Wednesday, 28 May 2025

Informazione dal 1999

Bianca, Cronaca

Olbia, la storia di Giacomo: "da carabiniere a senzatetto, ho bisogno di aiuto"

L'uomo, senza fissa dimora dal 2017, lancia un appello

Olbia, la storia di Giacomo:
Olbia, la storia di Giacomo:
Camilla Pisani

Pubblicato il 06 April 2021 alle 06:00

condividi articolo:

Olbia. Ci sono storie che fanno male come un pugno nello stomaco, storie che hanno bisogno di essere raccontate: una di queste è la storia di Giacomo, senza fissa dimora da quattro anni, l’ennesimo caso di povertà economica che diventa esclusione sociale. Accompagnato fedelmente dal suo cagnolino Ryan, cui dedica ogni sua risorsa, Giacomo vede la sua vita sbriciolarsi nel 2017: dopo decenni impiegati come carabiniere e poi come tecnico informatico, all’indomani di un problema di natura economica, si trova costretto a vivere per strada; da quel momento in poi, si arrabatta tra lavori stagionali, temporanei, nella speranza di ritrovare una sua stabilità, pur nella completa solitudine. Questa è la sua storia: “mi chiamo Giacomo, per la precisione Giacomo Costa, e sono nato a Roma, ho 52 anni, ma sono Sardo, e da 4 anni vivo in auto bloccato, con dei familiari totalmente assenti. Sono stato un ex Carabiniere ed ex informatico, sono incensurato e non ho mai commesso reati di alcun genere, non bevo, non fumo, e mai drogato. La mia è una lotta continua per non morire. Depressione, inizio di Parkinson, ho anche altro, ma non voglio impietosire nessuno, anche perché devo occuparmi di Ryan, il mio cane che ho sempre al mio fianco". "Sono finito in mezzo alla strada Lunedì 2 Gennaio 2017. Dopo aver trovato un lavoro stagionale in Toscana, esattamente a Massa Marittima, a 60 KM da Siena, dalla metà di luglio ad i primi di dicembre, finita la stagione verso i primi di Dicembre del 2017 arrivo a Roma, nella speranza che mio fratello mi aiutasse ad uscire da questa situazione assurda. Per un anno ho dato una mano in un bar, colazione e pranzo gratis, ma avendo solo la mia auto come casa non è il massimo. Ho dato una mano in una pizzeria, dove in cambio mi sono assicurato la cena gratis. Per lavarmi vado in una palestra dove un tempo mi allenavo. Ogni tanto capita un B&B dove posso riposare un po’ quando arrivo alla cifra per potermelo permettere ovviamente. Non ho buone sensazioni, la vedo molto male, percepisco il reddito di cittadinanza ma è una cifra insufficiente per trovare un alloggio. Ci vorrebbe un miracolo. Nonostante la mia storia sia finita anche sui giornali, nessuno si è fatto avanti per darmi un aiuto sincero, nessuno ha mostrato un briciolo di umanità.Il giorno che lascio questo mondo, voglio essere messo accanto a mia madre che riposa a Luras dal 2015. Questo è il breve riassunto della mia situazione attuale”. Le parole di Giacomo sono amare, intrise di una delusione e di uno scoramento nei confronti dell’umanità che fa quasi male ascoltarle: la sofferenza di Giacomo sta infatti anche nella profondissima solitudine in cui versa, e da cui si preserva scrivendo e accudendo il suo cagnolino. Giacomo si trova in un piccolo alloggio concessogli dalla generosità di un amico (uno dei pochi rimastigli fedeli) ma dal 20 aprile sarà di nuovo per strada: una soluzione di svolta sarebbe per lui trovare un qualsiasi impiego ed un posto dove stare, ma il tempo stringe e incombe; di persone con difficoltà simili ce ne sono, purtroppo, sempre di più, ma è forse cominciando ad aiutare formando una catena di solidarietà, un tam tam positivo, che una goccia può diventare oceano.