Sunday, 19 October 2025
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Pubblicato il 19 October 2025 alle 09:00
Olbia. Cari lettori, l’argomento che tratteremo in questo nuovo numero della nostra rubrica “Pillole di benessere e crescita personale riguarda tutti ed è, da sempre, un trigger point dibattuto ma cela dietro di sé infinite possibilità evolutive. Ci riferiamo alla tematica delle relazioni – di coppia e non – con altri esseri umani: partner, amici, famiglia, lavoro. In questo viaggio ci guideranno le coach Rita Abeltino e Rita Bianco, esperte in tecniche di comunicazione efficace e in crescita interiore.
Pare che la vita intera sia fatta di relazioni. Ne instauriamo di continuo con tutti e tutto. E gli ultimi studi scientifici ci rivelano che LE RELAZIONI che abbiamo con gli oggetti, con gli alimenti, con il clima, con i mezzi di trasporto e con le persone RIFLETTONO il RAPPORTO che ABBIAMO CON NOI STESSI che a sua volta è profondamente INFLUENZATO dal rapporto che avevamo da bambini con gli adulti di riferimento. Il modo in cui reagivano gli adulti nei nostri confronti, in maniera particolare i genitori, spesso coincide con il modo in cui ci comportiamo verso noi stessi oggi, sia in positivo che in negativo. Cambiando il modo in cui guardiamo le relazioni, tutto cambia. È proprio a partire dall’osservazione delle nostre relazioni che possiamo guardarci dentro, esplorare il nostro vissuto emotivo e trasformarlo per crescere e diventare persone più consapevoli e felici.
Ma cosa vuol dire che le relazioni ci rispecchiano? Ce lo spiega Maria Bianco: “Ciò a cui diamo il consenso di entrare nella nostra vita riflette sempre: qualità che sono presenti in noi; convinzioni limitanti che arrivano dal passato; comportamenti, che magari noi non ci diamo il permesso di avere. E questo è vero in qualsiasi tipo di rapporto: capo, compagni, figli, amici. Non potremmo instaurare relazioni con queste persone se il loro modo di essere non fosse complementare alla nostra vita. Gli altri, sappiamo bene che è impossibile cambiarli e allora, l’unico modo per cambiare le relazioni che non ci piacciono e le dinamiche che ci fanno soffrire, è cambiare prima sé stessi. Cambiando i nostri SCHEMI MENTALI, vedremo infatti pian piano che anche gli altri appariranno trasformati”.
L’amore, ci insegna la psicologia, non è mai all’esterno: è dentro di noi e finchè non lo scopriremo, sarà inutile cercarlo al di fuori. Non arriverà mai infatti quella persona che ci salverà da noi stessi se noi per primi non inizieremo ad amarci. Possiamo però iniziare a riflettere su cosa in noi allontana l’amore. Forse sono i giudizi? Sentirsi inadeguati? Pensare di valere poco? Standard irraggiungibili? Paura dell’intimità? Pensare che sia impossibile amarci? Avere la convinzione di non essere amabili? E una volta individuato il motivo, chiediamoci: come abbiamo vissuto l’amore durante l’infanzia? I nostri genitori esprimevano amore e affetto? Abbiamo ricevuto abbracci? Oppure nella nostra famiglia l’amore si esprimeva con litigi, urla, pianti, porte sbattute, manipolazione, controllo, silenzio, vendetta?
“Se è stato così, molto probabilmente da adulti cercheremo esperienze simili e troveremo persone che rafforzeranno queste idee – spiega Rita Abeltino - Se durante l’infanzia cercavamo l’amore e abbiamo trovato la sofferenza, da adulti potremmo replicare inconsciamente queste dinamiche disfunzionali ma familiari e cercare una relazione di coppia che ci faccia rivivere esattamente le stesse esperienze ed emozioni, a meno che non scegliamo consapevolmente di liberarci dai vecchi schemi. Se continuiamo a ripetere un’abitudine o uno schema, significa che abbiamo bisogno di quella ripetizione, il bisogno corrisponde ad una nostra convinzione. Se non avessimo questo bisogno, non avremmo quello schema o quell’abitudine, non avremmo la necessità di fare una certa cosa o di essere in un certo modo. La soluzione non è criticarsi, quanto piuttosto LASCIARE ANDARE QUEL BISOGNO. Le critiche abbattono e non servono a cambiare nulla. Gli elogi e i complimenti, invece, rafforzano le intenzioni e possono apportare cambiamenti positivi. I vecchi schemi di pensiero e le convinzioni continuano a dare forma alle nostre esperienze fino a quando non decidiamo di lasciarli andare e lo facciamo. Le RELAZIONI RIFLETTONO NOI STESSI COME UNO SPECCHIO, quelle positive sono facili da apprezzare, mentre quelle “negative” o meno positive possono essere una vera sfida. Quando incontriamo qualcuno che ci fa arrabbiare, chiediamoci in che modo questa persona riflette qualcosa di noi”.
Ma se è vero che le relazioni rispecchiamo delle parti di noi, è vero anche che, se osservate con consapevolezza, possono innescare le dinamiche dell’infanzia, aiutandoci a guarire le antiche ferite. Se non siamo coscienti di questo andiamo avanti con il nostro pilota automatico, senza nemmeno capire cosa sta succedendo, ma se siamo presenti e consapevoli, tutto ciò diventa scuola di vita. E questo vale per ogni tipo di relazione, non solo per quelle sentimentali.
“Più siamo consapevoli, più cresciamo e più riusciamo a cambiare gli schemi – continuano le coach - Siamo abbastanza a nostro agio con le parti meravigliose e adorabili di noi che vediamo riflesse negli altri (zone luce). Quando vediamo riflesse invece parti "negative" di noi (zone ombra), invece, tendiamo a autoconvincerci che sia "un problema dell'altro". Questo processo psicologico si chiama PROIEZIONE. La persona che ci da più fastidio è nostro più grande maestro. Potrebbe accadere anche che quando ci dà terribilmente fastidio il comportamento di una persona, in noi non ci sia quella qualità che detesto ma che in realtà ci potrebbe invece essere il NOSTRO OPPOSTO, ovvero: NON CI DIAMO IL PERMESSO di fare quello che fa l’altro. Quindi magari a volte ci da fastidio il comportamento di altre persone perché loro si danno il permesso di fare qualcosa che noi ci neghiamo per paura del giudizio o di sentirci sbagliati. Quindi, possono essere parti di noi agite e parti di noi non agite”.
Come fare quindi a utilizzare le relazioni ai fini della nostra crescita personale ed evoluzione? Chiederci, per esempio, “Cosa mi rispecchia quella persona? Quello che faccio oppure che non mi do il permesso di fare?”
“Questo – ribadisce Maria - ci permette di lavorare quell’aspetto e SCIOGLIERE LO SCHEMA. È importante ASSUMERCI la RESPONSABILITA’ dei nostri SENTIMENTI e delle nostre REAZIONI”. Quindi l’idea di fondo è quella di assumerci la responsabilità che non significa colpa ma abilità nel dare delle RISPOSTE. “Quando ci assumiamo la responsabilità nelle nostre relazioni, ecco che le relazioni possono cambiare – prosegue Rita – Diversamente, se continuiamo solo a puntare il dito, quello che succede è che restiamo nel ruolo della vittima, incapaci di agire e cambiare. Se ci prendiamo la responsabilità delle cose, possiamo cambiarle. Abbiamo bisogno di imparare a comunicare i nostri sentimenti senza giudizio e i nostri bisogni in maniera rispettosa. La maniera migliore e più facile è usando la prima persona singolare, “IO”. Cambiare il linguaggio è il primo passo per migliorare le nostre relazioni. “Io sento…” è differente rispetto al “Tu mi fai sentire…” e predispone all’ascolto invece che alla chiusura dettata dal sentirsi accusati”.
In conclusione, è possibile affermare che, per cambiare il modo di vivere le proprie relazioni da disfunzionale a funzionale è importante in primis imparare ad amare sé stessi ed essere disposti a vedere le cose in modo diverso. Quando SIAMO DISPOSTI A VEDERE CON GLI OCCHI DELL’ AMORE piuttosto che con quelli (sempre giudicanti) dell'ego, si verificano miracoli di guarigione. Tutto parte DALL’ AMORE PER NOI STESSI, perché LA RELAZIONE PIU’ IMPORTANTE INIZIA CON NOI STESSI e questo è il vero punto di partenza da cui MIGLIORARE TUTTE LE ALTRE RELAZIONI. Impariamo ad amarci incondizionatamente così che tutte le relazioni rispecchino questa nostra scelta. E “incondizionatamente” significa essere disposti ad amarci anche quando le cose non vanno come vorremmo. È importante iniziare subito, un passo alla volta. Quindi, qual è quella piccola cosa che puoi fare già da oggi, per essere più amorevole, più compassionevole nei confronti di te stesso/a?
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