Thursday, 17 July 2025
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Pubblicato il 03 March 2024 alle 06:00
Tempio. Il 27 febbraio, presso l’Aula Poupard dell’Istituto Euromediterraneo, si è tenuto un incontro organizzato dall’IEM con il patrocinio del Comune di Tempio Pausania, in collaborazione con il Circolo don Primo Mazzolari e l’Università della Terza Età di Tempio Pausania, basato sulla presentazione del libro “I poveri non esistono” del noto scrittore e giornalista Gianni Garrucciu. Moderatore dell’evento il filosofo e giornalista Giuseppe Pulina. Ospiti della serata: il sindaco di Tempio Pausania Giannetto Addis; l’avvocato Silvia Orecchioni; il direttore della Caritas diocesana di Tempio Ampurias Domenico Ruzittu e il parroco della Cattedrale di S. Pietro Apostolo di Tempio Pausania Don Antonio Addis, che durante l’incontro, hanno preso parte al dibattito con interventi relativi alle situazioni di povertà territoriali, esprimendo considerazioni in merito.
Il libro, dal titolo appositamente provocatorio, ha aperto il dibattito sulla povertà – da quella mondiale, sino ad arrivare a quella locale – il quale è iniziato con una carrellata di dati spaventosi, date le cifre della povertà in crescita in tutto il mondo nell’ambito economico, specialmente dopo la pandemia e a causa dei conflitti in atto nel panorama internazionale; l’incontro ha poi preso un’altra direzione: dalla povertà economica, si è passati a considerare anche gli altri tipi di povertà come quella valoriale, umana, affettiva negli adulti, così come nei bambini, affamati di attenzioni e di interazioni sociali, spesso negate dalle stesse famiglie, a causa di una società caotica e sempre più pressante con le sue aspettative e i suoi ritmi, che divora energie e tempo e lascia solo dispersione e frustrazione, nonché incapacità di costruire relazioni autentiche e sane.
Il titolo del libro “I poveri non esistono” è un’affermazione retorica provocatoria, che l’autore ha voluto utilizzare in maniera consapevole proprio per far riflettere sul fatto che “la povertà non esista dove si costruiscono i muri di filo spinato e di indifferenza. Così infatti si è espresso durante l’incontro Garrucciu: “Ci siamo illusi di vivere sani in un mondo malato e non ci siamo resi conto che ormai non ascoltavamo più il grido dei poveri. Eravamo diventati indifferenti alla sofferenza del nostro pianeta che ci chiedeva aiuto perché gravemente malato. Noi invece abbiamo continuato ad andare avanti a tutta velocità perché ci sentivamo forti e capaci. C’è chi va sempre di fretta e che non si ferma neanche di fronte ai richiami degli uomini che fuggono davanti alle guerre, alle donne che piangono perché non hanno il latte per sfamare i propri figli, ai bambini affamati di amore, i cui occhi grandi e persi nel vuoto ci chiedono un po' di attenzione. Non ci siamo indignati di fronte alle guerre e alle ingiustizie perché non siamo più capaci di commuoverci. Il pericolo è che, a poco a poco, diventiamo immuni alle tragedie degli altri perché le consideriamo qualcosa di naturale. Sono così tante le immagini terrificanti che ci raggiungono, che noi ormai vediamo il dolore ma non lo tocchiamo, sentiamo il pianto ma non lo consoliamo, percepiamo la sete ma non la saziamo e mentre le notizie cambiano, il dolore, la fame e la sete rimangono”.
Tuttavia, nonostante la povertà costituisca un tema difficile, scomodo e, per molti versi, spaventoso da trattare in quanto costringa a vedere ciò che si cerca in tutti i modi di ignorare, questo incontro non è stato solo “triste”, bensì ha portato speranza. Ha infatti risignificato la situazione di povertà come condizione momentanea in cui tutti possono trovarsi, riconsegnando ai “poveri” quella dignità umana troppo spesso calpestata e dando valore a quegli enti e associazioni di volontariato (come per esempio la Caritas) che, operando nel sociale, si fanno strumenti di salvezza per offrire una seconda possibilità a tutte quelle persone che si trovano in uno stato di indigenza e di fragilità, per “rimettersi in cammino” e riabilitarsi, in quanto tutti meritano questa opportunità.
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