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Redazione Olbia.it fermata dalla polizia in Consiglio Comunale, incredibile nuova censura

L'amministrazione ha usato la polizia locale per impedire alla nostra testata giornalistica di documentare il Consiglio Comunale della città

Redazione Olbia.it fermata dalla polizia in Consiglio Comunale, incredibile nuova censura
Redazione Olbia.it fermata dalla polizia in Consiglio Comunale, incredibile nuova censura
Angela Galiberti

Pubblicato il 18 March 2021 alle 06:00

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Olbia. Metti una mattinata in Consiglio Comunale: si parla del Puc, giornata importante per la Città. Metti un fotografo, la direttrice di un quotidiano e un'amministrazione che non perde occasione di usare impunemente dei “muscoli” nei confronti di una testata sgradita. Cosa è successo ieri mattina? Semplice, ma allo stesso tempo assurdo: a Olbia.it è stato impedito di documentare la massima assise olbiese. Non riprese video, non interviste o provocazioni di alcun tipo: semplici fotografie, ovvero i consiglieri comunali che discutono del piano urbanistico comunale nell'aula consiliare dei cittadini. Avevamo tutto il diritto di essere lì e invece ecco servita un'altra “censura”, del tutto gratuita e senza motivo. Mettetevi comodi, perché il racconto ha dell'incredibile: chi scrive – ovvero la direttrice del quotidiano – aveva appuntamento in aula consiliare con il suo staff poco prima delle 10. Mood della giornata assolutamente pacifico. Come redazione, seguiamo spesso il consiglio comunale in streaming: è comodo, veloce, chiaro. L'occasione però è molto importante, quindi la presenza fisica della testata era doverosa. Lo staff di Olbia.it, composto da due persone (tra cui il fotografo) è arrivato prima di chi scrive queste righe: pochi minuti in cui si è manifestata l'arroganza della politica amministrativa cittadina. Il nostro staff, inizialmente, si è seduto tra il pubblico: è in quel momento che Marco Balata, assessore della giunta e fedele braccio destro di Nizzi (almeno dal ballottaggio del 2016, prima acerrimo nemico), incontra lo “sguardo” dei nostri collaboratori, riconoscendone uno. Poco dopo, il nostro fotografo si è preparato per iniziare a lavorare e si è spostato verso i banchi della maggioranza, scattando alcune fotografie. L'assessore al Turismo si è così avvicinato al fotografo chiedendo cosa ci facesse lì: il nostro collaboratore si è identificato, dicendo che era in aula per Olbia.it. Balata, invece di tornare al proprio posto, si è diretto verso il Presidente del Consiglio, Giampiero Mura, che sedeva accanto al sindaco Nizzi. I due hanno parlato, Balata si è poi spostato: non è chiaro dove stesse andando, forse dal nostro fotografo o forse no, ma quando la sottoscritta è comparsa in aula ha fatto dietrofront ed è tornato a riferire qualcos'altro al presidente Mura, forse il mio arrivo. La sottoscritta era totalmente ignara di ciò che stava succedendo, ignara dei movimenti di Balata, ignara persino dei messaggi dello staff che nel frattempo erano arrivati: “ci stanno per buttare fuori”. Pochi minuti dopo ecco lo scandalo: un agente della Polizia Locale, visibilmente imbarazzato, ci ha accompagnato fuori dall'aula e ci ha detto che non potevamo documentare con foto o video ciò che avveniva il Consiglio. E' seguito qualche secondo di sconcerto, dopo di che la sottoscritta ha risposto con fermezza all'agente che in quanto stampa avevamo tutto il diritto di stare in aula e di fare il nostro lavoro, come è sempre stato per tutti i nostri colleghi. Ho aggiunto che non stavamo facendo riprese video, ma delle foto di repertorio; ho detto all'agente di riferire al presidente Mura che se c'era da firmare qualcosa o da mandare una Pec potevo farlo subito e che non avevo alcun problema a farlo. Noi eravamo là per lavorare. La discussione è andata avanti, sempre con educazione, lontano dagli occhi indiscreti dei consiglieri comunali. Ho fatto presente che non eravamo, peraltro, l'unica testata dentro l'aula che faceva le foto, che anche ci fossero stati divieti sarebbero valsi per tutti e non solo per alcuni. L'agente, imbarazzato dalla vergognosa situazione, ha avuto più interlocuzioni con Mura, sempre seduto accanto al Sindaco Nizzi. Poi, ecco una stranezza: abbiamo scoperto che un collega è stato fatto avvicinare al tavolo della Presidenza per firmare un'altra autorizzazione, peraltro non necessaria, mentre noi indicavamo proprio la sua presenza a sostegno delle nostre ragioni, sempre ribadendo che se c'era qualcosa da firmare anche noi l'avremmo firmato. A conclusione di tutto il tira e molla, ci "concedevano" di rimanere dentro l'aula ma senza poter documentare. Le foto? Dalla prossima volta.  Morale della favola? Ieri a conti fatti ci è stato impedito di lavorare, di documentare fotograficamente una discussione fondamentale per i cittadini. Il nostro staff è uscito dal palazzo comunale visibilmente shockato, mentre chi scrive è rimasta ad ascoltare la discussione sul Puc, chiaramente stranita. A una sospensione, una dipendente comunale si è avvicinata sottolineandomi ancora una volta che avrei dovuto parlare con il presidente Mura per chiedere l'autorizzazione per documentare ai nostri lettori la discussione in consiglio.  Signori e signore sappiate che la stampa gode di una tutela speciale non solo nella Costituzione, ma anche nel regolamento stesso del Consiglio Comunale. E' inconcepibile e vergognoso che una testata sia censurata, che venga "inibita" dalla Polizia e a discrezione dei vertici di maggioranza. Perché non siamo stati multati? Perché non ci è stato semplicemente detto di avvicinarci al tavolo della Presidenza per chiarire il tutto? Perché è stata fatta firmare un'autorizzazione non necessaria al nostro collega dopo le nostre rimostranze? Perché non troviamo traccia di una procedura formale codificata in merito né di divieti per le testate? Semplice, perché, anche qualora ci fossero delle procedure, il diritto di cronaca non viene limitato. Nessuna amministrazione pubblica, qualora non abbia istinti masochistici, impedisce a una testata di documentare una seduta pubblica del consiglio comunale: al massimo, chiede e spiega in modo chiaro la procedura da seguire. Siamo di fronte ad atti gravissimi e senza senso. Mettere i bastoni tra le ruote, impedire alle persone di lavorare, imbavagliare i giornalisti e i cittadini sono segni tangibili di qualcosa di profondamente sbagliato e che non funziona. Sta a noi tutti impedirglielo e far sì che non riaccada mai più. Ai posteri, anzi, agli elettori l'ardua sentenza. Il consiglio comunale della vergogna non si è limitato a questo episodio, ecco gli insulti del Sindaco Nizzi a Marco Piro in diretta: clicca qui.