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Inchiesta appalti Olbia: l'Apulia accusata di “danno ambientale” e “discarica abusiva” da Abbanoa

Inchiesta appalti Olbia: l'Apulia accusata di “danno ambientale” e “discarica abusiva” da Abbanoa
Inchiesta appalti Olbia: l'Apulia accusata di “danno ambientale” e “discarica abusiva” da Abbanoa
Angela Galiberti

Pubblicato il 27 September 2020 alle 13:20

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“L'accumulo di terra lungo il tracciato dell'acquedotto, in particolare lungo il tratto A, configura il reato di “discarica abusiva” sul quale è in corso un'indagine da parte di CFVA e Arpas”, dice la relazione interna Abbanoa.

Capitolo 1 - Olbia, via Redipuglia e Apulia Srl: un'ombra sull'appalto a causa di un'inchiesta in terra pugliese

Capitolo 2 - Non solo Comune di Olbia, anche il Cipnes: Apulia Srl azienda esecutrice della pista ciclabile fotovoltaica da 5,5 milioni di euro

Capitolo 3 - Apulia Srl e Pura Defluit: ecco perché è finita in straordinaria gestione, cosa dicono le carte pubbliche

Capitolo 4 - Il "gruppo" Fatigati dell'Apulia in un terzo appalto olbiese: il ponte di via Petta

Capitolo 5 - Il consorzio di Bonifica della Gallura esclude l'ati capeggiata da Apulia da una gara d'appalto citando Pura Defluit

Apulia chiede rettifica e "minaccia" richiesta danni

Olbia, 27 settembre 2020 – Nel secondo capitolo dell'inchiesta giornalistica dedicati agli appalti del territorio gallurese, che vedevano all'interno un'azienda – l'Apulia Srl – finita in gestione straordinaria su disposizione Anac/Prefetto di Bari da gennaio 2018 a gennaio 2019 a causa di un'indagine per presunti appalti truccati dell'estate 2017 (periodi in cui sono state avviate le gare di via Redipuglia e della pista fotovoltaica Cipnes in cui Apulia Srl è azienda esecutrice), abbiamo accennato a un quinto appalto, più vecchio rispetto a quelli analizzati negli articoli precedenti, ma con risvolti piuttosto recenti. Questo quinto appalto ha come protagonista Abbanoa che ha deciso di rescindere il contratto con l'azienda pugliese per (citiamo la determina 481 del 7 agosto 2019) “gravi inadempienze e ritardi derivanti da negligenza dell'appaltatore”: in una relazione interna che Olbia.it ha avuto modo di visionare si parla di presunti “danni ambientali”, di materiali che non sarebbero stati conferiti in discarica e di presunta "discarica abusiva". Andiamo con ordine.

L'appalto è intitolato “Schema n° 45-49 N.P.R.G.A. Sulcis Nord-Sud Condotta Dorsale 1° Lotto” e il contratto per la sua realizzazione è stato stipulato il 23 aprile 2013 con l'Apulia Srl; un atto aggiuntivo è stato, invece, firmato l'11 agosto 2017; la consegna dei lavori è stata fatta con verbale datato 28 novembre 2017, mentre la durata prevista era di 300 giorni. Il lavoro – riassumendo – consisteva nella realizzazione di 20, 178 km di condotte più diversi manufatti nella zona di Narcao e Comuni limitrofi. Come abbiamo anticipato nel secondo capitolo della nostra inchiesta giornalistica, tale contratto è stato rescisso, si legge nella determinazione, per “gravi inadempienze e ritardi”.

Abbanoa il 18 gennaio 2019, con la direzione lavori, redige il certificato di ultimazione lavori concedendo un termine perentorio di 60 giorni per il completamento dei lavori entro il 19 marzo 2019. Il 19 marzo “l'impresa comunica alla DL l'avvenuta ultimazione dei lavori e in data 21.03.2019, in contraddittorio con l'impresa, la DL effettua regolare sopralluogo al fine della conferma del certificato di ultimazione dei lavori. Da tale verbale, firmato dall'impresa senza riserva alcuna, emerge che le lavorazioni non risultano completate soprattutto per quanto attiene il conferimento dei materiali di risulta provenienti dagli scavi per i quali il direttore dei lavori chiede all'impresa di fornire giustificativo, cui l'impresa non ha mai dato riscontro, circa le differenze tra le quantità dei materiali conferiti a discarica e quelle previste in progetto”.

Per questi motivi viene sospeso il certificato di ultimazione lavori e vengono emanati degli ordini di servizio specifici, chiedendo l'ultimazione delle lavorazioni. Il dialogo tra Direzione lavori, Responsabile procedimento e azienda va avanti per settimane a colpi di ordini di servizio, valutazioni e controdeduzioni richieste, fino a che – tra penali da applicare e relazioni agronomiche – il 7 agosto 2019 viene rescisso il contratto.

Dice la relazione interna: “In particolare risultano conferiti circa m3 14.500 invece dei circa 32.000 m3 previsti negli elaborati grafici

A spiegare cosa sarebbe successo nella zona di Narcao, l'area in cui sono stati realizzati i 20 km di condotte, è una relazione interna di Abbanoa. Si legge nella relazione: “Le lavorazioni marginali per concludere le quali la DL ha concesso i 60 giorni di legge, se è vero che non compromettono la funzionalità idraulica (solo quella e non quella elettromeccanica, elettrica e tlc) non sono state comunque eseguite dall'impresa determinando così, a norma di legge, l'annullamento del certificato di ultimazione lavori emesso dalla DL a condizione che venissero eseguiti entro i detti 60 giorni successivi i lavori mancanti, oltre alle conseguenti criticità di natura ambientale che possono produrre effetti sotto altri profili e conseguenti responsabilità (danno ambientale)”.

Secondo la relazione interna, la stima di lavorazioni (trasporto, conferimento in discarica) che non sarebbero state eseguite sarebbe "dell'ordine dei 600.000 €".

Poco più sotto, la relazione parla dei materiali non sarebbero stati conferiti in discarica. Una presunta difformità che viene menzionata nella determinazione del 7 agosto. Per Abbanoa, le lavorazioni considerate dalla DL non eseguite “costituiscono grave inadempimento contrattuale”. Secondo la relazione (e la stessa determinazione di rescissione contratto), non sarebbero state conferite in discarica “terre provenienti dagli scavi”. Secondo la relazione, “le terre che, dai formulari di discarica e dagli esecutivi di cantiere presentati dall'impresa, sono state conferite a discarica risultano essere di molto inferiori rispetto a quelle che si sarebbero dovute conferire”.

Nella relazione si legge anche una presunta stima di quanto mancherebbe all'appello: “In particolare risultano conferiti circa m3 14.500 invece dei circa 32.000 m3 previsti negli elaborati grafici”. Secondo tale documento, non risulterebbe “conferito a discarica oltre il 50% del materiale di scavo”. Il documento parla anche della quantificazione dell'importo “relativo alle lavorazioni non eseguite di trasporto e conferimento a discarica, ricompresi nella macro categoria di scavi e reinterri, In prima ipotesi – continua la relazione – la stima è dell'ordine dei 600.000 €”.

Stando a quanto si legge nel documento interno di Abbanoa, non sarebbero state rispettate le "prescrizioni ambientali".

A questo punto ci si domanda cosa sarebbe successo nella zona in cui era prevista l'esecuzione dell'appalto in questione. Secondo tale documento, vi sarebbe in corso un'indagine del Corpo Forestale: “l'accumulo di terra lungo il tracciato dell'acquedotto, in particolare lungo il tratto A, configura il reato di “discarica abusiva” sul quale è in corso un'indagine da parte di CFVA e Arpas”.

Da quanto di apprende, in seguito a una conferenza di servizi con gli enti preposti (Savi, Ras, CFVA, Stoi, Arpas), si dovrebbe procedere per definire le “modalità operative per il ripristino dello stato dei luoghi ante intervento”.

La rescissione contrattuale di Abbanoa viene citata, inoltre, dal Consorzio di Bonifica della Gallura come una delle motivazioni per l'esclusione dell'Ati guidata da Apulia Srl nell'appalto per il canale adduttore della Diga del Liscia.

Rinnoviamo le nostre domande al Comune di Olbia e al Cipnes, rimanendo a disposizione per qualsiasi tipo di replica/rettifica:

  • Cipnes e Comune di Olbia sono a conoscenza di tutto ciò?