Friday, 19 April 2024

Informazione dal 1999

Cronaca

Sardegna: arriva paziente covid, operatori di soccorso senza tute protettive

Sardegna: arriva paziente covid, operatori di soccorso senza tute protettive
Sardegna: arriva paziente covid, operatori di soccorso senza tute protettive
Patrizia Anziani

Pubblicato il 02 September 2020 alle 18:24

condividi articolo:

Olbia, 2 settembre 2020- Il video fa venire i brividi solo a guardarlo: un paziente con polmonite, positivo al virus Sars CoV e trasportato con barella di bio-contenimento, viene ripreso dalle telecamere mentre sbarca da un elicottero militare all'aeroporto di Cagliari. Ad attenderlo operatori di soccorso senza adeguati dispositivi di protezione: tute e caschetto.

Il volo proveniente da Olbia è operato per la prima volta con un elicottero HH-212 dell’Aeronautica Militare. Domenica scorsa il paziente, assistito costantemente da una equipe medica, è sbarcato a Cagliari con la speciale barella, isolata, fornita dal 118. La scena riprende i medici dotati di tuta protettiva, ad attenderli all'arrivo sotto l'elicottero, per effettuare il trasferimento all'ospedale Brotzu di Cagliari via superficie, alcuni operatori di soccorso con una semplice divisa di ordinanza, indossano le mascherine senza casco protettivo. Data la particolarità del caso e del paziente trasportato ci sembra un po' poco.

Ma non siamo noi a denunciare per primi questa grave carenza di dotazioni dpi a tutela degli operatori sanitari del soccorso in urgenza 118 in territorio sardo. Già lo scorso 10 agosto un gruppo di associazioni aveva denunciato alla stampa questa grave problematica "Questi operatori continuano a essere attivati dalle centrali operative 118 per soccorsi e trasporti sanitari di pazienti con sospetta o certificata affezione da virus Covid 19, nonostante le direttive nazionali e regionali stabiliscano in maniera inequivocabile che questi servizi devono essere sostenuti ed effettuati esclusivamente da operatori sanitari con adeguate protezioni e opportuna formazione". Così recitava il comunicato.

Una condizione che impedisce di lavorare in tranquillità, ma soprattutto di rientrare al proprio domicilio, avvicinare i propri familiari senza il timore di contagiare qualcuno.

Di fronte a un virus che dai mesi scorsi non sembra comunque arrestarsi, non si arresta neanche la paura: "Non vi è mai stata sufficiente assistenza o indicazioni sull'approvvigionamento dei dispositivi di protezione, né allora né oggi, le associazioni sono costrette a fare salti mortali per cercare di reperire anche la più piccola fornitura, pur di proteggere gli operatori" - così continuA la nota del 10 agosto.

"Mentre nelle altre regioni il volontariato ha lavorato di concerto con le istituzioni per essere coordinato e per dare un servizio ottimale con il massimo della protezione per gli operatori, qui in Sardegna le associazioni hanno combattuto da sole, senza mai fermarsi".

Ebbene è passato quasi un mese dall'accorato appello, ma nulla ancora è cambiato, oggi dai telefoni della redazione uno dei rappresentanti delle associazioni di volontari di soccorso in 118 della Gallura conferma che la situazione non è cambiata

"Siamo abbandonati. Fino ad oggi non ci hanno fatto nessun tampone per stabilire se magari anche tra di noi, che siamo i primi ad intervenire su qualsiasi evento, c'è qualche positivo asintomatico".

"L'altro problema riguarda i dispositivi di protezione individuale (dpi). Facciamo fatica a reperirli e i costi di quelli reperibili sono lievitati in modo esorbitante, nessuno ce li rimborsa. Per gli interventi sui pazienti covid non abbiamo ricevuto nessuna formazione per quanto riguarda la corretta vestizione e svestizione. Noi ci stiamo proteggendo da soli secondo le nostre procedure interne".

"Di fronte all'aumento dei casi covid nessuno riesce ancora a darci una direttiva e a fornirci i dispositivi di protezione individuale. Poi guardi il video del trasporto del paziente in elicottero, e vedi che qualcuno va ad operare in certe situazioni senza una tuta protettiva, senza un caschetto, che sarebbe anche questo un dpi in certi contesti. Purtroppo questo va a ledere il nostro operato, perchè queste immagini danno adito ad intepretazioni anche personali e non costruttive"

Il video del 27 agosto che qui vi mostriamo conferma i nostri timori, i ragazzi non indossano adeguati dpi, ovvero niente tute e a nulla vale sentire da qualcuno che il paziente viaggiava in una barella isolata, perché in un trasporto in ambulanza può succedere l'imprevisto, anche che il paziente vada in arresto cardiaco o che una macchina tamponi il mezzo di soccorso, dentro l'ambulanza viaggiano operatori, loro malgrado eroi, lavoratori che viaggiano "protetti" a modo loro.

Esercitazione personale AOU Sassari per caso di virus Ebola
L'sercitazione si è svolta il 26 ottobre 2019 nella struttura di Malattie infettive e ha visto le aziende Aou Sassari, Ats Sardegna e Areus impegnate nella simulazione del trasporto in barella di biocontenimento di un paziente colpito davirus Eboladal domicilio alla sala ad alto isolamento, presente al terzo piano di Malattie infettive.

Nelle casse della Regione Sardegna c'è un tesoretto di oltre 2 milioni e 800 mila euro.

Vogliamo rispondere a questa mobilitazione spontanea e positiva" aveva dichiarato lo scorso 18 marzo il presidente della Regione Sardegna Christian Solinas assicurando una procedura trasparente nella destinazione delle somme raccolte.

La Giunta regionale aveva deliberato l’istituzione di un capitolo apposito denominato “Entrate da donazioni COVID-19" col fine di finanziare le spese "di parte corrente e in conto capitale necessarie al sostegno delle attività per la prevenzione e il contenimento della diffusione nel territorio del COVID-19, nonché per il sostegno delle strutture e di tutto il personale impiegato nella gestione dell’emergenza" così recita il comunicato del presidente della Regione.

Ancora non è dato sapere di preciso come verranno spesi quei soldi che sono ora nel forziere della Regione donati per l'emergenza coronavirus in Sardegna.

Una cosa sembra certa, settembre è solo cominciato e gli ospedali sardi sono in già difficoltà. Non se la passano meglio tutti i volontari e il personale che operano nell'emergenza urgenza del 118. La stagione delle influenze è solo alle porte, il virus Sars CoV 2 in Sardegna ha già mietuto 135 vittime, non si può aspettare oltre.