Sunday, 04 May 2025
Informazione dal 1999
Pubblicato il 04 May 2025 alle 15:00
Olbia. La festa di San Simplicio, conosciuta come 'sa festa manna de mesu maju' si racconta in conferenza stampa passando dalla storia alla cultura, alle tradizioni al senso di comunità. Ad aprire l'incontro in Basilica è il padrone di casa Don Antonio Tamponi che subito racconta il contesto storico della Basilica, dei lavori portati avanti negli ultimi tempi senza scordare le origini del cristianesimo, e quanto la Basilica stessa rappresenta un simbolo del cristianesimo.
"La Basilica di San Simplicio, del 1600, va custodita e preservata, non dimentichiamo che la città è cristiana dal trecento, tra le prime città, non dimentichiamo che il Vangelo è stato ricevuto cento anni dopo che gli apostoli lo consegnarono". Sulla Basilica sono stati avviati tutta una serie di lavori a cui ha contributo anche la Regione e a proposito di lavori, restauri e recuperi. Don Tamponi ricorda che "oltre a pensare alla festa civile in sé bisogna anche fare cultura, conoscere la storia e questo è stato detto anche durante il conclave. Bisogna analizzare, -prosegue il parroco -raccontare la storia, far parlare le opere, le colonne, le pietre , bifore e trifore, non solo gli affreschi, serve la conoscenza dell'arte in tutte le sue forme".
"Inoltre verrà restaurato anche il Santo patrono e il suo altare, con l'augurio di poterlo ricostruire nella sua forma originale con le colonne di granito, "la linea che sta seguendo la città, che io benedico, è una grazia grande, quella di avviare e aiutare la comunità, gli stessi giovani verso la preparazione universitaria e questo è fondamentale per l'arte, per la cultura in generale e per essere una delle tre città più importanti della Sardegna. Grazie agli studi, alla cultura noi ci riappropiamo della nostra storia, la storia di una città che ha 5 milioni di anni, una città definita giovane ma non proprio giovane, ma sempre in evoluzione, essere una città di mare garantisce anche maggiori possibilità di lavoro mentre altre zone interne dell'isola soffrono, affrontano la crisi del lavoro."
"C'è stato un grande lavoro per organizzare la festa ringrazio il sindaco, il comitato e la popolazione, parliamo di una festa che tende ad avere agli stessi numeri di Sant'Efisio, sicuramente un dono speciale per la città". Il sindaco Settimo Nizzi conferma che "questa festa è la più importante della città, del territorio, rappresenta una parte importante della comunità, una festa del popolo, non è importante quanto si dà, ma quanto cuore ci si mette, la celebrazione religiosa con la messa e la processione sono i due momenti più importanti, ma non dimentichiamo che ci piacciono i panini e la festa dei bambini con i giochi, le giostre. La festa è bella perché è così - conclude il primo cittadino -perché c'è anche una parte di intrattenimento per comunità, e non va cambiata perché in questo modo, la comunità, la città si sente più vicina al santo, alla comunità religiosa e più partecipe della festa stessa".
Sabrina Serra vicesindaco aggiunge: "siamo legati al passato ma non conosciamo purtroppo la storia della nostra città, ringraziamo il comitato perché senza di loro non avremmo potuto fare tante cose e da quest'anno- prosegue la Serra- abbiamo anche l'ulteriore prestigio perché la festa di San Simplicio diventa uno degli eventi identitari della Regione Sardegna, che in questo momento sono sei". Questo valore aggiunto ha fatto sì che ci fosse da parte della regione la concessione di un contributo. Ed ecco dunque la parte economica, l'investimento su questa festa: un costo totale di 300 mila euro di cui 100 mila arrivano dalla questua, quindi il contributo volontario da parte dei cittadini; 100 mila euro li ha dati il Comune e 100 mila euro, il restante terzo lo ha fornito la Regione Sardegna. È cambiata dunque la modalità di gestione dell'evento" tratta di eventi di particolare importanza, che si vogliono valorizzare anche da parte dell'assessorato alla cultura e al turismo.
Don Tamponi ritornando sul filone della cultura e della storia della città aggiunge che "laicità e cultura sono due cose opposte se non si comprende, se non si conosce: laicità vuol dire non sapere niente oppure non avere relazioni umane, e questo riguarda ogni ambito, bisogna superarsi, camminare su uno stesso percorso e quindi bisogna sapere tutto, conoscere sia la parte religiosa ma anche la parte della cultura, della storia".
Il comitato presente nelle persone del direttivo: il presidente Giovanni Varrucciu, la segretario Giuseppe Asara, la vice Tiziana Asara e il tesoriere Tore Asara confermano: "abbiamo un ottimo rapporto con la popolazione e anche con gli sponsor, poco o molto che sia, la gente ha partecipato, la cittadinanza contribuisce e a quel punto si sente partecipe della festa , come scherzosamente dicono al comitato "se si partecipa ci si sente anche poi in dovere di approvare o criticare quello che è il programma della festa".
Da vent'anni la festa di San Simplicio è stata inserita nel calendario dei grandi eventi, una legge che ha ridato valenza alla festa, e lo stesso Don Tamponi ricorda riprendendo il concetto di comunità espresso dal primo cittadino, che si tratta "di un evento della città, sulla città, non della chiesa, un evento che sicuramente favorisce anche il ritorno in centro e favorisce anche la possibilità di non spegnere una tradizione facendo riferimento in questo caso anche a tutti i gruppi sia quelli folk ma anche ai cori polifonici ricordando quello che è il concetto della comunità che con la festa sia nella parte religiosa che in quella civile comporta un ri- trovarsi per strada e fare in questo caso comunità".
Il presidente del comitato Giovanni Varrucciu aggiunge: "noi ci occupiamo della parte laica della festa,ogni anno ci organizziamo cercando di dare il meglio, ci teniamo alle tradizioni e se sembriamo ripetitivi, è perché diamo valore alle tradizioni e a determinate parti della manifestazione, chiamiamo infatti i poeti, i gruppi folk e i cori polifonici"
Alla domanda se la festa è stata prolungata Varrucciu risponde: "la festa non viene prolungata ma organizzata in base alla giornata in cui cade il 15, San Simplicio, e quindi quest'anno sa festa manna de mesu maju sarà dal 13 al 18. Giunge dunque un invito a tutta la cittadinanza , a tutto il territorio della Gallura e dell'isola a partecipare ma come precisa lo stesso Varrucciu: "l'invito è esteso a tutti, tutti sono invitati, ma noi comitato non siamo i padroni della festa, la città ha contribuito e deve onorare la festa, noi facciamo quello che ci viene chiesto dalla cittadinanza, siamo qua per questo".
Ecco dunque il programma di questa 5 giorni, (raccontato anche sulla pagina Ig al profilo comitato_sansimplicio_olbia) che accoglie e coinvolge cittadinanza e non solo, con diversi eventi che potranno accontentare bambini, giovani, famiglie e persone legate alla tradizione.
04 May 2025
04 May 2025
04 May 2025
04 May 2025
03 May 2025
03 May 2025
03 May 2025
03 May 2025
03 May 2025
03 May 2025
03 May 2025