Thursday, 07 August 2025
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Pubblicato il 07 August 2025 alle 12:20
Golfo Aranci. In un contesto di grande fermento per l’inclusione sociale la Sardegna si distingue sempre più con iniziative che promuovono sport e diversità. La recente Summer Class di Golfo Aranci organizzata dalla Fise Sardegna, ha rappresentato un esempio concreto di come lo sport possa abbattere barriere e favorire l’integrazione. Durante i quattro giorni di attività, oltre 40 atleti, tra normodotati e portatori di disabilità, hanno partecipato a discipline come Pony Games e polo, dimostrando che l’abilità e la diversità possono convivere armoniosamente.
L’evento ha coinvolto diverse società locali, creando un’occasione di crescita e scambio tra tecnici, famiglie e atleti. Al centro di questa iniziativa c’è anche l’ippoterapia, una disciplina che utilizza il rapporto con i cavalli per migliorare le capacità psicomotorie e sociali di soggetti con disabilità. Per approfondire questa affascinante realtà, abbiamo intervistato Alessandra Pes di San Vittorio specialista in ippoterapia, che ci ha spiegato come questa pratica possa rappresentare un vero e proprio strumento di empowerment e inclusione sociale.
Alessandra potresti raccontaci qualcosa sul tuo centro e sulla sua esperienza nel campo dell’ippoterapia?
"Il mio centro si chiama ASD Club Ippico Capuano. Ho iniziato il mio percorso nel 1995, quando ho frequentato il primo corso ANIRE per addetti alla terapia a mezzo del cavallo. Successivamente, mi sono specializzata nell’area psicointellettiva".
Come è evoluto il tuo percorso professionale nel tempo?
"Nel 2003 la Fise ha istituito il dipartimento di Riabilitazione Equestre. Ho sostenuto un esame per convertire i miei titoli e sono diventata Tecnico Fise specializzata in R.E. Negli anni 2009/2010, sono diventata Tecnico di equitazione paralimpica Fise di secondo livello e ho frequentato un master organizzato dall’Università di Roma Tre e dal Cip, per diventare Educatore e Consulente per l’avviamento dei disabili allo sport".
Qual è stato il ruolo della Fisdir nel tuo percorso?
"La nascita della Fisdir, la Federazione Italiana Sport Paralimpici degli Intellettivo Relazionali, ha rappresentato una grande opportunità. Siamo affiliati e io sono diventata Tecnico Nazionale Fisdir. Questo ha aperto nuove possibilità per i nostri allievi, permettendo loro di partecipare a progetti di terapia che possono portare anche allo sport agonistico, se hanno le capacità".
Hai qualche esempio di risultati raggiunti con i tuoi allievi?
"Certamente! Nel 2010 abbiamo partecipato al primo campionato italiano Fisdir in Lombardia, dove siamo arrivati al primo posto in classifica. È stata una grande soddisfazione!".
Oltre al tuo impegno professionale potresti raccontarci un po’ della tua vita personale e delle persone che ti supportano?.
"Nel 1999 ho conosciuto Luca, anche lui appassionato di cavalli e istruttore di equitazione Fise discipline olimpiche di secondo livello. Nel 2003 ci siamo sposati e da allora portiamo avanti questo progetto di vita che va oltre l’aspetto tecnico. Luca segue i ragazzi normodotati nelle discipline olimpiche Fise, mentre io lavoro con quelli paralimpici. Oltre a lui, ci sono Emanuela, tecnica di sport equestri integrati Fise, Anna, assistente tecnico multidisciplinare Fisdir, e tanti volontari che ci aiutano e sostengono nella nostra associazione".
È davvero un lavoro di squadra! Quali sono le tue speranze per il futuro dell’ippoterapia e dello sport paralimpico?
"Spero che sempre più persone possano scoprire i benefici dell’ippoterapia e dello sport paralimpico. Vorrei continuare a offrire opportunità ai nostri allievi per crescere non solo come atleti ma anche come persone, promuovendo inclusione e autonomia attraverso il rapporto con i cavalli.È stato un piacere parlare del nostro lavoro e delle nostre esperienze".
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