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Olbia, screening porti e aeroporti da rafforzare: ecco il piano

Si punta ai tamponi prima dello sbarco in Gallura

Olbia, screening porti e aeroporti da rafforzare: ecco il piano
Olbia, screening porti e aeroporti da rafforzare: ecco il piano
Angela Galiberti

Pubblicato il 25 March 2021 alle 06:00

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Olbia. Non è ancora chiaro come si evolverà il 2021 dal punto di vista turistico (molto dipenderà dalla campagna vaccinale), ma una cosa è certa: l'Isola va protetta e per proteggerla è necessario controllare gli arrivi, un po' come sta facendo la Grecia che ha deciso di creare isole Covid-free e di accettare turisti vaccinati. La Sardegna, però, non è uno stato indipendente e i suoi margini di manovra – benché nel solco dello Statuto speciale – sono molto limitati. Nonostante questo, l'idea portata avanti dalla Giunta Solinas è sempre quella: controllare gli ingressi. Ovviamente, il nodo critico è la Gallura (e in particolare Olbia) dove già oggi l'Ats prevede – con i flussi attuali – un netto rafforzamento dei moduli per lo screening dei passeggeri. Screening che è sempre su base volontaria poiché non ci sono ancora linee guida comuni né a livello nazionale, né a livello comunitario. Dopo anno di pandemia, ancora oggi gli Stati si muovono in ordine sparso senza considerare una strategia globale che possa portare benefici a tutti. Torniamo alla Sardegna. In questo momento sono due i documenti chiave di questa strategia: da una parte “Sardegna Sicura – Piano Porti e Aeroporti” recentemente approvato, dall'altra parte un avviso per lo screening da realizzarsi negli aeroporti di partenza. Partiamo dal primo documento: in base all'ordinanza numero 5 del presidente della Regione Christian Solinas, negli aeroporti e nei porti sardi i passeggeri in arrivo devono dimostrare di avere l'autocertificazione e devono scegliere un'opzione tra la quarantena, un certificato di vaccinazione o di tampone molecolare negativo, un tampone antigenico rapido fatto allo sbarco, un tampone molecolare fatto entro 48 ore sul suolo sardo. Nel Piano “Porti e Aeroporti” ci sono alcuni dati interessanti: intanto, l'otto marzo sono arrivate in Sardegna 2.506 persone e tra queste 1.157 hanno accettato di fare un tampone antigenico rapido negli scali. Tra tutti i tamponi fatti è stata rilevata una sola positività. Il 10 marzo, i numeri si ripetono: 1.028 tamponi fatti con 5 positività confermate con tampone molecolare. La maggior parte dei tamponi è stata eseguita tra la Gallura e Cagliari: rispettivamente 369 e 397. Per eseguire questo screening, l'Ats ha predisposto dei “moduli” così composti: un amministrativo per l'accettazione, due “tamponatori”, un medico per la lettura e la refertazione. Ogni due di questi moduli, quindi ogni 4 “tamponatori”, c'è un infermiere fuori campo. Il modulo “base” consente, secondo l'Ats, di eseguire 50 tamponi all'ora. Se a Elmas hanno usato tre moduli per smaltire 150 persone in un'ora, l'Ats sottolinea che “i moduli così come definiti sono idonei a garantire il controllo dei passeggeri in condizioni di basso flusso turistico. Nell’eventualità di un consistente aumento del flusso di passeggeri che non abbia eseguito preventivamente quanto indicato nell’ordinanza n. 5 del 05.03.2021 i tempi di attesa potrebbero allungarsi sino a diventare poco sostenibili anche a fronte di un notevole dispiegamento di forze, sia in termini di mezzi che di persone, da parte di ATS SARDEGNA”. Il problema dei flussi turistici non è certamente “aria fritta”, anzi tutto il contrario: un problema concreto, tangibile, che conosciamo molto bene soprattutto anche in considerazione di quanto successo nell'estate 2020 quando – poco dopo ferragosto – si è assistito a una crescita dei contagi che ha dato il via alla seconda ondata. Scrive l'Ats: “L'imminenza dell’ apertura della stagione turistica, in regione Sardegna, collegata alla piena riapertura dei collegamenti tra la Sardegna e la restante parte del continente pone una serie di problematiche legate all'attuale situazione emergenziale ed alla possibile evoluzione della curva dei contagi di infezione Covid-19. In particolare la piena operatività dell'Aeroporto di Cagliari, Olbia e di Alghero e degli scali marittimi della Sardegna, lascia prevedere, a partire dal mese di Giugno l'arrivo di un rilevante numero di persone che trascorreranno le proprie vacanze all'interno della Regione Sardegna. La provenienza del flusso turistico sarebbe in larga parte legata a turismo nazionale ma in una percentuale rilevante, almeno il 50% del traffico aereo, riguarderebbe turismo internazionale”. L'azienda sanitaria regionale individua, inoltre, le aree nelle quali il turismo ha maggiore impatto: la Gallura costiera, l'area di Stintino-Alghero-Bosa, il Golfo di Orosei e l'Ogliastra. Specifica il documento: “Se si escludono le Aree di Villasimius-Muravera e Pula-Domus De Maria appare evidente come la maggior pressione turistica riguardi l’area centro–nord della Sardegna. L’analisi dei flussi turistici evidenziano che per i mesi di luglio e agosto è necessario un rafforzamento delle risorse previste per i moduli screening al fine di garantire un controllo adeguato e accurato di tutti i passeggeri in ingresso in Sardegna”. L'Ats non si addentra in una previsione del fabbisogno di personale per i punti screening, ma avverte: esiste un punto di saturazione. Si legge: “L’analisi del fabbisogno di risorse umane per ogni modulo screening riferita ai volumi di traffico attuali evidenzia che le risorse umane possono variare in rapporto al tasso di riempimento degli aeromobili e sono adeguate per un arco temporale di poche settimane. Al momento non è possibile prevedere quale potrà essere il flusso turistico nel periodo pasquale perché questo sarà in gran parte collegato alle prescrizioni che il governo deciderà nei Decreti o DPCM di prossima emanazione. Come detto in precedenza esiste in ogni caso una soglia di saturazione della capacità massima di tamponamento dettata dai limiti logistici e delle risorse umane impiegabili”. Per quanto riguarda la Gallura, i fabbisogni stimati con i volumi attuali sono i seguenti: Aeroporto Costa Smeralda: 3 moduli, 6 amministrativi/tecnici, 7 infermieri, 3 medici; totale 16 risorse umane per turni, totale turni 2; Porto Isola Bianca: 3 moduli, 6 amministrativi/tecnici, 7 infermieri, 3 medici; totale 16 risorse umane per turni, totale turni 2; Porto Golfo Aranci: 1 modulo, 1 amministrativo, 2 infermieri, 1 medico; 4 unità per turno, un turno totale giornaliero; Porto Santa Teresa Gallura: mezzo modulo, 1 amministrativo, 1 infermiere, 1 tecnico; totale unità 3 per turno, un turno giornaliero. Per tutte queste attività, che riguardano chiaramente anche il resto della Sardegna, Ats ha messo a disposizione una tranche per marzo, aprile e maggio pari a 500.000 euro. Questa però non è l'unica opzione a cui Ats Lavora: recentemente è stato pubblicato un avviso per una “manifestazione di interesse per la fornitura del servizio di screening per la prevenzione del contagio da virus Sars-Cov-2 dei viaggiatori in partenza per la Regione Sardegna dagli Aeroporti di Milano Malpensa, Milano Linate e Bergamo Orio al Serio”. La manifestazione di interesse non prelude necessariamente a un affidamento, ma è chiaro che l'intento di fondo è cercare di utilizzare tutti gli strumenti a disposizione (anche sotto il profilo giuridico) per proteggere la Sardegna. L'idea è quella di compiere lo screening prima che il passeggero arrivi nell'isola. Come? Con test rapidi antigenici di ultima generazione. Ovviamente, non si tratta di test obbligatori. Leggiamo: “Del risultato del test antigenico dovrà essere rilasciata apposita certificazione all’interessato. In caso di positività al test antigenico, dovrà essere immediatamente proposta l’effettuazione di test molecolare, il cui risultato dovrà essere comunicato all’interessato entro 12 ore dalla sua effettuazione, rilasciando apposita attestazione dell’esito. Il servizio dovrà essere effettuato presso gli Aeroporti Milano Malpensa, Milano Linate e Bergamo Orio al Serio per la durata di mesi 6 a partire dall’affidamento. Saranno potenziali fruitori del servizio tutti i viaggiatori in partenza dai citati Aeroporti verso la Regione Sardegna, senza distinzione di orario o Compagnia Aerea”. E ancora: “Il servizio prevede l’effettuazione del tampone rapido antigenico su base volontaria. Per garantire la partenza puntuale del volo, la ditta aggiudicataria dovrà garantire la possibilità di effettuare il test a partire da 3 ore prima l’orario di ciascuna partenza. Il test potrà essere effettuato previa esibizione del biglietto aereo per la Sardegna prenotato per quella stessa giornata. Il servizio dovrà essere erogato da personale sanitario qualificato (medici, infermieri o assistenti sanitari) in possesso di adeguata esperienza in materia. Prima dell’esecuzione del tampone, il viaggiatore dovrà essere registrato sull’apposita piattaforma informatica, allo scopo di tracciare l’esito del test; anche detta attività sarà a carico della Ditta affidataria del servizio. Tutte le spese organizzative, di personale, DPI, ogni e qualsiasi onere derivante dallo svolgimento del presente servizio è a carico della Ditta aggiudicataria”. Finché a livello nazionale e comunitario non si daranno delle linee guida precise e univoche, la Sardegna sarà costretta ad andare “a tentoni” e così la sua economia.