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L'arte di Tore Fancello e il volo infinito di una gabbianella

Ultimo giorno per visitare la mostra “Tra le pieghe del tempo”

L'arte di Tore Fancello e il volo infinito di una gabbianella
L'arte di Tore Fancello e il volo infinito di una gabbianella
Patrizia Anziani

Pubblicato il 28 December 2023 alle 06:00

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Olbia. "Ció che colpisce nella pittura di Tore Fancello è l'appassionata ricerca attraverso le forme e il colore, di quell'intenso mondo familiare della sua terra che trova nelle espressioni di figure umane, di paesaggi e di oggetti, i segni più segreti di un'antica cultura". 

 Sono queste le parole di Bachisio Bandinu, antropologo, giornalista e scrittore che tracciano allo spettatore l'affascinante percorso immersivo nell'arte “Tra le pieghe del tempo” di Salvatore Fancello, pittore olbiese scomparso nel 2013 all'età di 80anni. 

L’antologica nel decennale della sua morte, curata dal dottor Dario Bassu, celebra la carriera artistica di Fancello con un viaggio emozionante nel mondo della sua arte dove le forme e la poesia dei colori raccontano quella arcaica fierezza, le storie di persone, paesaggi e oggetti che portano con sé la bellezza che il pittore non ha mai smesso di rappresentare.  

Fanciullezza segnata da talento e creatività 

Salvatore nasce a Tempio il 6 aprile 1932 e fin da bambino dimostra di avere talento e creatività. Stimolato dal padre Bachisio Fancello, artista e inventore dalle molteplici capacità, impara presto le tecniche del disegno e si appassiona ai dettagli, soprattutto della natura, dei volti, dei corpi. La sua fanciullezza è segnata dal trasferimento con tutta la famiglia a Olbia - città che amerà per tutta la vita - e dalla tragica esperienza della Seconda Guerra Mondiale. Tra i tanti episodi giovanili che lo caratterizzano, c'è quello di una figurina rara di uno scimpanzé, appartenente a un album da collezionare offerto da una famosa marca di dolci. La figurina era introvabile, ma Salvatore riuscì a riprodurla perfettamente in più copie e a regalarla ai suoi amici del suo quartiere, San Paolo, che così poterono completare l'album e ottenere i premi promessi. Una generosità ingegnosa che fu presto smascherata e che al giovanissimo Salvatore - già noto per i suoi bozzetti e le sue pitture, tra cui delle piccole sirene nude disegnate sugli orologi degli amici - costò una severa sgridata da parte del padre.  

Nel corso degli anni Tore Fancello entra nel mondo del lavoro e lascia la città senza mai smettere di disegnare e affinare la sua tecnica pittorica, poi la scomparsa del padre, il rientro ad Olbia. Qui si stabilisce definitivamente e nel 1962 convola a nozze con Maria Fortunata Tramellino con la quale avranno tre figli: Stefano e Silvia Lidia e Manuela. 

Il debutto e i primi consensi, il primo premio nel 1978 

Ma è il 1963 a segnare il debutto al suo primo concorso di pittura. Come riporta il depliant della mostra, dal quale abbiamo riassunto le parti più salienti della sua biografia,  il 31enne Fancello partecipa al "Terzo Concorso Nazionale di Pittura Estemporanea" organizzato dal Comune di Olbia. Qui il giovane pittore ha l'occasione di incontrare nella giuria alcuni illustri personaggi del mondo dell'arte, come "Renato Guttuso, Mario Penelope, Franco Russoli e Stanislao Dessy. L'allora presidente dell'Associazione Stampa Sarda, Aldo Cesaraccio, è presente come testimone della vivace attività artistica della cittadina gallurese".

Da quel momento Tore Fancello conquista nuovi estimatori della sua arte, tra loro il poeta Michele Campana, il già citato Bachisio Bandinu, il latinista Giacomo Satta e il conte Mario Sclavo, quest'ultimo, giornalista, scriverà di lui definendo le sue opere pervase "da quella virile, remota severità e da quello sdegno antiretorico che personalizzano l'artista e lo portano a tessere, con rustica bruschezza, i più puri valori pittorici nei loro conseguimenti definitivi".

Da quel momento Tore Fancello parteciperà a numerose mostre tra le quali ricordiamo la sua prima vittoria nel 1978 al "Premio Nazionale Sicilia" di Corleone, importante premio che lo spingerà ad allestire numerose mostre personali, collettive e a partecipare ad altri concorsi di pittura in Italia e all'estero dove riscuoterà nuovi successi e prestigiosi riconoscimenti. Le opere di Fancello sono oggi custodite in numerose collezioni private e pubbliche fra queste ultime ricordiamo il Vescovado di Tempio Pausania e il palazzo della Provincia di Sassari. 

L'arte di Fancello tra le pieghe del tempo

Nel corso della sua carriera gran parte della sua produzione artistica è sicuramente  segnata dalla continua ricerca dell'essenza del mondo naturale, sempre rappresentata con profonda e poetica sensibilità in un tributo ai paesaggi, i colori, la gente della sua Olbia e della Gallura, ricerca contraddistinta dalla necessità di dipingere circondato dalla natura e dalla luce, en plain air.  Sorprendenti sono anche i numerosi dettagli dei soggetti fedelmente ritratti, i volti, i nudi, per i quali preferiva quasi sempre dipingere nel silenzio e la tranquillità del suo studio. Tore Fancello nel corso della sua lunga produzione artistica sperimenterà diversi materiali. Diverse anche le tecniche utilizzate a matita, carboncino, tempera, fino alla pittura ad olio che caratterizzerà, in un crescendo di interpretazioni sempre più raffinate, quasi tutta la sua produzione artistica. 

Come spiega il curatore della mostra, Dario Bassu, Fancello era un artista pratico e spesso, al fine di creare un'opera per la quale era necessaria una tela oltre le dimensioni reperibili sul mercato, la realizzava lui stesso assamblando insieme più pezzi.  "Se ciò può rappresentare un procedimento abbastanza comune in coloro che operano con le materie pittoriche, forse meno comune è l'estro con cui da una semplice tavola di compensato adoperata per pulire i pennelli, l'artista riuscisse poi a creare uno splendido dipinto dai colori luminosi e da una straordinaria semitangibilità. Inoltre, per quanto prediligesse la pittura ad olio su tela, compensato e masonite e il disegno su carta con matita e carboncino, non disdegnò l'utilizzo delle chine su stoffa, dando vita a piccoli quadretti contraddistinti da sobrietà e compostezza, e dell'intaglio del legno. 

Spiega il dottor Bassu concludendo: "il suo stile si è evoluto nel tempo, influenzato dalla maturazione delle rappresentazioni e dalla polivalenza e duttilità dimostrata nell'adoperare più tipologie di arte".

"Tore Fancello nel 2010 si ammala ad un occhio di maculopatia, perderà progressivamente la vista, ma nonostante ciò continurà a dipingere e disegnare". Morirà il 2 marzo del 2013 a causa di un tumore. L'ultima sua opera rimarrà incompiuta: si tratta di una gabbianella appena abbozzata a matita su tela bianca. Un'opera non finita che a distanza di dieci anni dalla sua morte rappresenta oggi quella musa, quel lungo filo d'Arianna, quella matita da cui tutta la sua arte è scaturita in un intreccio di colori e ricordi, pennelli e ancora matite che ora scivolano rapide e sicure tra le pieghe del tempo e il volo infinito di una gabbianella.

 

 La mostra antologica "Tra le pieghe del tempo" 

Allestita al Museo Archeologico di Olbia, l’antologica nel decennale della scomparsa del noto pittore olbiese Salvatore Fancello (leggi anche qui) presenta circa 50 quadri, scelti tra le numerose opere messe a disposizione dai familiari e dai collezionisti privati, che testimoniano la versatile sensibilità, la padronanza della tecnica e la sensibile creatività del pittore olbiese capace di esprimersi con pennello e colori ad olio in diversi generi spaziando dai paesaggi ai ritratti, dalle nature morte ai nudi femminili, questi ultimi mai volgari o irrispettosi.  L'antologica“Tra le pieghe del tempo”, in mostra al Museo Archeologico di Olbia, è ancora visitabile oggi, 28 dicembre, dalle ore  08:00 alle 13:00 e dalle ore 16:00 alle 19:00. In occasione dell'esposizione è stato realizzato un catologo della mostra con i testi a cura di Dario Bassu e Bachisio Bandinu.