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Milano, Filippo Tortu si avvale della facoltà di non rispondere nel caso Jacobs

Il velocista, legato alla Gallura, convocato come testimone nell’inchiesta Equalize. Indagato il fratello Giacomo

Milano, Filippo Tortu si avvale della facoltà di non rispondere nel caso Jacobs
Milano, Filippo Tortu si avvale della facoltà di non rispondere nel caso Jacobs
Andrea Baragone

Pubblicato il 21 May 2025 alle 09:00

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Milano. Filippo Tortu, campione olimpico della staffetta 4x100 e cittadino onorario di Tempio Pausania, ha scelto di non rispondere alle domande dei magistrati milanesi che oggi lo hanno convocato come testimone nell’ambito dell’inchiesta sul presunto spionaggio ai danni di Marcell Jacobs. Il velocista, che si allena spesso a Olbia e ha origini galluresi da parte del padre, ha deciso di avvalersi della facoltà di non testimoniare, prevista per i congiunti degli indagati.

Nell’indagine, risulta indagato il fratello di Filippo, Giacomo Tortu, con l’accusa di concorso in intercettazioni abusive. Secondo gli investigatori, avrebbe incaricato l’ex poliziotto Carmine Gallo e l’agenzia investigativa Equalize di ottenere dati sensibili su Jacobs: analisi del sangue, telefonate, chat e altre informazioni personali tra il 2020 e il 2021.

Il nome di Giacomo Tortu emerge con forza dai verbali di Gallo. "Il report di Jacobs me l’ha chiesto il fratello", ha riferito agli inquirenti l’ex agente. "Dicevano che era impossibile che avesse migliorato tanto le sue prestazioni, sospettavano l’uso di doping. Ma io gli ho detto che non si poteva fare nulla, lui insisteva".

Dalla documentazione investigativa è emerso che il tentativo di acquisire informazioni non avrebbe portato ad alcun risultato.
Jacobs, che con Filippo Tortu ha condiviso l’oro olimpico nella staffetta di Tokyo 2020, ha commentato la vicenda in un’intervista televisiva, parlando di "sconvolgimento" e "violazione della privacy". "Non me lo sarei mai aspettato", ha dichiarato. "Tra me e Filippo c’era una rivalità sportiva, credevo si fermasse lì. Se dovesse emergere che sapeva, sarebbe una batosta per tutti noi".

Filippo Tortu ha preferito non commentare pubblicamente la vicenda, limitandosi oggi a esercitare un diritto previsto dalla legge. Dall’altra parte, Marcell Jacobs – al centro di questo delicato capitolo dell’inchiesta – ha chiarito di non aver ancora avuto modo di confrontarsi con lui.