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Pubblicato il 01 June 2019 alle 17:42
Olbia, 31 maggio 2019 - Può l'assenza di una pila rendere la vita veramente molto complicata a qualcuno? Sì, se questa piccola pila consente alla persona in questione di sentire e dunque di parlare e di comunicare con il mondo esterno.
A vivere questa disavventura è stata una giovane olbiesesorda che preferisce rimanere anonima: le protesi acustiche, per lei, sono fondamentali.
Sono quei piccoli marchingegni a rompere il silenzio in cui vivrebbe se questa tecnologia non esistesse.
Qualche giorno fa, la giovane olbiese doveva prendere un aereo per la Francia quando si è resa conto che le batterie delle sue protesi erano scariche.
"Ho pensato di trovarle in farmacia, ma alle 7 era chiusa - racconta la giovane olbiese -. Pensavo così di trovarle in aeroporto, ma non c'è una farmacia: solo un pronto soccorso".
La ragazza viene talmente presa dallo sconforto che è la Polizia ad intervenire per cercare di calmarla.
"Hanno cercato di tranquillizzarmi dicendomi che in Francia le avrei trovate, ma a destinazione abbiamo trovato 10/15 negozi Amplifon chiusi. A quel punto ho temuto il peggio. Pensavo di non parlare più perché sarei rimasta 5 giorni senza le protesi".
Alla fine, grazie all'aiuto di alcune persone del posto, la cittadina ha trovato le sue batterie ed è tornata a sentire.
"È stata un'odissea - dice -. L'Aeroporto di Olbia non può non avere una farmacia a disposizione degli utenti".
L'appello alla Geasar è chiaro come il sole: secondo la giovane una farmacia, in un aeroporto internazionale, sarebbe un servizio importante.
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