui, ora ci aspetta la mostra dei reperti sempre con il supporto della squadra e di Dario Maiore della Taphros che per mesi e mesi ha lavorato con me, sino a ore improponibili, al volume andando oltre l’aspetto meramente professionale".

 

L’antico costume tradizionale di Loiri Porto San Paolo ritrovato

Paola Mancini è tuttora impegnata, assieme a Roberta Lacana, di professione medico ma anche studiosa appassionata di tradizioni locali, in un lavoro di indagine storica utile ad una nuova e migliore ricostruzione del Costume di Loiri Porto San Paolo a partire da alcuni interessanti ed originali indumenti femminili, di proprietà della sua famiglia, rinvenuti durante i lavori di restauro di un antico stazzo a Trudda. Un rigoroso studio di ricerca delle fonti che ha coinvolto non solo gli anziani e le famiglie storiche del territorio di Loiri Porto San Paolo, ma anche associazioni culturali, sarte, ricamatrici, modelle, ed infine l’intera comunità. Il costume ritrovato è stato presentato il 25 agosto dello scorso anno durante il Consiglio Comunale in seduta aperta alla cittadinanza.  (qui l’articolo).  Abbiamo chiesto a Paola di raccontarci le emozioni che ha provato subito dopo la scoperta della importante gonna verde, che in qualche modo riscrive la storia del costume di Loiri Porto San Paolo, e quali saranno i prossimi passi del lavoro della sua valorizzazione.