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Carla Fracci. La regina della danza ad Olbia per la Vetrina Coreografica

Carla Fracci. La regina della danza ad Olbia per la Vetrina Coreografica
Carla Fracci. La regina della danza ad Olbia per la Vetrina Coreografica
Angela Galiberti

Pubblicato il 24 July 2015 alle 17:21

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Olbia, 24 Luglio 2015 - La Vetrina Coreografica di Danza, manifestazione internazionale organizzata da Mavi Careddu e dalla Life Dance Center, ha messo a segno un altro colpo: Carla Fracci come ospite d'onore durante la serata di Gala che si svolgerà domani nel Teatro Mario Ceroli di Porto Rotondo.

La signora della danza, Carla Fracci, ha incontrato questa mattina i giornalisti nella hall dell'hotel Abi d'Oru nel Golfo di Marinella. Vestita di bianco, sorridente, umile e gentile: così si presenta uno dei più grandi miti viventi internazionali che l'Italia ha donato al mondo.

Carla Fracci, nata nel '36, è per molti la personificazione del balletto. Elegante, eterea ed espressiva, la ballerina Fracci ha incantato sin dal 1958 le platee di mezzo mondo con il suo indiscutibile talento, riuscendo a ballare con i grandi della danza mondiale e con le più prestigiose compagnie del mondo. Una diva senza fronzoli, affascinante, misteriosa dietro quei suoi grandi occhi scuri e allo stesso tempo semplice come solo i grandi riescono ad essere.

Fracci è stata fino al 2014 assessore alla Cultura del Comune di Firenze. Uno dei tanti riconoscimenti al suo spessore professionale. Durante la sua brillante carriera, Carla Fracci ha fatto ciò che nessun altra etoile ha mai fatto: ha portato il balletto nei teatri di provincia, avvicinando il popolo alla grande tradizione della danza classica. Un patrimonio culturale inestimabile che dovrebbe essere alla portata di tutti e che, invece, troppo spesso rimane relegato nel ristretto cerchio degli appassionati e dei professionisti del settore.

"Facevamo il tutto esaurito ovunque - racconta Carla Fracci -. Anche all'Arena di Verona, esattamente come all'Opera. Oggi hanno tolto tutto, non c'è più nulla. Grandi festival sono in affanno. Questo è un danno per la danza".

Lei, Carla Fracci, è ben consapevole dell'immenso valore del suo lavoro come ballerina professionista. Non una semplice danzatrice, ma vera ambasciatrice della cultura. "Ho portato la danza nei piccoli centri, ho promosso la danza - continua la grande ballerina -. Ho ballato in carcere, a San Vittore, ho portato Isidora Duncun".

Carla Fracci parla a ruota libera, senza segreti o barriere. L'anoressia delle ballerine? Un mito. Essere madre è stato complicato? Neanche per sogno. I giovani? Pensano troppo alla tecnica. Carla Fracci, pur rimanendo elegante e a modo, non mette alcun filtro ai suoi racconti.

"L'anoressia non esiste tra le ballerine - racconta la Fracci -. Una ballerina anoressica non riuscirebbe mai a ballare, non avrebbe forza. Quando lavoravo a Verona, c'era una ragazza che soffriva di anoressia e l'abbiamo salvata con la danza. Lei non ballava, ma veniva a guardarci durante le prove. Veniva ogni giorno ed è stata proprio la danza a salvarla". La danza classica, così elegante ma anche così ferrea, è un concentrato di valori e bellezza che non può non colpire, specialmente chi è tanto sensibile da ammalarsi nel corpo e nell'animo.

Carla Fracci, durante la sua carriera, ha viaggiato tantissimo e lavorato con le più prestigiose compagnie di ballo del mondo: il London Festival Ballet, il Sadler's Wells Royal Ballet, lo Stuttgart Ballet, il Royal Swedish Ballet e l'American Ballet Theatre. Ha interpretato ruoli straordinari che hanno affascinato il pubblico e ballato con i più grandi ballerini di sempre: Rudolf Nureyev, Vladimir Vasiliev, Henning Kronstam, Mikhail Baryshnikov, Erik Bruhn, Gheorghe Iancu, Giuseppe Picone, Roberto Bolle.

"Chissà perché tutti si ricordano di Nureyev - dice la Fracci -, eppure ci sono stati così tanti bravi ballerini. C'è stato un tempo che, a New York, noi ballavamo in un teatro mentre un Nureyev ballava nel teatro di fronte. Durante la pausa tra il primo e il secondo atto, il pubblico si trasferiva da un teatro all'altro pur di vedere tutti e due gli spettacoli!". Era il periodo d'oro della danza, un periodo che tutti rimpiangono, soprattutto chi per questioni anagrafiche non l'ha vissuto e vive dei ricordi di chi, invece, ha vissuto quegli anni d'oro. Anni in cui un mostro sacro come Carla Fracci poteva permettersi di portare la danza dei piccoli teatri di provincia, regalando agli italiani il privilegio di ammirare un vero balletto.

Vita importante, quella di Carla Fracci. Una vita in cui non si è negata nulla, nemmeno le gioie della famiglia. "Non è stato difficile essere madre - dice Carla Fracci -. A tre mesi dal parto stavo già ballando e durante la gravidanza mi sono tenuta in esercizio. Noi siamo piccole, abbiamo il bacino piccolo, non diventiamo così grosse. Durante la gravidanza ho preso solo 6 kg. Certo, avevo una tata che mi ha aiutata. Lei è ancora con noi, è una di famiglia. Adesso si occupa dei nipotini. C'è stato un periodo in cui le ballerine non potevano avere figli. Non ne capisco il motivo. Forse ci vedevano come vestali, come qualcosa di puro o qualcosa del genere".

Adesso sono i giovani ad essere il futuro della danza. Carla Fracci, pur essendo una splendida 80enne, si occupa ancora della sua grande passione, con un occhio di riguardo ai ballerini di nuova generazione. "Oggi bisogna spiegare ai giovani che non c'è solo la tecnica - continua Carla Fracci -. La tecnica cambia a seconda del balletto. E' importante lo stile, la capacità di interpretazione. Nessun balletto è uguale all'altro. Ho fatto diversi film e capitava che, dopo un'esibizione in teatro, il regista mi dicesse "perché non hai fatto questo nel film?", ma noi non siamo delle macchine! Le interpretazioni non sono mai uguali, cambiano di serata in serata. Ed è proprio sullo stile, sull'interpretazione che i giovani mancano molto".

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