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Pubblicato il 01 September 2016 alle 19:04
Olbia, 01 Settembre 2016 - Sulla polemica scaturita in seguito alla decisione di usare la cremazione per i cittadini indigenti, interviene l'Amministrazione comunale di Olbia e il suo sindaco, Settimo Nizzi.
«Questa Amministrazione èconsapevole che la pratica della cremazione garantisce la stessa identica dignità diconservazione dei resti della sepoltura e della tumulazione ed è inoltre accettata dalla nostrareligione - dichiara Settimo Nizzi, sindaco di Olbia -. Le amministrazioni hanno il dovere di investire nel modo migliore ildenaro pubblico ma, prima ancora, hanno il dovere morale di tutelare la dignità di tutti icittadini. La razionalizzazione delle spese non deve andare a discapito di nessuno, tantomenodei cittadini con minori mezzi che, caso mai, devono essere tutelati da chi governa. La sceltadella cremazione per i cittadini indigenti è dettata dal senso civico e dalla profonda convinzioneche tale pratica, ribadisco, garantisce pari dignità ai resti».
Nizzi sottolinea che la cremazione non è una scelta obbligatoria. "Tanto più che non è una scelta obbligata– aggiunge il Sindaco, – se le famigliepreferiscono un’alternativa possono pagare la differenza e, qualora non potessero far fronte allaspesa e su specifica richiesta, i Servizi Sociali potranno valutare l’opportunità di un ulteriorecontributo. Ogni caso viene valutato specificatamente a seconda delle necessità ed esigenze delsingolo cittadino, come siamo abituati a fare, specie quando si tratta di temi tanto delicati».
Le cremazioni sono aumentate in modo considerevole in tutta Italia negli ultimi 15 anni.Il Veneto è una delle regioni con il più alto tasso di richiesta di operazioni di cremazione. Aconferma di ciò sono i dati relativi a Mirano, comune della splendida provincia di Venezia, dal2,7 % del 2000 si è passati al 28% attuale.In futuro si prevede di arrivare ad una situazione simile a quella dell’Europasettentrionale, dove il numero dei defunti inceneriti è superiore a quello degli inumati.Il fenomeno dell’urbanizzazione ha spinto le autorità, soprattutto nelle grandi città, adincoraggiare la cremazione dei defunti. Sempre più amministrazioni comunali in Italiaprediligono questa pratica considerandola una efficace soluzione ai problemi territoriali, igienici eurbanistici. Lo spazio nei cimiteri scarseggia e i costi per gli ampliamenti sono enormi. Gli Enti garantiscono per i defunti un servizio di pari dignità che sempre piùpersone apprezzano e, in secondo luogo, molte amministrazioni ritengono che i soldi possonoessere impiegati in modo ancora più caritatevole: il denaro può essere utilizzato per aiutare ibisognosi che necessitano di assistenza.
Il pieno benestare della Chiesa, ribadito nel nuovo Codice di Diritto Canonico, varato nel1983, fu sancito più di 50 anni fa, quando nel 1963 Papa Paolo VI dichiarò in una bolla questapossibilità di conservazione dei resti, pur riconfermando il rispetto per il patrimonio del passatoa proposito della sepoltura: “dovrà dirsi saggia riforma quella che sarà in grado di armonizzareconvenientemente il vecchio col nuovo”. Affermazione che possiamo così parafrasare: rispettarela tradizione senza rinunciare al cambiamento nel rispetto di ogni individuo.
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