Saturday, 27 December 2025
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Pubblicato il 27 December 2025 alle 07:00
Olbia. Ci sono opere che non si limitano a occupare uno spazio, ma lo curano. Questo è ciò che accade a Olbia, dove una parete fino a poco tempo fa segnata dal tempo e dal degrado si apre a una nuova narrazione fatta di delicatezza, forza silenziosa e umanità condivisa. È qui che l’arte di Laura Batzu ha trovato casa, restituendo alla città un frammento di bellezza capace di parlare al cuore di chi passa(leggi qui l'intervista) .
In via D’Annunzio, davanti alla solenne presenza della Basilica di San Simplicio, ha preso forma un grande murale commissionato dal Comune e inserito in un più ampio progetto di riqualificazione dell’area che negli ultimi mesi sta interessando il centro storico e gli spazi limitrofi alla piazza. Un intervento che va oltre la semplice decorazione urbana e si lega alla volontà di restituire dignità e significato a un muro per decenni occupato da manifesti e segni di incuria.
Il tratto inconfondibile dell’artista, simboli eterei e armonie cromatiche, accompagnano lo sguardo dell'osservatore in una dimensione sospesa, dove la dolcezza non è fragilità ma resilienza, e la grazia diventa una forma di resistenza al rumore del mondo. La figura dipinta è un angelo in jeans, un messaggero celeste contemporaneo dalle sembianze femminili, che viene colto in un sonno quieto mentre appoggia il capo su un architrave in granito: un riferimento esplicito agli elementi archeologici del vicino tempio romano di Cerere, simbolo di una stratificazione storica che continua a dialogare con il presente. Un’immagine che evoca protezione e ascolto, dove la dolcezza non è fragilità ma resilienza, il sonno non è stanchezza ma attesa e memoria.
L’opera, realizzata in circa ottanta ore di lavoro, nasce da un soggetto pensato appositamente per questo luogo e si inserisce con rispetto nel contesto urbano e spirituale di piazza San Simplicio, creando un ponte naturale tra il sacro e il linguaggio dell’arte pubblica contemporanea. Il murale non invade lo spazio, ma lo abita con misura, diventando parte di un paesaggio quotidianamente condiviso.
Con questo intervento, che abbiamo seguito fin dalla sua genesi al fianco dell'artista, Laura Batzu conferma la sua capacità di trasformare i muri in racconti e le superfici in carezze visive. Olbia, attraverso il suo segno delicato, ritrova una parte di sé: una città che sa essere forte senza rinunciare alla dolcezza, che si riconosce nella bellezza condivisa e che, grazie all’arte, impara ancora una volta a essere gentile.
A rendere l’opera ancora più potente è una frase essenziale, quasi un respiro: “Tutti possiamo essere angeli inconsapevoli”. Parole che invitano a fermarsi, a riconoscere il valore dei piccoli gesti, a riscoprire la gentilezza come atto quotidiano e rivoluzionario. In una città in continuo movimento, l’intervento di Laura Batzu proprio attiguo ad uno dei uoghi più identitari e spirituali di Olbia crea un ponte naturale tra storia e contemporaneità, tra il sacro e il linguaggio dell’arte urbana. Il murale non invade, ma si inserisce con rispetto, diventando parte di un paesaggio emotivo che appartiene a tutti. Non a caso, l’opera ha ricevuto grande apprezzamento delle istituzioni cittadine, che con il sindaco Nizzi ne hanno riconosciuto il valore non solo estetico ma anche simbolico. Un segnale importante di come l’arte pubblica possa essere strumento di rigenerazione urbana e, al tempo stesso, di educazione collettiva allo sguardo e all’anima.
Foto sequenza dei lavori di P. Anziani.
Foto di copertina tratta dal Facebook.
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