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Pubblicato il 15 August 2019 alle 12:02
Olbia, 15 agosto 2019 -Lo scorso 10 agosto, durante la magica notte di San Lorenzo si è svolta la premiazione delPremiu 'e poesia sarda "Posada" 2019. Un concorso di poesia in lingua sarda tra i più longevi della Sardegna. Trentotto anni di proficuo lavoro portato avanti dall’instancabile comitato organizzatore del premio con il patrocinio del Comune di Posada e della Regione Sardegna. Difesa e divulgazione della lingua sarda sono i principali obiettivi del comitato guidato da Ignazio Porcheddu che in questa edizione ha festeggiato col numero 38 uno speciale anniversario che lo lega a doppio filo alla manifestazione.
Infatti aveva 38 anni quando gli venne l’idea di organizzare “un premio figlio del comitato che l’ha fatto nascere, ma prima di tutto figlio dei poeti, della giuria, del paese di Posada e della Sardegna intera”e quest’anno ha brindato alla trentottesima edizione.
Nella cornice della piazzetta Belvedere, ai piedi della suggestiva fortezza medievale “Casteddu de sa Fae”, il castello della Fava, un folto gruppo di cultori della poesia in limba, ma anche di semplici appassionati e curiosi, si è riunito per assistere al consueto rito dell’acclamazione dei vincitori, lettura dei verbali della giuria, delle poesie e consegna finale dei premi.
Il premio di poesia sarda "Posada" è un evento culturale importante per tutta la comunità posadina. Roberto Tola, da 15 anni sindaco del paese, durante la serata di premiazione ha tenuto a precisare che il lavoro del comitato del premio non si ferma alla manifestazione, ma fin dalla sua prima edizione questo è stato fucina di idee, laboratori didattici, incontri per la tutela, valorizzazione e divulgazione della lingua sarda con il coinvolgimento delle nuove generazioni e delle scuole.
IlPremiu 'e poesia sarda "Posada" 2019 prevedeva una sezione “poesia rimata”, una sezione “poesia in verso sciolto” e un concorso di poesia riservato agli alunni delle scuole, primaria e media, del comune di Posada. Tutte le opere dovevano essere inedite, non dovevano superare 50 versi e non dovevano aver ricevuto premi a nessun concorso precedente.
In Gallura, nella sezione verso sciolto con “Vularìstia torra…” è stato premiato il professor Giuseppe Tirotto di Castelsardo, che è entrato così a pieno titolo nell’Albo d’oro del premio per la sesta volta. Quest’anno anche la città di Olbia può sentirsi orgogliosa dei suoi talenti poetici: due noti scrittori e poeti olbiesi, Vanna Sanciu e Andrea Columbano, hanno ricevuto due importanti riconoscimenti.
Rispettivamente nella sezione poesia in verso sciolto, menzione a "Sa ‘oghe de Babbu" di Vanna Sanciu e nella sezione poesia rimata menzione a "Fauli e viritài" di Andrea Columbano. Sempre in Gallura menzione a“Còri in subbuliu” del poeta Andrea Mutzeddu di Tempio Pausania.
Non è la prima volta che Vanna Sanciu e Andrea Columbano si incontrano durante i concorsi poetici. Entrambi cultori e studiosi della lingua sarda e della metrica poetica, da anni collezionano attestazioni di stima e riconoscimenti. Columbano, presidente dell’associazione poeti galluresi "Giacomo Murrighili" che ha dato vita al primo concorso di poesia sarda intitolata proprio al poeta gallurese scomparso (la premiazione è prevista il prossimo 26 ottobre a Porto San Paolo) in otto anni di produzione in prosa e versi ha già collezionato cinque primi premi e oltre 40 importanti riconoscimenti in numerosi concorsi dell’isola e della penisola presentando poesie e racconti in gallurese, lingua da lui prescelta al 99%.
Vanna Sanciu, del team di autori scelti della nostra rubrica culturale “OLBIAchefu”, dal 2014 scrive poesie e brevi racconti in italiano e in limba, variante logudorese.
Da allora Vanna, ha tradotto numerosi testi poetici scritti in italiano dal poeta musicista Dott. Francesco Burrai e ha partecipato ad alcuni concorsi letterari dell’isola riscuotendo importanti riconoscimenti tra i quali vogliamo ricordare la menzioneper la poesia “ Fogu ‘e dolore” al 37esimo Premiu 'e poesia sarda "Posada" e il quarto premio ex aequo alla 59esima edizione del “Premio Ozieri” di Letteratura Sardaper il racconto“Mariedda de sos montes e de su mare”.
La poesia "Sa ‘oghe de Babbu", menzionata nel corso della 38edizione edizione del Premio Poesia sarda "Posada" è una poesia carica di phatos, dedicata a una persona che Vanna ha conosciuto.
"Un paio d’anni fa, in occasione di un evento musicale, incontrai una cantante straniera che si esibiva accompagnata alla chitarra dal marito. Lei cantò alcuni brani nella sua lingua madre, alcuni in italiano, ma anche numerose melodie della tradizione sarda, con una buona pronuncia. Scoprii che era figlia di un sardo che in gioventù aveva avuto una relazione con sua madre. La storia finì prima che la bambina nascesse. Rimasi profondamente colpita da questa storia. Lei che non aveva mai conosciuto suo padre lo stava ritrovando attraverso i suoni, il canto e la lingua della nostra isola. Scrissi questi versi e glieli dedicai."
Vogliamo quindi proporla in un video della serata letta dalla stessa autrice e, per chi non conosce il sardo, anche con traduzione in italiano.
Sa ‘oghe de babbu
Sos ojos tuos, babbu,
los apo acatados
in una losa frita che-i su nie
sa die chi t’apo imbicadu
poi de tantu patire.
Ma sa ‘oghe,
comente fit sa ‘oghe tua,
babbu meu caru?
L’aia chérfida intèndere
ninnièndemi in su bàntzigu
cantèndemi a duru- duru
in sas dies iscurosas
ricas solu de làgrimas,
de pobertade e de asséntzia.
Oe sa ‘oghe tua, babbu,
est sa terra chi t’at pesadu
chi mi faeddat de te
cun nuscos de murta e de chessa,
est sa ‘oghe de su ‘entu e de su mare
cando abbojan in su mudìmine,
est sa ‘oghe de una limba
de sonos antigos
e melodias de incantu.
Beni acurtzu a mie, babbu,
in sas nues de sos disizos,
faghimus ballu tundu
cun sa zente nostra,
cantamus totu umpare
e pius nos amus a pèrdere.
****
La voce di mio padre
I tuoi occhi, padre,
li ho trovati
in una tomba fredda come la neve
quel giorno che ti ho incontrato
dopo tanta sofferenza.
Ma la voce,
com’era la tua voce,
padre mio caro?
L’avrei voluta ascoltare
mentre mi dondolavi in una culla
cantando una canzone per me
nelle giornate buie
ricche solo di lacrime,
di povertà e di assenza.
Oggi la tua voce, padre,
è la terra dove sei cresciuto
che mi parla di te
con profumi di mirto e di lentischio,
è la voce del vento e del mare
quando si danno appuntamento nell’ora del silenzio
è la voce di una lingua
dai suoni antichi
con melodie incantevoli.
Vieni vicino a me, padre,
nelle nuvole dei desideri,
facciamo un ballo tondo
con la nostra gente
cantiamo tutti in coro
e mai più ci perderemo.
Poesia e traduzione di Vanna Sanciu
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