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Lino Pes: l'arte come dialogo tra memoria e innovazione  

L'artista olbiese compie 84 anni segnati da feconda ricerca creativa tra geometrie ancestrali e materiali parlanti 

Lino Pes: l'arte come dialogo tra memoria e innovazione  
Lino Pes: l'arte come dialogo tra memoria e innovazione  
Patrizia Anziani

Pubblicato il 13 December 2024 alle 22:00

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Monti. Nello studio immerso nei boschi di Monti, il decano degli artisti galluresi Lino Pes ci accoglie con lo sguardo penetrante dei suoi occhi azzurri, specchio di una vitalità intellettuale intatta. Nato a Olbia nel 1940, la sua formazione artistica inizia precocemente, nutrita da un profondo interesse per l'artigianato isolano che lo spinge a viaggiare e studiare all'estero. L'ammissione alla prestigiosa Scuola Superiore di Belle Arti di Parigi segna un momento cruciale, aprendo i suoi orizzonti ai fermenti culturali più significativi degli anni Sessanta e Settanta. Le sue serigrafie vengono presto accreditate e accolte nelle collezioni di diversi musei nazionali ed internazionali. 

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Pioniere nel panorama culturale olbiese, fonda e dirige la Galleria d'Arte Guernica, prima nella città. Dal 1960, anno della sua prima personale, inizia un intenso percorso espositivo che lo vede protagonista di mostre e rassegne in Italia e all'estero. 

La sua ricerca artistica si sviluppa lungo due direttrici principali: da un lato, in campo figurativo, si pone come erede della tradizione dei grandi maestri sardi del Novecento, contribuendo al rinnovamento della pittura isolana. Dall'altro persegue una ricerca non figurativa di tendenza concettuale che, in alcuni casi, ha precorso importanti sviluppi dell'arte internazionale, utilizzando tecniche e materiali inusuali che hanno attirato l'attenzione della critica più attenta e del collezionismo più sofisticato. 

Il suo linguaggio artistico, che lui stesso definisce "improntale", spazia dalla pittura alla scultura innovativa, dalla ceramica raffinata all'assemblaggio di materiali di recupero. Nella sua opera, i materiali assumono un ruolo da protagonisti: legni levigati dalle onde del mare, porte antiche che portano i segni del tempo, oggetti quotidiani apparentemente dimenticati trovano nuova vita e dignità artistica. Pes dimostra una sensibilità particolare nel cogliere e preservare quella che lui chiama la "memoria dei materiali", trasformando ogni elemento in un narratore silenzioso di storie passate. 

La precisione del geometra dialoga con la profonda sensibilità dell'artista nelle sue composizioni, trovando massima espressione nel complesso realizzato per la Chiesa della Sacra Famiglia, progettata dall'architetto Vico Mossa. Qui, campanile, decorazioni in bronzo e il monumentale retablo testimoniano la maturità di un professionista capace di fondere tecnica e spiritualità. 

Le sue opere, presenti in prestigiose collezioni pubbliche e private della Sardegna, testimoniano l'evoluzione di un linguaggio artistico originale e profondamente radicato nella cultura dell'isola. I musei di Villanova Forru, di Arte Contemporanea di Atzara e di Ozieri conservano importanti nuclei del suo lavoro, permettendo al pubblico di apprezzare le diverse fasi della sua ricerca artistica.

Tra le sue opere più recenti e significative spicca la collaborazione con Umberto Cocco per il volume "Pandelas", commissionato dal Comune di Sedilo: un lavoro attraverso trentasette dipinti di straordinaria intensità che sposa con arte magistrale il ciclo di sculture in ceramica rossa: i sorprendenti cavalieri che sembrano librarsi nell'aria. Un percorso artistico dove Pes ha saputo cogliere l'essenza più profonda dell'Ardia di San Costantino, trasformando uno dei riti più antichi della Sardegna in poesia visiva contemporanea.

Nell'arte di Pes, la memoria non è mai nostalgia sterile, ma diventa strumento di rinnovamento. Ogni opera è un ponte tra passato e presente, in un dialogo continuo che nutre e rinnova il panorama artistico della Sardegna.