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Dalla Bulgaria gli auguri di buone feste di Tore Zappadu: “Olbia è sempre nel mio cuore"

Dalla Bulgaria gli auguri di buone feste di Tore Zappadu: “Olbia è sempre nel mio cuore
Dalla Bulgaria gli auguri di buone feste di Tore Zappadu: “Olbia è sempre nel mio cuore
Patrizia Anziani

Pubblicato il 26 December 2023 alle 09:00

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Olbia. Direttamente da Pazardzhik, città bulgara risalente al XV secolo che vanta una lunga storia e una ricca cultura, arrivano gli auguri di buone feste da un affezionato olbiese con tutta la sua famiglia:  il noto giornalista professionista, Salvatore Zappadu, per gli amici Tore, una volta raggiunta la pensione ha deciso di vivere stabilmente proprio nella graziosa cittadina distante a meno di 120 chilometri da Sofia, capitale della Bulgaria.  

Pazardzhik sorge nei pressi del fiume Mariza, circondata dal verde e dai numerosi parchi. La città fondata dai Tatari, ubicata tra le montagne dei Rodopi e la pianura tracica, vanta un ricco passato di floridi scambi e commerci e fu anche protagonista della resistenza contro gli ottomani e della lotta per l'indipendenza della Bulgaria. Oggi Pazardzhik è una città vivace e moderna, che ha molto da offrire a chi la vive e a chi la visita. Ci sono molti monumenti storici e culturali da scoprire, come la chiesa della Vergine Maria, risalente al 1837, con la sua bella architettura e le sue opere in legno; il museo storico regionale, che racconta la storia e la cultura della zona; il teatro drammatico e di marionette Konstantin Velichkov, che propone spettacoli per tutti i gusti, e la galleria d'arte Stanislav Dospevski, che mostra le opere di artisti bulgari. È una città a misura d’uomo ed è anche una città ecologica dove si può stare a contatto con la natura, praticare sport e vivere una vita sana.  

Il Natale a Pazardzhik e il presepio di Tore

“Vivo a Pazardzhik dal 19 marzo di nove anni fa e a parte due occasioni, di cui una è stata la presentazione del mio volume sulla storia di Olbia, Soffi di Frina, da allora trascorro il Natale qui a Pazardzhik. Qui ho portato anche le statuine del presepio che nel corso degli anni, durante i miei continui spostamenti di lavoro in Italia, ho comprato un po’ ovunque. Ho praticamente ricostruito il piccolo patrimonio di statuine che conservavo ad Olbia e al momento qui in città sono l’unico che lo allestisce ogni anno. Per me è una vera tradizione e per Natale lo preparo come si è sempre fatto a casa dei miei genitori, aggiungendo sempre nuovi personaggi”.  

La prima partita dell'Olbia Calcio

Tore è legatissimo ad Olbia anche se non nasconde le sue origini pattadesi, gli chiediamo di raccontarci un po’ del suo trasferimento ad Olbia e come è nata la sua passione per il calcio: “Sono nato nel ‘49, 74 anni fa. Le mie radici sono pattadesi e me ne vanto, e credo e spero di morire lì a Pattada. Insomma, per essere chiari, questo è il mio sogno. Mentre mio padre era di Pattada, mia madre era olbiese. Lei faceva la maestra e dopo un primo impiego a Budoni le venne assegnata la cattedra proprio ad Olbia. Non ho mai nascosto che il trasferimento definitivo lontano dalla mia città natale fu per me traumatico (leggi qui).  Era il settembre del 1959, non avevo ancora compiuto 10 anni e stavo bene a Pattada, ricordo che i giorni dopo il nostro trasferimento piansi tanto e, sebbene qui ad Olbia ci fossero gli zii e i cugini, non ne volevo sapere di uscire di casa. La cosa andava avanti da giorni e mio padre una domenica decise di portarmi a vedere una partita di calcio. Fu amore a prima vista. Quella partita me la ricordo come fosse oggi, la mia prima partita di calcio dal vivo. Ecco, così comincia la mia storia d’amore con l’Olbia calcio: uno zero a zero con la Sangiovannese. Da quella partita ho cominciato ad amare questa città e la sua squadra di calcio. Oggi posso dire che ho pianto quando sono arrivato, ma ho anche pianto quando sono dovuto partire per cercare lavoro, non perché ad Olbia dopo la laurea non ne trovassi, ma volevo rimanere libero, senza accettare compromessi".

Il lavoro, i viaggi ed infine la meritata pensione

 Dopo la laurea Tore non si è mai fermato e dopo i suoi 14 lavori finalmente è arrivata la pensione, poi l'amara sorpresa:  "Ho cominciato a lavorare per la prima volta come dirigente sindacale nella Cisl a Sassari dove mi sono trasferito. Dopo essere diventato segretario provinciale ho ricevuto l’incarico di segretario nazionale a Roma. Anche in questo caso ho preso i bagagli e son partito.  Sempre nell'ambito giornalistico ho totalizzato 14 lavori e ho girato tutto il mondo.  Speravo onestamente, una volta raggiunta la pensione, di rientrare a vivere definitivamente ad Olbia. Questo era il mio sogno. Quando ho ricevuto la pensione, era il gennaio del 2016, mi sono reso conto subito che non avrei potuto vivere confidando nello stesso benessere di quando lavoravo. Ho quindi maturato l’idea di trasferirmi all’estero scegliendo, con biglietto di sola andata, la Bulgaria. Qui ho scoperto un altro mondo, non solo per il clima, ma anche per la sua gente. Mi trovo molto bene perché la mentalità della gente mi è familiare, per intenderci è molto simile a quella dei logudoresi. Qui c’è tanto verde, parchi, aria buona, si vive bene insomma. Non ho mai smesso però di pensare ai tanti cari amici che ho lasciato in Sardegna. Grazie ad Internet rimango sempre in contatto con loro e a tutto il resto, inoltre, avere ideato il sito storico dell’Olbia Calcio (clicca qui),  in occasione del suo centesimo anno di attività calcistica, mi consente di occuparmi sempre di calcio e di stare e di vivere ad Olbia almeno virtualmente".

Estate ad Olbia, Natale in Bulgaria e fine anno in Moldavia

Tore Zappadu anche se in pensione, non ha mai smesso di scrivere e fare comunicazione, di viaggiare e di trascorrere le sue vacanze estive ad Olbia. Gli chiediamo infine come ha trascorso il suo giorno di Natale e se per l’occasione ha mangiato piatti tipici bulgari o sardi. In Bulgaria per esempio è famosa la banitsa, una torta salata ripiena di formaggio bianco fresco o yogurt, le sarmi, involtini di foglie di cavolo ripieni di riso e carne macinata, e il kozunak, un dolce simile al panettone ma più asciutto e, al pari della Sardegna, si mangia molto la carne di maiale.  

“Qui il maiale viene cucinato in tutti i modi solo che quando vai a chiedere il maialino ti propongono quello di almeno 12 chili. Benché qui la cucina sia buona e si possano degustare degli ottimi vini rossi, io mangio pochissimo bulgaro perché amo molto il pesce.  Con mia moglie Tatiana per il pranzo di Natale abbiamo preparato un menu a base di mare, scegliendo anche un’ottima pasta italiana. La pasta e i vini sardi non devono mai mancare. Per Natale non manca mai neanche il panettone italiano, quello ci accompagnerà per tutte le feste, come da tradizione".  

Tore ama molto la Sardegna, prima di partire per la Bulgaria non nasconde di essersi portato due bandiere: una dei quattro mori e l'altra dell’Olbia Calcio.  Augurandogli buon proseguimento delle feste, prima di concludere la nostra intervista, gli chiediamo a chi dedicherà un particolare brindisi per il nuovo anno.  

Quest’anno sono festività particolari perché è venuto a trovarmi  Giuseppe, un caro amico di Sassari. Assieme a lui, mia moglie e mia figlia ci stiamo preparando per andare in Moldavia dove andremo a visitare la cantina più grande del mondo con 120 km di bottiglie sottoterra. Abbiamo prenotato cinque assaggi a testa e contiamo di brindare al nuovo anno 2024, alla nostra Sardegna e naturalmente alla mia amata Olbia: lei è sempre nel mio cuore".