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Pubblicato il 15 June 2020 alle 18:52
Olbia, 15 giugno 2020 - La Cgil Gallura lancia l'allarme per l'Isola Bianca, porto di Olbia e principale accesso marittimo della Regione Sardegna. "Isola Bianca in funzione solo 4 ormeggi su 9, Olbia penalizzata dai mancati lavori - tuona il sindacato -. L’Autorità portuale sblocchi gli investimenti, stiamo perdendo flussi di traffico".
Partendo da tre premesse, la Cgil lancia l'allarme sul porto di Olbia che necessita in investimenti. "Quello di Olbia è un porto “naturale”, nessuna risorsa è stata spesa per la realizzazione di opere infrastrutturali (dighe foranee) per mettere in sicurezza la navigazione e le operazioni di ormeggio - spiega la Cgil Gallura -. Ttutte le risorse spese sono state finalizzate alla realizzazione di ormeggi, ben 9 nel solo terminale dell’Isola Bianca, e per questo va dato merito ai progettisti che non solo hanno creato questa capacità di accoglimento di navi utilizzando un area del golfo contenuta, ma soprattutto hanno orientato gli ormeggi in senso favorevole ai venti prevalenti, rendendo quello di Olbia il porto più sicuro forse di tutto il Mediterraneo: lo dimostra il fatto che per condizioni meteo avverse a volte vengono dirottate a Olbia le navi dirette a Golfo Aranci e a Porto Torres.
Infine, "Proprio la sua condizione di porto “naturale”, a cui si aggiunge l’ulteriore constatazione che all’interno del golfo insistono ben 5 foci fluviali, lo espone a un processo di interramento che mette a serio rischio la navigazione in sicurezza delle navi che accedono nel porto, tant’è che sino agli anni Novanta operava a Olbia il Gruppo Escavazioni Porti, che garantiva il mantenimento dei fondali, poi inspiegabilmente chiuso".
Fatte le dovute premesse, la Cgil Gallura - Sergio Prontu (segretario provinciale Filt Cgil), Franco Monaco (rappresentante Cgil in Autorità Portuale) e Luisa Di Lorenzo (segretaria generale Cgil Gallura) - tira la giacchetta a Massimo Deiana (presidente Adsp) e lancia l'allarme.
"La Cgil Gallura ha sempre denunciato, sotto quest’ultimo aspetto, la fragilità del porto di Olbia e ha manifestato la preoccupazione che il mancato intervento delle attività di escavo, ormai da troppi anni, avrebbe seriamente compromesso la funzionalità del porto. Le nostre preoccupazioni hanno purtroppo preso forma. Dei 9 ormeggi dell’Isola Bianca, oggi solo 4 sono agibili. Questo stato di cose sta costringendo le navi passeggeri a fare la spola col Porto Industriale, sicuramente inadatto per questa funzione", spiega il sindacato.
"Abbiamo alle spalle mesi in cui la pandemia ha fortemente limitato la capacità ricettiva del Porto di Olbia. Ora che si prefigura una possibile ripartenza è inaccettabile che il mancato svolgimento di attività di ordinaria amministrazione possa in qualsivoglia modo impedire o limitare una possibile ripresa dei traffici. Ci rivolgiamo ancora una volta al Presidente dell’Autorità Portuale del Mar di Sardegna per sollecitare un pronto ed efficace intervento dell’Ente da lui rappresentato", continua la Cgil.
Monaco, Di Lorenzo e Prontu affermano. "Innanzitutto l’emergenza fondali, sia delle banchine che della canaletta. L’ultimo escavo è datato 1993, non è più consentito non dare esecuzione ai lavori. Non ignoriamo le difficoltà burocratiche del problema, ma la bravura di un amministratore si misura proprio nella capacità di risolverle. Il completamento del Porto Industriale, l’opera è immediatamente cantierabile, e le risorse come più volte ricordato non mancano. Portare ad approvazione in tempi rapidi il PRP, già adottato dal soppresso Comitato Portuale del Nord Sardegna: questo permetterebbe la realizzazione di tutti gli interventi di sviluppo sui porti di Olbia e Golfo Aranci attesi da tempo da quelle comunità".
"Presidente Deiana, cogliere l’opportunità di intercettare le risorse che il Governo destinerà per gli investimenti infrastrutturali nei settori strategici del sistema paese, e i porti lo sono a tutti gli effetti, è un dovere che abbiamo per questo territorio e per i 60 lavoratori portuali oggi in cassa integrazione", affermano i tre sindacalisti.
"Ci rivolgiamo anche agli operatori portuali di questo territorio, li invitiamo a prendere con forza posizione con ogni utile iniziativa per sollecitare la soluzione dei problemi della nostra portualità. Ci rivolgiamo infine alla classe politica di questo territorio: perso il tentativo di trattenere a Olbia la sede dell’AdSP, possiamo aprire un dibattito per riaprire la prospettiva di riavere l’AdSP per il nord Sardegna, analogamente alla Sicilia la quale, ottenutone due, lavora ora per avere la terza? La Cgil vuole a tutti gli effetti aprire una vertenza sullo sviluppo della portualità del nostro territorio, ricorrendo anche a forme di mobilitazione dei lavoratori, a partire dallo sciopero sui trasporti già indetto per il 3 luglio prossimo. Non vorremmo che la foto che alleghiamo alla presente nota, di cui suggeriamo la pubblicazione, rimanga solo un ricordo", conclude la Cgil.
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