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Sardegna, inquinamento: microplastiche nel piatto di crostacei

Sardegna, inquinamento: microplastiche nel piatto di crostacei
Sardegna, inquinamento: microplastiche nel piatto di crostacei
Laura Scarpellini

Pubblicato il 12 November 2019 alle 19:07

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Olbia, 12 novembre 2019 - Da quanto emerge dalle ultime ricerche pare che annualmente vengano riversate nelle acque dei nostri mari, dalle 5 alle 13 milioni di tonnellate di plastica.

La forza degli elementi riesce a trasformare questa materia inquinante in minuscoli frammenti, ormai entrate nel linguaggio comune come microplastiche.

Purtroppo le piccole dimensioni della plastica ne favoriscono l'assunzione da parte degli organismi marini sia che popolino la superficie che le profondità abissali. Ed è il caso questo di gamberi e scampi che da consuetudine troviamo sulle nostre tavole.

Di recente un gruppo di docente e ricercatori del dipartimento di scienze della vita e ambiente dell'università di Cagliari, unitamente con quelli dell'università Politecnica delle Marche, hanno riscontrato la presenza di microplastiche in due specie di crostacei che sono stati prelevate in acque sarde. E' stata riscontrata un'impressionante contaminazione data da ben 413 particelle trovate nello scampo e 70 nel gambero.

Il polietilene che costituisce la maggior parte degli imballi e della plastica monouso, e il polipropilene comunemente utilizzato per i tappi delle bottiglie o le capsule del caffè sono risultati essere in grande quantità.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Environmental Pollution. Gli studiosi confermano che i dati sono alquanto allarmanti ed ora non resta che studiare se le plastiche possano entrare a far parte della catena alimentare marina, e quali effetti produrre una volta introdotte negli organismi umani.

E' come se la natura ci stesse inviando un avvertimento in cui ci mette in guardia che tutto quello che noi immettiamo nell'ambiente possa ritornarci anche in maniera subdola nei nostri piatti. Che sia un segno di avvertimento?