Sunday, 07 September 2025

Informazione dal 1999

Bianca, Cronaca

Sant’Antonio di Gallura e la festa di San Giacomo, 111 anni tra fede e tradizione

Ecco il racconto di una dei “capi suprastanti”

Sant’Antonio di Gallura e la festa di San Giacomo, 111 anni tra fede e tradizione
Sant’Antonio di Gallura e la festa di San Giacomo, 111 anni tra fede e tradizione
Barbara Curreli

Pubblicato il 06 September 2025 alle 15:00

condividi articolo:

Sant'Antonio di Gallura. Ritorna la festa di San Giacomo e uno dei "capi suprastanti" di quest'anno racconta le origini di questa festa che unisce fede e tradizione da 111 anni. Due giorni di festa che uniscono la devozione a San Giacomo e la tradizione antica di offrire i pasti a chiunque voglia unirsi ai festeggiamenti. 

"La festa di San Giacomo, Santu Jacu, nel comune di Sant'Antonio di Gallura, a metà strada tra il territorio di Arzachena, Sant'Antonio di Gallura e Olbia, si svolgerà sabato 13 e domenica 14 Settembre, si tratta di una tradizione che si tramanda da ormai 111 anni". Vengono fatte tre feste, - spiega F.P. rapprentante della terza generazione di una delle famiglie organizzatrici - le feste si svolgono una nel mese di Maggio, una nel mese di Luglio e una a Settembre, ogni festa viene realizzata da famiglie diverse, le cosiddette "manati". Ogni "manata" è costituita da un gruppo di soci che di anno in anno sceglie li "capi suprastanti" che avranno il compito di organizzare la festa". 

"La tradizione orale tramanda che la chiesa sia nata in quel punto perché diversi abitanti del posto più di cent'anni fa hanno trovato consecutivamente per più giorni una piccola campanella, di quelle utilizzate proprio durante la messa, un evento definito miracoloso dagli abitanti, ma per cui non sono mai arrivate conferme "ufficiali". Gli abitanti - prosegue F.P. decisero di costruire lì la chiesa di San Giacomo e da lì nacque anche l'usanza dell'offrire il pranzo a tutti i partecipanti, come omaggio al Santo. I primi anni sicuramente i partecipanti erano pochi, le campagne non erano molto abitate in queste zone e si arrivava ad un massimo di 50 partecipanti. Con il trascorrere del tempo divenne consuetudine giungere anche dalle zone limitrofe, ma più lontane tipo Priatu".


"Dal pranzo si è passati alla festa vera e propria, tre famiglie divise in tante sottofamiglie organizzate per preparare la cosiddetta "suprastantia" che significa proprio offrire il pranzo, o la cena a chiunque voglia partecipare. Una delle cose più belle è stato vedere come questa tradizione sia stata recuperata anche da persone di fuori che hanno comprato casa qua e partecipano attivamente alla festa e anche all'organizzazione, soprattutto per la festa di settembre, ma arriva gente anche da San'Antonio e da Arzachena, si sente proprio la devozione e il desiderio di far parte di queste tradizioni".
 
Entrando nel vivo dei festeggiamenti F.P. Racconta: "la festa inizia il sabato sera con la celebrazione dei Vespri, a seguire la cena con pasta a base di sugo di carne e spezzatino, senza scordare formaggio e buon vino, il tutto offerto dal Comitato e si chiude con la serata di ballo liscio. La domenica, in tarda mattinata, si svolge la processione all'interno del parco dove il Santo viene portato appunto in processione, insieme alle "bandiere". A seguire la messa in onore del Santo. Si prosegue con il pranzo sempre offerto dal Comitato di soci, per il pranzo minestra e bollito di bovino, senza scordare formaggio e vino e per concludere la giornata, anche in questa seconda serata il ballo liscio". 

Oltre all'origine della festa non manca qualche altro cenno storico e geografico: "la piccola chiesetta con all'interno la rappresenzione della Statua di San Giacomo Apostolo, si trova all'interno di un parco comunale dove si trovano anche il cimitero e lu chjappittu. Da qualche anno, fa parte dell'itinerario del Cammino di Santu Jacu, uno dei 7 cammini riconosciuti dalla Regione Sardegna e dal Ministero del Turismo. Il cammino è diviso in diversi rami quello del Nord parte da Olbia e arriva a Porto Torres o viceversa. È possibile ritirare le credenziali anche al Museo di Sant’Antonio di Gallura, dove si trovano conservati anche i reperti recuperati durante li scavi nel "lu chjappittu", la vecchia chiesetta non più in uso".
 
F.P capo suprastante non vuol figurare in prima persona ma si mostra orgogliosa di questa sua prima volta: "faccio parte della terza generazione di organizzatori, perché prima mio nonno e poi mio padre hanno sempre partecipato alla realizzazione della festa e per me questa è la prima volta e sono molto contenta di proseguire questo percorso".