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Olbia, quando la rete sociale salva la vita: il caso di Marco Fresi e sua mamma Onorina

L'intervista esclusiva e il racconto del tam tam social che ha acceso la catena di solidarietà

Olbia, quando la rete sociale salva la vita: il caso di Marco Fresi e sua mamma Onorina
Olbia, quando la rete sociale salva la vita: il caso di Marco Fresi e sua mamma Onorina
Barbara Curreli

Pubblicato il 06 May 2024 alle 18:00

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Olbia. Una richiesta per donare il sangue partita dagli amici stretti e condivisa sui social restituisce la speranza e la serenità a Marco Fresi e alla sua mamma Onorina Mereu. Giovedì la signora Onorina Mereu a seguito di una frattura del femore viene ricoverata per l'intervento, che viene bloccato poiché manca sangue: la signora che possiede il gruppo sanguigno più raro, ossia O Rh negativo non può essere operata subito. Il figlio Marco Fresi, si attiva con le conoscenze e con una richiesta sui social semplice e concisa, tale da non creare allarmismi, si ritrova inondato da una solidarietà che lo sorprende e lo emoziona.

In 24 ore al Centro trasfusionale di Olbia arrivano tantissime persone a donare e non solo da Olbia, lo stesso Marco Fresi ci racconta: "mi sono trovato davanti una giovane con la mamma che venivano da Budoni, la signora mi ha raccontato di aver visto la condivisione sulla pagina Fb di un amica di famiglia e sono corse a Olbia per donare, emozionato e scosso non ho potuto fare altro che abbracciarla e ringraziarla".

Marco Fresi giovane conosciuto in città, resta ancora incredulo da questo risultato, approfitta per ringraziare tutti coloro che hanno condiviso, riportando l'attenzione su un tema di cui non si deve smettere di parlare. "Se la mia esperienza serve per mantenere viva l'attenzione sul tema delle donazioni mi fa piacere condividere la mia esperienza e la mia testimonianza,- fa sapere il giovane. "Nel nostro caso, visti i problemi di salute di mamma, il tempismo era tutto, non potevo permettere che venisse rinviato ulteriormente l'intervento, nel suo caso la degenza ospedaliera deve essere il minore possibile e l'arrivo delle sacche ha permesso di rispettare le tempistiche.

Un intervento in tempi rapidi consente di liberare un posto letto e permette ai pazienti di una certa età di poter ritornare alla quotidianità -aggiunge Fresi- e per mamma che ha compiuto 78 anni è ancor più importante. Ringrazio il Centro trasfusionale per il prezioso contributo, e chiunque ha dato visibilità alla mia richiesta, in tanti si sono esposti personalmente, andando oltre il ruolo pubblico, non c'è stato partito politico, colore o professione." E come hanno osservato al Centro stesso, di Onorina ce ne sono tante, se arrivano 10 sacche, due sono per lei e le altre per altre persone, per poter avere sempre scorte. Marco Fresi richiama l'attenzione proprio su questo tema della continuità: "Andiamo a donare, proviamo a farlo in maniera costante, non va persa l'abitudine", e racconta che proprio in questi giorni ha appreso che il gruppo della sua mamma, quello del donatore universale è il più raro e quello per cui si ricevono meno donazioni.

Racconta che anche i suoi genitori sono stati donatori assidui e ancora visibilmente emozionato, ma un po' più sereno approfitta per ringraziare Il centro trasfusionale, il reparto di ortopedia e tutti coloro che gli sono stati vicini. Marco è un uomo solare, molto empatico, capace di trasmettere le sue emozioni anche solo con la voce, e vederlo tornare a sorridere anche con lo sguardo resta il successo più grande in queste giornate in cui la sua mamma Onorina è diventata la zia di ognuno di noi, testimonial inconsapevole di una gara di solidarietà che ci auguriamo prosegua, per non avere più una zia Onorina in attesa dell'intervento.