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Todde e la richiesta di decadenza: le sei irregolarità contestate dalla Corte d’Appello

Sanzioni e possibili rilievi penali: cosa emerge dalla richiesta della Corte d’Appello

Todde e la richiesta di decadenza: le sei irregolarità contestate dalla Corte d’Appello
Todde e la richiesta di decadenza: le sei irregolarità contestate dalla Corte d’Appello
Andrea Baragone

Pubblicato il 09 January 2025 alle 13:00

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Cagliari. Il 20 dicembre 2024, la Corte d’Appello di Cagliari, tramite il Collegio Regionale di Garanzia Elettorale, ha emesso un’ordinanza che richiede la decadenza della presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, per presunte irregolarità nella rendicontazione delle spese elettorali relative alla campagna per le elezioni regionali del febbraio 2024.
Avendo avuto accesso al verbale della Corte, desideriamo approfondire i motivi che hanno portato a questa richiesta, elencando e analizzando nel dettaglio le contestazioni, riportate fedelmente dalle parole della Corte stessa.

Nel documento in nostro possesso, la Corte evidenzia sei irregolarità principali:
-1. Non conformità della dichiarazione di spesa e rendiconto
La Corte scrive che “la dichiarazione di spesa e rendiconto non è conforme a quanto sancito dall’art. 7, comma 6 della Legge 515/1993”.
La presidente avrebbe presentato documenti in cui si dichiara di aver sostenuto spese per 90.629,98 euro e ricevuto contributi per 90.670,01 euro, senza però chiarire se tali somme siano attribuibili alla sua campagna personale o al comitato elettorale del Movimento 5 Stelle.
-2. Mancata nomina di un mandatario
Sempre secondo la Corte, “non risulta essere stato nominato il mandatario, la cui nomina deve ritenersi obbligatoria ai sensi dell’art. 7, comma 3 della Legge 515/1993”. Tale omissione rappresenta una violazione delle norme sulla gestione delle spese elettorali.
-3. Assenza di un conto corrente dedicato
Il collegio segnala che “non risulta essere stato aperto un conto corrente dedicato esclusivamente alla raccolta dei fondi”. Questo impedirebbe di tracciare con precisione i movimenti finanziari relativi alla campagna elettorale.
-4. Documentazione incompleta
Il verbale specifica che “non è stato prodotto l’estratto del conto corrente bancario o postale”. In alternativa, sono state presentate liste di movimenti bancari prive dei dettagli necessari per identificare i donatori, come richiesto dalla legge.
Per la precisione ci sono due movimenti bancari "privi dei nominativi dei soggetti che hanno erogato in data 23.01.2024 il finanziamento pari a €30.000 ed in data 21.02.2024 €8.000″.
-5 Incongruenze nelle dichiarazioni
Dopo la contestazione della Corte, la Presidente Todde ha presentato una nuova dichiarazione in cui afferma di “non aver sostenuto spese né ricevuto contributi”. Secondo la Corte, questa dichiarazione è incompatibile con quella precedente e non sanerebbe le irregolarità.
-6. Fatture non depositate
La Corte rileva la presenza nel cassetto fiscale di una fattura Enel da 153,16 euro per una sede elettorale a Cagliari, non dichiarata nei documenti depositati.
Tale omissione è considerata un’ulteriore anomalia.

Alla luce delle violazioni riscontrate, la Corte ha disposto una sanzione amministrativa di 40.000 euro a carico di Alessandra Todde, la trasmissione degli atti alla Procura della Repubblica per verificare eventuali rilievi penali e la trasmissione dell’ordinanza al Consiglio.

Alessandra Todde in diverse interviste, ha dichiarato: "Prendo atto dell’ordinanza, ma resto pienamente operativa. La decadenza è un atto che spetta al Consiglio regionale, e sono certa che le mie ragioni saranno chiarite".
Todde ha sottolineato che le eventuali irregolarità sono legate a questioni formali e non a violazioni sostanziali come il superamento dei limiti di spesa o la mancata presentazione delle rendicontazioni.
In un’intervista a Il Fatto Quotidiano, ha spiegato: "Le spese elettorali sono state tracciate e rendicontate nei termini di legge. Le contestazioni mosse sono riferite a dettagli amministrativi, che chiariremo nelle sedi opportune". Todde ha anche evidenziato che le decisioni sulla sua decadenza dipendono dal Consiglio regionale e non dalla Corte, ribadendo la sua volontà di proseguire il lavoro istituzionale.

La vicenda ha acceso un intenso dibattito all’interno del Consiglio regionale. La Giunta per le elezioni, presieduta da Giuseppe Frau, ha confermato che avvierà l’istruttoria nei prossimi giorni. "Analizzeremo tutti i dati e gli atti con rigore prima di prendere una decisione", ha dichiarato Frau all' ANSA.
Il presidente del Consiglio regionale, Piero Comandini, ha assicurato trasparenza e rispetto delle procedure, pur auspicando una soluzione rapida per evitare ripercussioni sull’attività legislativa.
I Progressisti hanno espresso pieno sostegno alla presidente. "Non possiamo permettere una paralisi delle istituzioni per una questione che riguarda aspetti formali", ha affermato il capogruppo Francesco Agus. La maggioranza ha ribadito la volontà di proseguire con le priorità istituzionali, tra cui le riforme in ambito sanitario e la legge finanziaria.
Dall’opposizione, Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno chiesto le dimissioni immediate della presidente Todde. "È necessario approvare una finanziaria tecnica e tornare al voto per ridare stabilità alla Regione", ha dichiarato Paolo Truzzu, capogruppo di FdI.
La posizione non è condivisa da tutte le forze di opposizione: alcune, pur criticando Todde, preferiscono attendere l’esito dell’istruttoria della Giunta per le elezioni prima di esprimersi.
La decisione finale spetta al Consiglio regionale, che avrà 90 giorni per deliberare sulla decadenza.
Tuttavia, il clima politico si fa sempre più teso, con richieste di chiarimenti e pressioni da entrambe le parti.
La vicenda resta un caso unico nella storia politica regionale, con possibili ripercussioni istituzionali e politiche di ampia portata.