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Pubblicato il 15 October 2020 alle 18:00
Cagliari, 15 ottobre 2020 - Nella realtà sempre più globalizzata e competitiva in cui viviamo, investire in nuove tecnologie e in infrastrutture digitali rappresenta un fattore chiave per qualunque tipo di azienda, sia essa dedicata alla produzione di beni materiali o all’erogazione di servizi. Avere oggi a disposizione strumenti digitali, software e reti di comunicazione sempre più veloci e sicure significa disporre di mezzi essenziali per lo sviluppo di interi settori economici, sia a livello nazionale sia a livello locale.
La rivoluzione digitale ha introdotto grandi cambiamenti strutturali che hanno spesso trasformato la mentalità e il concreto modo di lavorare di molte aziende. Se, da un lato, ciò ha comportato la necessità di adattarsi rapidamente ai suddetti cambiamenti, non senza difficoltà e qualche resistenza, dall’altro lato ha introdotto opportunità di crescita che fino a pochi anni fa erano semplicemente inimmaginabili.
Un settore che più di altri ha risentito in senso positivo di questi cambiamenti è sicuramente quello dell’intrattenimento. Grazie a PC, smartphone, tablet, appe siti web sempre più “intelligenti” e facili da usare, infatti, oggi possiamo consumare in tempo realemusica, film, serie televisive, corsi di formazione, lezioni di yoga ed eventi sportivi dal vivo, oppure giocare online a giochi dacasinòe videogiochi. L’elenco potrebbe continuare a lungo, poiché la digitalizzazione è un fenomeno che ha investito tutti gli ambiti della società. Nel caso della Sardegna, e del Mezzogiorno d’Italia in generale, per esempio, sono chiari i benefici che la digitalizzazione ha apportato a un s-ettore strategico come quello delturismo.
Ma quante imprese digitali ci sono oggi in Sardegna? Secondo i dati dello studio “Le imprese digitali a metà 2020”, oggi sull’Isola sono attivequasi 3.000 aziendedi questo tipo. Dall’indagine, condotta dall’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna analizzando i dati di Unioncamere-Movimprese 2019-2020, è emerso, infatti, che nei primi sei mesi del 2020 erano attive sul territorio regionale ben 2.920 imprese digitali, pari all’1,7% del totale delle attività produttive (+2,4% rispetto al 2019).
Secondo questa radiografia del tessuto imprenditoriale digitale sardo, oltre la metà di queste aziende (1.578) si dedicano all’elaborazione di dati o alla creazione di siti web (54%), 818 si occupano di consulenza informatica o produzione di software (28%), 385 commercializzano i propri prodotti attraverso Internet (13,2%) e 139 svolgono attività legate alle telecomunicazioni (4,8%).
Per quanto riguarda la distribuzione territoriale, la maggior parte di esse risiedono nella vecchia provincia di Cagliari (1.623, con un aumento del +3,4% rispetto al 2019), 852 nella provincia di Sassari-Gallura (+0,2%), 276 in provincia di Nuoro (+3,8%) e 169 in provincia di Oristano (+1,2%). Altri due dati interessanti riguardano il fatturato dei servizi digitali e dell’occupazione nel settore, che nel primo semestre del 2020 sono aumentati, rispettivamente, del +0,5% e del +4,1% rispetto all’anno precedente. Dal dossier, infine, risulta che nella prima parte dell’anno, in Sardegna, il 20% delle piccole e piccolissime imprese ha introdotto il metodo di lavoro dello “smart working” e quasi un terzo (29,7%) ha ampliato l’uso dell’e-commerce come canale alternativo di vendita.
Parlando di e-commerce è interessante segnalare, infine, che, secondoun altro studio, elaborato sempre dall’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna, nel 2019 circa 382.000 sardi (vs. 285.000 del 2017) hanno fatto acquisti online, comprando prodotti e servizi per un valore complessivo di oltre 720 milioni di euro (con una spesa media annua di circa 1.900 euro a testa). I beni maggiormente acquistati sono stati: abiti, attrezzature sportive, articoli per la casa, vacanze e viaggi, libri, dispositivi elettronici, biglietti per spettacoli, film e musica.
La digitalizzazione, in Sardegna come nel resto del Pianeta, è un fenomeno irreversibile ed è sempre di più una necessità primaria per le imprese, soprattutto quelle più piccole e di recente creazione, per competere con successo nei propri mercati di riferimento.
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