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"Autunno in Barbagia": questo weekend scopriamo Gavoi, Onanì e Meana Sardo

Olbia.it

Pubblicato il 06 October 2016 alle 10:36

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Olbia, 06 Ottobre 2016 - Grande successo anche quest'anno per la rassegna folkloristica"Autunno in Barbagia"; dopo Lula e Tonara, questo fine settimana, gli appuntamenti si spostanoin tre bellissimi borghi: Gavoi, Meana Sardo e Onanì.

Gavoi, comune con circa 2700 abitanti, è caratterizzatodaun centro storico con delle incantevoli vie dovesi possono ammirare le tipiche case in granito dell’architettura barbaricina molto ben conservate e ci si può lasciar trasportare alla ricerca degli scorci inaspettati arricchiti dai profumati balconi fioriti. Custode della cultura locale, il museo Casa Porcu Satta raccoglie una notevole collezione etnografica: gli abiti della tradizione gavoese, i giocattoli d’un tempo, gli strumenti degli antichi mestieri, la pregevole collezione di gioielli e amuleti in filigrana, e la raccolta di strumenti musicali. Tra questi spicca su tumbarinu, il tamburo che ritma il ballo e il carnevale e che ha reso Gavoi famoso in tutta l’Isola. Tra i siti archeologici da visitare si segnalano, vicino alla chiesa di Sa Itria, il famoso menhir Sa perda Longa che si leva da terra per più di 3 metri mentre un raggruppamento di menhir è ancora visibile nella radura di Perdas Fittas in località di Aratu. Nel territorio si conservano diverse domos de janas (come quelle di S’iscrithola e di Gurrai) e nuraghi, tra i più importanti vi è il nuraghe di Talaichè, alto circa 6 m, con la caratteristica copertura a tholos intatta. Oltre che per le suggestive costruzioni perfettamente integrate nel paesaggio e i monumenti che spaziano dal neolitico al ‘900, Gavoi è noto anche per le produzioni artigianali e dell’agroalimentare, che includono le rinomate patate, diverse tipologie di pane (tipicità del centro barbaricino sono su pane de fresa e su cocone cun foza) e di dolci legati alle diverse ricorrenze stagionali, e soprattutto il formaggio Fiore Sardo DOP, che rappresenta uno dei fiori all’occhiello delle produzioni latto-casearie dell’isola. Infine, da oltre 10 anni si organizza nel centro barbaricino l’importante festival della letteratura L’Isola delle Storie che richiama scrittori, attori, musicisti, giornalisti, artisti da tutto il mondo.

Meana Sardo, con i suoi 1800 abitanti, si trova in uno scenario incantato e caratterizzato da boschi, colline e sorgenti naturali si snodano i sentieri che conducono alla scoperta delle bellezze panoramiche e naturalistiche del territorio. I vigneti che ricoprono le colline circondano il paese donando colori e profumi inebrianti. Dal monte Bruncu Sant’Elia, a 1083 m, si può ammirare un’ampia veduta dei monti del Gennargentu e delle profonde valli scavate dai corsi d’acqua. Il principale è il Rio Arraxisi che segna il confine con Atzara. Passeggiando lungo il corso dei suoi numerosi affluenti ci si può imbattere in una delle fonti d’acqua freschissima di cui si serve la popolazione, come la sorgente Funtana Casida. Affascinanti paesaggi montuosi, testimoni di diverse ere geologiche, hanno dato origine alle leggende locali: secondo i racconti popolari i grandi massi calcarei in località Ortuabis (ortu de abis ‘orto delle api’) sarebbero degli alveari pietrificati a causa di una terribile maledizione lanciata sul proprietario come conseguenza della sua avarizia.

Onanì, un piccolo comune di circa 390 abitanti, che, il cui nome, secondo una leggenda popolarederiverebbeda un antico villaggio intitolato a un capotribù nuragico da cui deriverebbe Onanie, nome in sardo del paese di Onanì. I ritrovamenti archeologici testimoniano che le origini del centro risalgono all’età nuragica, documentata dai numerosi monumenti sparsi in tutto il circondario: dalle torri, alle tombe dei giganti, fino al pozzo sacro di Muros d’Avria. Il territorio però racconta una storia ancora più antica come dimostra la presenza delle sepolture scavate nella roccia denominate domus de janas (case delle fate) risalenti almeno al terzo millennio a.C. Le verdeggianti colline sono ricoperte da stupendi boschi di roverella circondati dalle essenze della macchia mediterranea, habitat ideale di diverse specie della fauna locale come cinghiali, lepri, pernici. Antichità e modernità convivono in un paese che può vantare origini che affondano nella preistoria e che ha saputo guardare al futuro scommettendo sull’arte e sulla propria cultura. Nel territorio comunale sono presenti numerosi siti archeologici, tra i quali: un pozzo sacro in località Muros D’Avria, le tombe dei giganti e diversi nuraghi. Percorrendo le vie del paese si rimane affascinati dai preziosi murales dipinti dal pittore Diego Asproni su commissione del Comune tra il 1984 e il 1990 a cui si sono aggiunti quelli di alcuni allievi dell’Accademia di Brera.