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Ho giocato al calcio con Gina Lollobrigida

Ho giocato al calcio con Gina Lollobrigida
Ho giocato al calcio con Gina Lollobrigida
Settimo Momo Mugano

Pubblicato il 08 April 2018 alle 10:52

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Hoconservato, finché ho potuto, le testimonianze fotografiche della mia attività professionale con particolare attenzione allo sport, al campo della musica leggera, alle partecipazioni a programmi televisivi e alla collaborazione con un’agenzia che produceva servizi per le numerose riviste che ancora le edicole italiane offrono agli appassionati dei rotocalchi.

[caption id="attachment_96626" align="alignnone" width="818"] Settimo Mugano con il cantante Adamo al parco giochi dell'EUR nel 1967[/caption]

Le foto accendono i ricordi dei moltissimi personaggi conosciuti e frequentati di ognuno dei quali, spesso, ricordo fatti e aneddoti che credevo dimenticati. La storia della mia vita, da quando ho cominciato a scrivere il primo articolo per “ La Nazione” di Firenze ( ero in 1^ liceo ad Arezzo), non ha percorso, come spesso capita, la strada di una o due esperienze professionali, ma quella di chi ha scritto pagine in vari settori dell’attività prettamente giornalistica che mi ha portato dalla pagina provinciale del quotidiano “Il Tempo” a quelle di molte altre testate nazionali che ho ricordato nel mio libro “ In esilio con Olbia nel cuore” edito dalla casa editrice olbiese Taphros.

Assumendo la direzione responsabile della rivista “Ciao Amici” ho scritto a lungo dei personaggi della musica leggera italiana e straniera così come partecipando alle redazioni dei programmi televisivi di Renzo Arbore, di Enza Sampò e di Rosanna Lambertucci ho conosciuto e scritto dei più noti personaggi del cinema e della televisione grazie anche al “Corriere dello Sport” diretto da Mario Sconcerti per il quale curai, per la terza pagina, la rubrica “Personaggi Celebri e Sport”.

Di tutti quei personaggi, come ho detto all’inizio, ricordo grazie alle foto aneddoti, storie e curiosità dei quali potrei riempire moltissime pagine di un libro che non scriverò mai.

Una storia, invece, la voglio raccontare perché, anche se sono passati moltissimi anni, è una testimonianza unica di una iniziativa giornalistica che, forse, non ha riscontri in campo nazionale e in quello internazionale.

1967 Palazzo dello Sport di Roma all’Eur, il cantante Adamo, figlio di un minatore italiano residente in Belgio, tiene il suo primo concerto italiano, dopo essersi conquistato fama, notorietà e ricchezza vendendo milioni di dischi in tutto il mondo. Io sono stato invitato a quel concerto dall’ufficio stampa della sua casa discografica che mi ha anche chiesto se era possibile, dopo il concerto, realizzare un servizio fotografico guidando Adamo tra i monumenti dell’antica Roma. Accettai volentieri e la realizzazione del servizio fotografico la offrii ad un amico che dirigeva un’agenzia specializzata che aveva contatti con molte testate dei rotocalchi italiani e stranieri.

Al Palazzo dello Sport il mio posto era vicino a quello di Gina Lollobrigida e del figlio Mirko, una fila dietro a Vittorio Gassman e alla nipote. Capitai anche accanto ad Adamo, alla “Lollo” e a Mirko nel famoso ristorante “Il Fungo “ dove personaggi ospiti e giornalisti erano stati invitati a cena per festeggiare il cantante.

Ero così vicino ad Adamo e alla Lollobrigida al punto che potei cogliere la confidenza che la grande attrice rivolse al cantante. “Sai, mio figlio Mirko ama molto le tue canzoni e spesso mi chiede di comprargli i tuoi dischi”.

Quella battuta accese nella mia testa un’idea quasi folle e pericolosa che misi in pratica il mattino dopo quando telefonai ad Adamo, poco prima del nostro appuntamento per il servizio fotografico da realizzare in giro per Roma.

“Salvatore (avendo saputo che mio padre si chiamava Salvatore, volle che lo chiamassi per nome) mi ha telefonato la segretaria della Lollobrigida per chiedermi se hai la voglia e il tempo per andare a prendere un caffè nella sua villa sull’Appia Antica. Dopo, se vuoi andremo a fare il servizio fotografico…”.

Adamo completò subito l’idea che avevo in testa. “Perché il servizio fotografico non lo facciamo con lei nella sua villa?”. “Okay” rispondo, ci penso io, ma tu per favore devi chiedere all’addetto stampa della tua casa discografica di portare al figlio della Lollobrigida i tuoi ultimi dischi”.

Con quella telefonata avevo portato a termine la mia prima parte del mio piano, perché, prima di parlare con Adamo avevo usato il numero di telefono di Gina Lollobrigida, che ancora conservo in una delle mie vecchie agende. Mi rispose la sua segretaria alla quale, mentendo spudoratamente, dissi: “Può dire alla signora che Adamo, vorrebbe farle visita e portare gli ultimi dischi che ha inciso a Mirko?” Risposta: “Aspetti, le passo la signora”.

Un minuto dopo stavo parlando con la Lollobrigida che mi chiese: “Quando volete venire?”.

“Signora mi dica lei”.

“Va bene dopo pranzo per un caffè?”.

“Certo, Signora, va benissimo, grazie”.

Aperto il cancello della magnifica villa sull’Appia, la Lollobrigida ci venne incontro con il felicissimo figlio.

Caffè, chiacchiere, fotografie e poi visita al parco dove Mirko stava giocando da solo col pallone.

Io ne approfittai per scambiare con lui qualche passaggio e, con mia grande meraviglia, vidi entrare in gioco anche la Lollobrigida che cominciò a calciare il pallone con le scarpe a spillo suscitando la gioia e la curiosità della fotografa che approfittò dell’occasione per continuare a scattare fotografie.

Il servizio fotografico realizzato venne pubblicato, pochi giorni dopo, da una importante rivista italiana con la foto di Adamo e Gina Lollobrigida in copertina con questo titolo: “UN ADAMO PER EVA”.

A me di quel giorno rimase, oltre che la soddisfazione di aver creato quell’originale servizio giornalistico, questa chiara testimonianza fotografica.

©Settimo Momo Mugano [caption id="attachment_96660" align="alignnone" width="380"] Pagina del Momento Sera del 1967[/caption] [caption id="attachment_96661" align="alignnone" width="387"] Dietro Gina Lollobrigida si riconosce Settimo Mugano[/caption]