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Foto di una gita di ottant’anni fa

Foto di una gita di ottant’anni fa
Foto di una gita di ottant’anni fa
Federico Bardanzellu

Pubblicato il 25 June 2017 alle 15:42

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Ci è pervenuta una foto di famiglia del lontano 1937. E’ una foto scattata in occasione di una gita domenicale di ottant’anni fa! All’epoca, non era in uso recarsi a mare con tutta la famiglia e la Costa Smeralda non era stata ancora “valorizzata” per attrarre le famiglie olbiesi. In quel lontano 1937, la meta di quella gita domenicale fu una modesta casa cantoniera della Strada Statale 392 del Lago del Coghinas: la Casa cantoniera di Caddau, nel territorio comunale di Tempio Pausania. E’ quindi un documento della semplicità della vita dei nostri nonni, anche per quanto riguarda le occasioni di festa e di svago.

Le case cantoniere erano un’istituzione dell’epoca pionieristica delle strade asfaltate. Erano date in concessione a un dipendente dell’amministrazione dello Stato e alla sua famiglia, in cambio della manutenzione del tratto di strada a lui affidato e con l’incarico di segnalare incidenti o pericoli che potessero sopraggiungere. Spesso, il cantoniere era un amico che accoglieva escursionisti e gitanti e gli metteva a disposizione il suo giardinetto per i picnic domenicali, offrendo loro anche da bere.

Poi, alla fine del secolo scorso, il servizio venne dismesso e le cantoniere offerte a riscatto alle famiglie che vi abitavano. Non tutte, però; molte di quelle restituite all’ANAS dai dipendenti collocati a riposo, rimasero abbandonate, per inerzia delle amministrazioni. Fu questo, probabilmente, il caso della cantoniera di Caddau, che appare oggi in totale stato di disfacimento al curioso che, a distanza di ottant’anni, voglia ripetere la gita di quella famiglia olbiese “immortalata” nella foto.

[caption id="attachment_80657" align="alignnone" width="1229"] Casa cantoniera di Caddau come appare oggi[/caption]

Diamo un’occhiata, allora, ai componenti di quel numeroso gruppo fotografato nel 1937. Il signore in alto a sinistra è il medico condotto cagliaritano Claudio Etzi. Che cosa aveva a che fare con la città di Olbia (ancora, per altri due anni, Terranova Pausania)? Si era sposato Angela “Lillina” Bardanzellu (quarta in alto a sinistra) e da lei aveva avuto quattro figlie femmine (tre sono riprese al centro, in seconda fila; la quarta è la seconda in basso, da sinistra). I due si erano conosciuti Cagliari, dove la giovane terranovese era stata destinata a insegnare, subito dopo la fine della Prima guerra mondiale. Claudio e Lillina si sposeranno a Terranova il 16 luglio 1923, nello stesso giorno in cui la sorella di Lillina, Quirica (quinta in alto da sinistra) sposò il cugino lurese Antonino Leoni.

Lillina era una ragazza “tosta”, si direbbe oggi. Come risulta dal servizio di Patrizia Anziani, nella presente rubrica “OlbiaCheFu”, fu la prima donna olbiese a conseguire la laurea; l’evento accadde nel 1920, alla facoltà di magistero dell’Università di Roma-La Sapienza. Il 1° dicembre 1922, accolse con la pistola in pugno i fascisti olbiesi e civitavecchiesi che si erano presentati davanti all’abitazione di famiglia di Corso Umberto I 64 per “purgare” suo fratello Achille, repubblicano e antifascista, convincendoli a cambiare aria.

Proseguiamo verso destra e troviamo Caterina “Ninetta” Bardanzellu, allora cinquantaquattrenne, sorella maggiore di Lillina. Ninetta si era assunta la gestione della farmacia di famiglia – la più antica di Terranova – ubicata nel locale terreno del palazzetto di Corso Umberto I e che era stata aperta da suo nonno, il farmacista calangianese Battista Tamponi. Non si sposò mai; si prese in carico l’attività alla morte della madre Marietta, sino alla propria scomparsa, tredici anni dopo questa gita a Caddau. Non essendo, Ninetta, laureata in farmacia, la titolarità della stessa era in capo al dr. Boassa di Cagliari. Anche questi, però, dovette aver preso parte alla gita, perché la signora alla destra di Ninetta che le sta ponendo una mano sulla spalla (seconda da sinistra, subito dopo il dr. Etzi) è la moglie del citato farmacista.

Alla sinistra di Lillina (quarta da destra, in alto) c’è la terza delle sorelle Bardanzellu, Quirica Lucia, detta “Lucietta”. Nata a Olbia quarantanove anni prima, si era impiegata alle Poste e Telegrafi; la sua dedizione al lavoro le impedì di pensare alle nozze prima dei trentacinque anni, un’età allora considerata avanzata per un matrimonio e non solo in Sardegna.

Il consorte, già vedovo e con una figlia, non appare nella foto. Lucietta concluse la sua carriera alla poste come direttrice dell’ufficio postale di Olbia, sito anch’esso in Corso Umberto I, proprio a fianco della sua abitazione. Fu la prima direttrice donna di ufficio postale ad Olbia e, quasi sicuramente, anche in Sardegna, se non addirittura d’Italia.

Andiamo avanti. Alla sinistra di Lucietta (terza e seconda, a partire da destra), troviamo le sorelle Maria e Caterina “Nina” Putzu. Maria aveva sposato il medico Achille Bardanzellu (assente nella foto, forse il fotografo) e, quindi, era la cognata delle tre sorelle già descritte. Trentaduenne e madre di due figli (ne avrebbe avuti altri due) era sicuramente una bella donna, come la stessa foto dimostra; forse – allora – una delle più belle donne di Olbia. Vivrà sino a oltre novantadue anni. Anche la sorella Nina, ripresa, nella foto, all’età di cinquant’anni, doveva essere di bella presenza; condivise con la sorella minore la longevità, vivendo sino a novant’anni. La fila in alto termina con il sig. Annibale Loizedda (primo da destra), fratello della moglie del dr. Boassa.

Le tre bambine al centro della foto sono figlie di Claudio e Lillina Etzi: Maria Eugenia, Giorgina ed Elisa, rispettivamente, di tredici, undici e otto anni. Giorgina si laureerà in scienze farmaceutiche e rileverà la titolarità della farmacia alla morte della zia Ninetta, ai primi anni cinquanta. L’attività verrà poi trasferita da Corso Umberto I a Viale Aldo Moro, negli anni settanta, e prenderà il nome di farmacia Etzi. Elisa perirà in un tragico incidente: gli si fermò l’automobile e, quando uscì dalla vettura, fu investita da un camion. Il bambino che segue è il figlio dei coniugi Boassa.

Non sappiamo chi sia il primo da sinistra dei bambini seduto sul paracarro. La prima da destra è Maria Ottavia Bardanzellu – sette anni all’epoca – primogenita di Achille e Maria Putzu; ci ha lasciato nel 2012 a ottantadue anni. La seconda da destra è Silvia Boassa, figlia del farmacista più volte citato. La terza è la più piccola delle sorelle Etzi: Claudia, ripresa nella foto che aveva solo cinque anni e tuttora vivente. E stata lei a inviarci via mail questa foto preziosa e non possiamo far altro che ringraziarla.

Passano solo cinque o sei da quando è stata scattata la precedente foto. Siamo nel 1942 e le maggiori delle sorelle Etzi non vanno più in gita con i genitori ma cominciano a frequentare i loro primi ammiratori. Le vediamo in quest'altra foto, gentilmente concessaci dall’ultra nonagenaria Agnese Bardanzellu, raffigurante un’altra gita, stavolta al mare, all’Isola di Mezzo. Maria Eugenia è la seconda ragazza da sinistra mentre Agnese le è vicino, alla sua destra e le stringe la mano. Entrambe le ragazze sono in costume da bagno “a pezzo intero”, il massimo della trasgressione, per l’epoca.

360 lace wigs

Giorgina è la prima ragazza da destra, con un gonnellino “dopobagno” al di sopra del costume. Il ragazzo che, per gioco, le sta tirando i capelli è Pasquale Bardanzellu, fratello di Agnese e che già all’epoca si faceva chiamare “Pascià”. Il giovane, diciottenne, pone l’altro braccio sulla spalla della sorella, sino a prendere per il collo Maria Eugenia, sempre per gioco. L’ultimo da destra è Silverio Piro, fratello di Leonardo, che sposerà Pasqua, detta “Lella”, sorella minore di Agnese e Pascià, probabilmente ancora troppo piccola per uscire di casa con gli amici. Sarà stato, forse, proprio Leonardo Piro l’autore di quest’altra foto, documento degli spensierati anni dell’Olbia che fu, nonostante la guerra in corso e la tragedia imminente dell’occupazione tedesca.

©Federico katebackdrop