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Golfo Aranci, calcio tutto al femminile: la testimonianza di una giocatrice

Erika Campesi, calciatrice d’eccellenza, racconta la sua esperienza nel mondo dello sport femminile nazionale ed internazionale

Golfo Aranci, calcio tutto al femminile: la testimonianza di una giocatrice
Golfo Aranci, calcio tutto al femminile: la testimonianza di una giocatrice
Olbia.it

Pubblicato il 19 November 2023 alle 06:00

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Golfo Aranci. Erika Campesi, classe 1993, nota calciatrice locale, con una brillante e variegata carriera nel calcio femminile, racconta la sua esperienza in un contesto tanto bello quanto impegnativo, ma anche potenzialmente difficile e non privo di ostali e pregiudizi, come può essere il mondo del calcio per una donna.

“Credo di essere nata con la passione per il calcio, e fin da bambina, ogni cosa che potesse essere calciata, io la calciavo” con queste parole, Erika, inizia a raccontare la sua storia di centrocampista. Inizia a giocare all’età di 7 anni nella squadra del suo paese Golfo Aranci, supportata dalla famiglia e dagli amici che tifano per lei ad ogni partita. Una squadra di soli maschi, dove gioca fino all’età massima consentita in cui una bambina può giocare con i maschietti, ovvero 14 anni. Poi, entra a far parte della squadra femminile di Olbia dove, dopo un primo anno con la Primavera, approda in prima squadra che all’epoca militava in Serie A2 e lì dichiara: “Ho incontrato la più grande presidente che abbia mai conosciuto: Antonella Careddu. Sono stati gli anni migliori, in cui ho fatto esperienze indimenticabili come l’esordio in A2, giocare con calciatrici di alto livello, battermi contro grandi avversarie, e nei quali ho avito le mie prime vere soddisfazioni, di cui la più importante: la convocazione in Nazionale Under 15 e Under 17, entrambe con uno stage di una settimana a Coverciano”.

Conclusa l’esperienza a Olbia nel 2011, e dopo una piccola parentesi al Caprera per una stagione, Erika si fa strada nella tanto desiderata Torres, che le regala grandi emozioni, con la vincita di uno Scudetto e due Super Coppe. Dice ancora la calciatrice: “Ricordo che mi sentivo una bambina in mezzo a dei giganti: Patrizia Panico, Betta Tona, Raffaella Manieri e tante altre giocatrici di un certo calibro. Qua ho avuto la possibilità di crescere e migliorarmi davvero”. Ma per Erika era solo l’inizio: nella Stagione successiva, tra il 2014 e il 2015, sente il bisogno di nuovi stimoli e decide di trasferirmi a Londra, firmando un contratto con il West Ham per giocare in FA WOMEN’S PREMIER LEAGUE SOUTHERN DIVISION. A questo periodo fa risalire le sue esperienze più belle ed entusiasmanti, ricordando con commozione il suo primo goal su rigore contro il Tottenham nella FA Women’s Cup.

Tuttavia, è qualche mese dopo, precisamente, e non a caso, l’8 marzo 2015, in occasione della Festa della Donna, che realizza un sogno: giocare nello Upton Park, stadio del West Ham maschile, “cosa molto rara, in quanto agli uomini vengono affidati degli stadi “super” a differenza di noi Donne” dichiara la calciatrice con un po’ di rammarico. A tal proposito Erika, che da parte sua si sente molto fortunata in quanto non ha mai incontrato difficoltà o subito alcuna discriminazione per il fatto di essere una “donna che gioca a pallone”, esprime la sua solidarietà nei confronti di colleghe che spesso, purtroppo, sono vittime del pregiudizio di quella che definisce “una società chiusa, che ancora oggi, per la maggior parte, pensa e crede ostinatamente che ci siano sport da maschi o da femmine, e impone schemi e limiti difficili da superare affinché molte bambine, ragazze e giovani donne possano seguire la propria passione e realizzare il loro sogno di diventare calciatrici, con pari diritti e riconoscenza rispetto al mondo maschile. Mi sento di dare un consiglio a tutti i bambini per qualsiasi sport: non abbiate paura, timore o vergogna perché lo sport non ha genere, è solo sport per tutti. Non ne esiste uno da maschi e uno da femmina! e se per caso, nel vostro percorso, doveste incorrere in discriminazioni e difficoltà, provate a non ascoltarli e ad andare avanti per la vostra strada e a rincorrere i vostri sogni! E vorrei fare un appello anche a tutti i genitori: non giudicate i vostri figli in base alla scelta del tipo di sport, ma lasciateli liberi di scegliere in base alle proprie passioni, di giocare e divertirsi senza pregiudizi, anzi, incoraggiandoli. Auguro a tutti il supporto dei propri cari come è successo a me: può fare la differenza!”

Alla fine del contratto inglese, nel 2016 Erika torna in Italia sempre in Serie A, ma questa volta nelle Marche, con la squadra del Jesina Calcio, esperienza breve ma comunque importante. Nel 2017 sceglie poi il Ravenna, rimanendo sempre in Serie A. Infine, nel 2018, veste la maglia dell’Hellas Verona. Dopo queste esperienze, decide di tornare in Sardegna alla Torres, per finire qualche anno dopo e rimettersi in gioco con la novità del Futsal, comunemente chiamato Calcio a 5, mantenendo la categoria con l’Arzachena fino al 2022. Oggi, a 30 anni, dopo una brillante e varia carriera, nazionale ed internazionale, iniziata da giovanissima, nonostante riceva ancora proposte da diverse squadre, ha deciso di staccare un po’ dall’impegnativo mondo dello sport che richiede grandi sacrifici, il più delle volte non compatibili con le altre aree della vita privata e lavorativa, e di prendersi del tempo per dedicarsi a sé stessa e capire quali altre strade esplorare prima di intraprenderne una definitiva. Con un po’ di nostalgia afferma: “Ad oggi il calcio è ancora il mio sogno più grande, tutto ciò che desideravo fin da piccola, ciò che avrei voluto fare per sempre. Mi appartiene. Ogni volta che vedo un pallone è sempre davvero come se fosse la prima volta. Impossibile toglierselo di dosso. Vorrei avere di nuovo 7 anni oggi, come la prima volta che ho messo piede in campo per ripercorrere di nuovo tutta la strada e godermela appieno ancora una volta. Ma in fondo, so che forse questo non è un addio”.