Olbia - C'è anche la
Sardegna tra le zone che potrebbero finire sotto lo sciame "spaziale" causato dalla caduta del
Satellite Europeo Goce spedito in orbita nel 2009. Il satellite ha finito il carburante e ora sta "rientrando" sulla Terra.
Secondo le ultime comunicazioni dell'Agenzia Spaziale Italiana, la finestra di rientro è stata anticipata alle 22 di oggi per chiudersi alle 12 di lunedì 11 Novembre. Non si sa esattamente dove cadrà il satellite, ma L'Agenzia Spaziale Europea prevede che la maggior parte di Goce si disintegrerà nell'atmosfera: solo alcune parti potrebbero raggiungere il suolo. "Al momento, all’interno dell’arco temporale che va dalla sera di oggi alla tarda mattinata dell’11, non è ancora possibile escludere la remota possibilità che uno o più frammenti del satellite possano cadere sul nostro territorio - scrive la Protezione Civile sul suo sito istituzionale -
Le finestre di interesse per l’Italia sono, per ora, tre: dalle 8.26 alle 9.06 di domenica, 10 novembre, coinvolgendo potenzialmente il Centro-Nord (Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige, Emilia-Romagna, Toscana, Sardegna); dalle 19.44 alle 20.24 sempre di domenica interessando potenzialmente i territori di Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria e Sardegna; dalle 7.48 alle 8.28 di lunedì 11 novembre, periodo per il quale non sono ancora disponibili informazioni poiché sono ancora in corso le elaborazioni delle traiettorie possibili da parte di ASI". La Protezione Civile rilascerà periodicamente le previsini di rientro del satellite emanate dall'Asi in collaborazione con l'Esa. Dato che questi eventi sono relativamente rari, non esistono veri e proprio comportamenti di autotutela. In ogni caso bisogna tenere conto di queste informazioni: - è
poco probabile che i frammenti causino il crollo di strutture:
per questo sono da scegliere luoghi chiusi; - i frammenti impattando sui
tetti degli edifici potrebbero causare danni, perforando i tetti stessi e i solai sottostanti: pertanto, non disponendo di informazioni precise sulla vulnerabilità delle strutture, s
i può affermare che sono più sicuri i piani più bassi degli edifici; - all’interno degli edifici i posti strutturalmente più sicuri dove posizionarsi nel corso dell’eventuale impatto sono
i vani delle porte inserite nei muri portanti (quelli più spessi).