Wednesday, 03 December 2025
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Pubblicato il 03 December 2025 alle 17:30
Olbia. Nel cuore di Olbia sta prendendo forma una rivoluzione silenziosa: dove per anni si sono accumulate incuria e manifesti lacerati, ora la città vede emergere un segno di bellezza e consapevolezza. Il lungo muro che affianca la vecchia stazione ferroviaria e conduce a piazza San Simplicio si sta trasformando in una vera opera d’arte urbana, firmata da Laura Batzu, l'artista famosa per il suo delicato Neosimbolismo.
Le figure femminili di Laura Batzu sono riconoscibili per la loro essenziale delicatezza e per l’assenza della parola, tanto che sembrano voler custodire emozioni profonde che trovano espressione solo nel silenzio. In questi giorni, quell’universo poetico che abita le sue tele prende forma nella città di Olbia, dove l’artista sta realizzando un murale destinato a diventare simbolo di rigenerazione urbana. Le sue donne, sospese tra realtà e sogno, diventano così ambasciatrici di un nuovo sguardo sulla città: un invito a immaginare possibilità altre, a trasformare il degrado in bellezza e a restituire significato agli spazi dimenticati.
L’intervento, promosso dal Comune come parte di un più ampio progetto di rigenerazione urbana, punta a restituire valore a una zona simbolo del tempo che passa, oggi al centro di un’importante riqualificazione. Il nuovo murale racconta una storia femminile potente, che affonda le sue radici nella memoria dell’antica Olbia.
La protagonista dell’opera è una figura di donna che si poggia con grande delicatezza su un architrave in granito. Non si tratta però di un semplice elemento architettonico, ma di un reperto che apparteneva al tempio romano dedicato alla dea Cerere. Un riferimento storico questo, di eccezionale valore che oggi troviamo essere custodito nel cimitero monumentale di Pisa. Il reperto archeologico è legato alla vicenda di Atte liberta di Nerone, che nel suo esilio sardo volle dedicare il luogo di culto alla divinità Cerere. Un passato che torna a vivere oggi sulle pareti di Olbia, connesso idealmente alla basilica di San Simplicio e alle persone che ogni giorno attraversano questo spazio urbano.
Al tempo stesso, il murale entra in dialogo con le nuove opere in corso attorno alla vecchia stazione: giardini, infrastrutture rinnovate, un sottopasso pedonale che collegherà in modo più sicuro e diretto l’area ferroviaria al quartiere di San Simplicio. Segni concreti di un cambiamento che non cancella la storia, ma la valorizza, grazie alla sensibilità di una grande artista che al nostro incontro ci ha raccontato la genesi del suo attuale affascinante progetto artistico.
Come le è venuta l'idea del murales e come si relazione con questa forma espressiva?
"Affascinata dal muralismo sardo più tradizionale e dalla sua comunicatività, da tempo
desideravo sperimentare questa forma espressiva. Il mio approccio al murale è quello di una pittrice che cerca di portare la sua arte semplicemente su una "tela più grande", come a suo tempo fecero artiste sarde come Maria Lai e Liliana Cano".
La riqualificazione urbana può passare anche attraverso l'arte secondo lei?
"Credo che la responsabilità di un'artista sia sempre quella di portare bellezza o indurre riflessioni, al di là della sua forma espressiva; e questa, inserita in contesti di riqualificazione urbana, può sicuramente portare quella luce di cui l'arte è capace".
Quale è il messaggio che vorrebbe trasmettere attraverso questo suo nuovo lavoro ?
"La scelta del soggetto del murale parte dal concetto del sacro in relazione alla vicinanza alla basilica di San Simplicio che ho voluto mettere in comunicazione con il contesto degli scavi archeologici del sito sottostante la chiesa, in particolar modo con l'architrave del Tempio di Cerere, conservata oggi a Pisa, che sostiene la figura nel murale. Sull'architrave è ancora leggibile un'iscrizione che fa riferimento ad Atte, la liberta di Nerone. Il reperto diventa sia un simbolo della storia millenaria della nostra città, che un rimando a Cerere, Dea della natura e dell'agricoltura, che può essere associata alla MadreTerra, in una riscoperta del ruolo del femminile al passo con quest'epoca. In una città portuale e multiculturale come Olbia, una figura angelica come la protagonista del murale, presente nell'immaginario comune di molteplici culture e religioni comunica un messaggio universale di solidarietà e altruismo invitando ad essere angeli in-consapevoli in una società che a volte sembra prendere una deriva sempre più individualistica".
Cosa consiglia a chi volesse cimentarsi nell'espressione artistica dei murales?
"Cosa consiglio a chi vuole cimentarsi nell'espressione artistica dei murales?
Ripropongo lo stesso consiglio che mi è stato dato da un grande muralista sardo: "prova, buttati, fai esperienza!".
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