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Bianca, Cronaca

Tempio, Teatro dentro apre le porte della casa di Reclusione

Grande successo per il progetto che ha coniugato formazione e inclusione

Tempio, Teatro dentro apre le porte della casa di Reclusione
Tempio, Teatro dentro apre le porte della casa di Reclusione
Olbia.it

Pubblicato il 20 December 2025 alle 18:00

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Tempio Pausania. Si è concluso con grande partecipazione e soddisfazione il progetto “Teatro Dentro”, iniziativa di arte, formazione e inclusione promossa dalla Casa di Reclusione “Paolo Pittalis” di Tempio Pausania. Il percorso ha avuto il suo momento culminante ieri 19 dicembre nello spettacolo “Macbeth – primo studio”, presentato nel teatro interno dell’Istituto.

Sul palco è andato in scena un lavoro corale intenso. Gli attori, tutti detenuti della struttura tempiese, hanno sostenuto la prova con attenzione nei dialoghi e nell’interazione, mantenendo viva la tensione emotiva e il rapporto con la platea, guidati dalla regia di Chiara Murru, che ha dato al “primo studio” un disegno chiaro e coerente.

L’impianto visivo ha contribuito in modo determinante: una scenografia essenziale, fatta di vuoti, ombre e presenze, con installazioni minimali sul palco e in platea. I costumi di grande effetto, realizzati nella sartoria dell’Istituto e frutto di un lavoro accurato coordinato dal costumista Fabio Loi, hanno accompagnato la narrazione con coerenza: mantelli, drappi, maschere e dettagli materici hanno dato corpo e presenza ai personaggi. A completare il quadro, le musiche realizzate con la supervisione del compositore tempiese Mario Garau e le luci di Loic Hamelin i cui tagli netti e essenziali hanno contribuito a creare l’atmosfera e la tensione scenica.

Palpabile l’emozione alla fine dello spettacolo: sul palco, nei volti e nei gesti degli attori, e in platea, dove il pubblico ha ringraziato con un applauso caloroso e prolungato.

Struttura di alta sicurezza ma da anni aperta al mondo delle idee, della cultura e della creatività, la Casa di Reclusione tempiese applica con convinzione i principi del trattamento penitenziario, promuovendo esperienze che mettono al centro la persona e la sua capacità di cambiamento. L’obiettivo è rendere il carcere non soltanto luogo di custodia, ma anche spazio di crescita, riflessione e relazione con la comunità esterna: progetti come “Teatro Dentro” costruiscono ponti, generano occasioni d’incontro e valorizzano il contributo di volontari, associazioni e istituzioni del territorio, nella convinzione che arte e cultura possano essere strumenti concreti di inclusione e dialogo.

Il teatro dell’Istituto ha una capienza di 160 posti: per l’occasione sono stati accolti 70 invitati esterni. Circa trenta i detenuti coinvolti nello spettacolo, mentre i partecipanti complessivi al progetto “Teatro Dentro” sono stati oltre 50.

Alla presentazione hanno preso parte, tra gli altri, Anna Paola Aisoni Vicepresidente della Provincia Gallura – Nord est Sardegna e Vicesindaca di Tempio Pausania, il Vescovo Mons. Roberto Fornaciari, i rappresentanti del Polo Universitario Penitenziario (PUP) dell’Università di Sassari e i numerosi partner del progetto.

Veronica Proietti direttrice della Casa di Reclusione “Paolo Pittalis” ha dichiarato: “Teatro Dentro’ nasce nell’ambito di un progetto finanziato dal dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, che dimostra grande attenzione e sensibilità per lo svolgimento di attività trattamentale di qualità all’interno dell’Istituto. L’obiettivo è quello di rispondere in modo concreto ai bisogni di benessere e crescita delle persone detenute. È un progetto che tiene aperto un canale di comunicazione con la vita, perché porta dentro l’Istituto competenze, sguardi, relazioni: il terzo settore, il mondo della cultura e l’Università. Questo dialogo con la comunità esterna è un valore e intendiamo consolidarlo con una programmazione che guardi anche al medio-lungo periodo".

Anna Paola Aisoni, ha espresso la soddisfazione dell’Amministrazione comunale e di quella provinciale per un percorso che coinvolge il territorio: "Teatro Dentro’ è un’iniziativa di grande valore: avvicina la comunità alla realtà penitenziaria, crea conoscenza e riduce distanza e pregiudizio. È anche un esempio concreto di come la cultura possa generare responsabilità, confronto e umanità. Ringrazio la Direzione, l’Area educativa e tutti i partner: progetti così hanno un impatto che va oltre lo spettacolo, perché parlano di futuro, reinserimento e coesione sociale". 

Arianna Taccori responsabile dell’Area Giuridico-Pedagogica e Michela Galise funzionaria referente del progetto condivide questo pensiero:Siamo particolarmente felici quando riusciamo ad attivare percorsi che restituiscono dignità alle persone. Il teatro, la cultura e la formazione non sono ‘attività a margine’: sono strumenti che aiutano a riconoscersi, a misurarsi con regole condivise, a stare in un gruppo, a dare un nome alle emozioni. In questi mesi abbiamo visto impegno, disciplina, ascolto e responsabilità. È da qui che possono nascere consapevolezza e cambiamento: un passo alla volta, ma in modo reale.”

Mariaelena Mariotti, il comandante di reparto Dirigente di Polizia Penitenziaria, ha evidenziato "il grande impegno dell'Amministrazione Penitenziaria nei progetti di recupero sociale dei detenuti, sottolineando l'importanza della collaborazione delle istituzioni esterne in percorsi ed evidenziando come la sicurezza non può essere circoscritta ai soli confini delle mura di un carcere, ma è fondamentale offrire percorsi che portano il reo ad un effettivo cambio di rotta affinché possa ritornare in società con nuovi progetti di vita basati sulla legalità e il positivo contributo sociale. L'impegno delle donne e gli uomini del Corpo di polizia penitenziaria, in tutte le attività rivolte al raggiungimento di una sicurezza sociale ad ampia valenza, è costante, ed evidenzia la elevata professionalità di un corpo di polizia che non solo è garante dell'ordine e la sicurezza all'interno dell'istituto penitenziario, anche durante le attività trattamentali di cui è parte attiva, ma capace di accompagnare i detenuti con forte senso di umanità in tutte le situazione che caratterizzano la vita detentiva”.

“Teatro Dentro” si sviluppa come naturale prosecuzione dell’esperienza di “LiberArte”, nata dalla collaborazione tra l’Amministrazione penitenziaria e il Polo Universitario Penitenziario (PUP) dell’Università di Sassari, che da alcuni anni si prefigge di promuovere iniziative culturali e formative volte a valorizzare l’educazione come strumento di riabilitazione e crescita personale. Proprio per dare continuità a quel percorso, conclusosi lo scorso gennaio, e valorizzare i risultati raggiunti, la Direzione della Casa di Reclusione ha scelto di coinvolgere la compagnia teatrale Spazio T, coordinata e diretta dall’attrice e regista Chiara Murru, in una nuova e più articolata progettualità, realizzata in collaborazione con il PUP di Sassari, la Caritas Diocesana e il Museo Organica.

“Teatro Dentro” è un progetto concepito come un percorso di crescita personale e collettiva, in cui il linguaggio del teatro diventa strumento di conoscenza, relazione e trasformazione.

Attraverso il lavoro creativo, i partecipanti sviluppano competenze relazionali, comunicative e psicologiche fondamentali nel percorso di reinserimento, coltivando il rispetto, l’ascolto reciproco e lo spirito di collaborazione. Il teatro diventa così uno spazio di libertà interiore, dove si impara a gestire i conflitti, a trasformare la frustrazione in energia creativa e a riscoprire un senso di fiducia nel futuro.

Oltre alla dimensione espressiva e drammaturgica, esplorata con la consulenza della docente Loredana Salis dell’Università di Sassari, il laboratorio teatrale mira anche a fornire competenze tecniche – dal costume alla scenografia, dall’illuminotecnica al sound design – spendibili in ambito professionale. Per questo il progetto ha attivato anche laboratori di costume, di illuminotecnica e di sound design condotti rispettivamente dal costumista Fabio Loi, dal tecnico luci Loic Hamlin François e dal musicista e compositore Mario Garau. La regista e videomaker Laura Piras è stata incaricata della realizzazione di un audiovisivo dedicato al progetto. In un contesto segnato dalla privazione della libertà, l’arte e il lavoro diventano così strumenti di dignità e riscatto: un primo passo verso il reinserimento sociale e verso una forma concreta di libertà.

Nell’ambito del progetto presso il Museo Organica è stata realizzata la mostra “Storie di legno e libertà”, sculture realizzate con materiali di recupero da uno dei detenuti, come rappresentazione poetica delle possibilità di trasformazione e rinascita che l’arte può offrire. "Teatro Dentro” rappresenta un modello virtuoso di collaborazione tra istituzioni e comunità, un esempio concreto di come la cultura possa contribuire alla rieducazione e al reinserimento sociale, in coerenza con i principi costituzionali e con la missione educativa dell’Amministrazione Penitenziaria. Il progetto è reso possibile grazie al finanziamento del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e al contributo della Fondazione di Sardegna, del Polo Universitario Penitenziario dall'Università di Sassari e dell'Ente per il Diritto allo Studio Universitario (ERSU) di Sassari e della Caritas.