Thursday, 03 July 2025

Informazione dal 1999

Bianca, Cronaca

Olbia, quando 538,69 euro di assegno sociale non bastano per una vita dignitosa

La storia di Maria costretta a mendicare

Olbia, quando 538,69 euro di assegno sociale non bastano per una vita dignitosa
Olbia, quando 538,69 euro di assegno sociale non bastano per una vita dignitosa
Patrizia Anziani

Pubblicato il 02 July 2025 alle 13:00

condividi articolo:

Olbia. Maria ha 67 anni e ogni sera conta le monete raccolte durante la giornata. Chiamiamola così per proteggere la sua privacy, ma la sua storia è fin troppo reale. Non per acquistare un lusso, ma per assicurarsi di poter dormire al riparo. Tre euro: è quanto costa una notte al centro di accoglienza di via Canova, pulito e accogliente, ma con una regola ferrea per chi possiede un reddito sociale che trasforma ogni giorno in una lotta per la sopravvivenza.

"Il luogo è pulito, il personale è molto accogliente ma non possiamo tenere effetti personali all'interno", così racconta Maria, che con i suoi 538,69 euro di assegno sociale mensile, deve trovare altri soldi per custodire i suoi pochi averi. Una doppia spesa che erode ulteriormente un reddito già insufficiente.

Non è sarda, Maria. È arrivata ad Olbia come tanti, forse inseguendo un sogno o fuggendo da una situazione difficile. D'inverno riusciva a permettersi una stanza da 400 euro al mese, che le lasciava almeno un piccolo margine per qualche acquisto necessario. Ma anche quella soluzione precaria è diventata insostenibile: con l'arrivo dell'estate, la stanza viene affittata ai turisti e Maria non potendo sostenere la spesa si ritrova nuovamente per strada.

I servizi sociali del Comune di Olbia l'hanno presa in carico con professionalità e dedizione. Maria mangia alla mensa comunale, riceve assistenza continua, è seguita con attenzione da operatori competenti. Il sistema di accoglienza funziona e offre risposte concrete alle emergenze. Eppure, dietro questa rete di protezione che onora la città, emerge una sfida che va oltre le possibilità dei servizi sociali: come garantire un alloggio stabile a chi ha redditi minimi in una città dove i prezzi crescono costantemente.

La crescita turistica ed economica di Olbia ha portato sviluppo e opportunità, ma ha anche generato effetti collaterali che richiedono nuove soluzioni. Ogni estate, appartamenti che d'inverno potrebbero essere affittati a lungo termine a persone come Maria vengono destinati agli affitti brevi, più redditizi. È un meccanismo di mercato comprensibile, ma che crea una migrazione stagionale forzata per chi vive di assegno sociale, pensioni minime o lavori precari. Maria vorrebbe lavorare, vorrebbe un alloggio stabile, e rappresenta una risorsa umana che la città potrebbe valorizzare meglio.

La situazione di Maria non è un caso isolato ma il sintomo di una trasformazione urbana che molte città turistiche italiane stanno vivendo. Olbia cresce, attrae investimenti, vede moltiplicarsi le opportunità economiche, ma deve affrontare la sfida di mantenere un equilibrio sociale. Gli alloggi popolari esistenti sono insufficienti rispetto alla domanda crescente, e il mercato privato diventa sempre meno accessibile per i redditi più bassi.

Ogni notte, quando Maria conta le sue monete, conta in realtà i giorni che la separano dall'avere un tetto stabile sulla testa. Tre euro possono sembrare pochi, ma quando devi trovarli ogni giorno, diventano il simbolo di una precarietà che potrebbe essere superata con strategie innovative.

La storia di Maria può diventare un'opportunità per Olbia di essere all'avanguardia nelle politiche sociali. La città ha tutte le carte in regola per sviluppare una strategia abitativa inclusiva: terreni disponibili per nuovi complessi di edilizia sociale, risorse economiche derivanti dal boom turistico che potrebbero essere parzialmente reinvestite in housing sociale, competenze amministrative già dimostrate nella gestione dei servizi sociali.

Si potrebbero immaginare soluzioni creative: appartamenti a canone sociale per lavoratori stagionali e persone con redditi fissi, accordi con i proprietari per destinare una quota di immobili all'affitto lungo termine a prezzi calmierati, progetti di co-housing per anziani soli come Maria che potrebbero trovare mutuo sostegno e compagnia.

Non si tratta di assistenzialismo, ma di investimento nel capitale umano della città. Il Comune ha già dimostrato di essere accogliente, ma una città che cresce deve crescere per tutti, deve trovare spazio anche per chi, come Maria, non chiede il lusso ma solo un posto dove posare la testa senza dover mendicare ogni notte il diritto di dormire al riparo.