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Olbia, festa di San Simplicio tra novità e tradizione

Ecco il racconto della conferenza che ha presentato programma, progetti e idee

Olbia, festa di San Simplicio tra novità e tradizione
Olbia, festa di San Simplicio tra novità e tradizione
Barbara Curreli

Pubblicato il 04 May 2025 alle 15:00

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Olbia. La festa di San Simplicio, conosciuta come 'sa festa  manna de mesu maju' si racconta in conferenza stampa passando dalla storia alla cultura, alle tradizioni al senso di comunità. Ad aprire l'incontro in Basilica è il padrone di casa Don Antonio Tamponi che subito racconta il contesto storico della Basilica, dei lavori portati avanti negli ultimi tempi senza scordare le origini del cristianesimo, e quanto la Basilica stessa rappresenta un simbolo del cristianesimo.  

"La Basilica di San Simplicio, del 1600, va custodita e preservata, non dimentichiamo che la città è cristiana dal trecento, tra le prime città, non dimentichiamo che il Vangelo è stato ricevuto cento anni dopo che gli apostoli lo consegnarono". Sulla Basilica sono stati avviati tutta una serie di lavori a cui ha contributo anche la Regione e a proposito di lavori, restauri e recuperi. Don Tamponi ricorda che "oltre a pensare alla festa civile in sé bisogna anche fare cultura, conoscere la storia e questo è stato detto anche durante il conclave. Bisogna analizzare, -prosegue il parroco -raccontare la storia, far parlare le opere, le colonne, le pietre , bifore e trifore, non solo gli affreschi, serve la conoscenza dell'arte in tutte le sue forme".

"Inoltre verrà restaurato anche il Santo patrono e il suo altare, con l'augurio di poterlo ricostruire nella sua forma originale con le colonne di granito, "la linea che sta seguendo la città, che io benedico, è una grazia grande, quella di avviare e aiutare la comunità, gli stessi giovani verso la preparazione universitaria e questo è fondamentale per l'arte, per la cultura in generale e per essere una delle tre città più importanti della Sardegna. Grazie agli studi, alla cultura noi ci riappropiamo della nostra storia, la storia di una città che ha 5 milioni di anni, una città definita giovane ma non proprio giovane, ma sempre in evoluzione, essere una città di mare garantisce anche maggiori possibilità di lavoro mentre altre zone interne dell'isola soffrono, affrontano la crisi del lavoro."