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Le sculture d'oro della Gallura

È il tempo della fienagione

Le sculture d'oro della Gallura
Le sculture d'oro della Gallura
Patrizia Anziani

Pubblicato il 16 June 2025 alle 10:00

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Olbia. C'è un momento magico che annuncia l'estate gallurese, quando i campi dorati si trasformano in una galleria d'arte a cielo aperto. Balle di fieno rotonde, sparse come sculture moderne nel paesaggio, creano uno spettacolo che unisce tradizione e bellezza in un abbraccio perfetto. È il tempo della fienagione, quando l'erba tagliata e lasciata essiccare al sole viene raccolta e pressata in questi perfetti cilindri dorati. Un rito antico, quello del primo taglio delle piante foraggere, che si ripete ogni anno tra maggio e giugno, trasformando il raccolto in riserve preziose per l'inverno.

Guidando lungo le strade di campagna, lo sguardo si perde tra questi cilindri dorati che punteggiano l'orizzonte come note di una melodia visiva. Sullo sfondo, le colline coperte di macchia mediterranea fanno da cornice a questa sinfonia pastorale, mentre il cielo azzurro intenso completa una tavolozza cromatica tipicamente sarda.

Lontano dalle spiagge smeraldine, dai primi party esclusivi e dal glamour del jet set internazionale, esiste la Gallura silenziosa dove il tempo scorre diversamente. Mentre a pochi chilometri di distanza yacht e auto di lusso sfilano lungo la costa, qui la ricchezza è fatta di spazi infiniti, di aria pura e del fruscio del vento tra le spighe.

Non sono semplici rotoli di fieno: sono il simbolo di un territorio che sa ancora celebrare con fierezza i ritmi antichi della natura. Ogni balla racconta di albe sui campi, di lavoro sotto il sole, di una terra generosa che offre il suo oro giallo per nutrire gli animali nei mesi freddi. In questo paesaggio la geometria perfetta creata dall'uomo si fonde armoniosamente con le forme libere della natura. Le balle diventano installazioni artistiche temporanee lasciando solo il ricordo di questa breve ma intensa stagione di bellezza.

È il romanticismo della Gallura che si rivela nei gesti più semplici, trasformando il lavoro quotidiano in poesia pura.

 Il calendario della fienagione segue ritmi precisi durante l'estate:

Dall'antica parola francese "fourrage", il foraggio rappresenta tutto ciò che nutre il bestiame. Questa trasformazione dell'erba verde in fieno secco è un'arte antica quanto l'allevamento stesso.

Primo taglio (maggio-giugno): produce il fieno di qualità superiore, chiamato tradizionalmente maggengo.

Secondo taglio (agosto): l'agostano, meno ricco ma comunque nutritivo.

Terzo taglio (settembre): il settembrino, dal valore nutrizionale più limitato.

Il processo inizia con il taglio dell'erba al mattino presto. L'erba falciata viene poi lasciata al sole per ore, girata e rivoltata fino a perdere la maggior parte dell'umidità, scendendo dal 80% iniziale al 15-18% finale. Solo allora può essere raccolta in file ordinate chiamate andane e infine pressata nelle forme che tutti conosciamo.

La Sardegna agricola, uno sguardo ai numeri.

La Sardegna si conferma una delle regioni più vocate all'agricoltura d'Italia: con 1 milione e 230 mila ettari di terreni coltivati occupa il terzo posto nazionale, subito dopo Sicilia e Puglia. Ma è guardando nel dettaglio che si comprende l'importanza della fienagione: oltre la metà di questa superficie - precisamente 691.000 ettari - è destinata a prati e pascoli, mentre quasi 298.000 ettari di seminativi (il 62% del totale) producono foraggere per gli animali.

I numeri raccontano di un'isola che vive di allevamento: 47.224 aziende agricole, delle quali oltre la metà possiede bestiame, gestiscono un patrimonio ovino che rappresenta il 47,4% dell'intero gregge nazionale. Ogni azienda ha in media 26 ettari, più del doppio della media italiana.

 Focus Provincia di Sassari e Gallura

Osservando ancora i dati Istat, tratti da "L'Agricoltura nelle regioni italiane", 7° Censimento Generale dell'Agricoltura (dati 2020, pubblicati il 20 novembre 2024), la Provincia di Sassari con inclusa la Gallura è un caso emblematico di questa vocazione. Seconda in Italia per estensione di terreni agricoli (SAU), insieme alla provincia del Sud Sardegna, qui il 57% dei terreni è dedicato a prati e pascoli, mentre i due terzi dei seminativi producono foraggere. Con 159 mila ettari di seminativi - la più vasta estensione regionale insieme al Sud Sardegna(151 mila ettari) - la Provincia destina oltre il 65% di questi terreni alle coltivazioni foraggere, una percentuale che supera nettamente la media italiana del 33,5%.

Questa vocazione si riflette anche nella specializzazione produttiva: oltre il 40% delle aziende agricole della Provincia di Sassari si dedica esclusivamente all'allevamento di erbivori, confermando una tradizione millenaria che ha fatto della Sardegna una delle terre pastorali più importanti d'Europa.

Non sorprende che in questa provincia si concentri oltre un milione di ovini - un terzo dell'intero patrimonio regionale - né che negli ultimi dieci anni la superficie agricola totale (SAT) sia cresciuta del 17,3%, la seconda performance migliore d'Italia.

Il solo comune di Sassari, con i suoi 33.000 ettari agricoli, a cui segue Ozieri con 20 mila ettari, e Villanova Monteleone (14,9 mila ettari), sempre in provincia di Sassari, supera per estensione molte intere province italiane.

Si ringrazia Marco Agostino Amucano per la foto.