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Pubblicato il 02 January 2019 alle 14:42
Olbia, 02 gennaio 2018 - La storia raccontata dalla Nuova Sardegna di oggi in edicola è una di quelle storie dure e terribili che mai si vorrebbero sentire: perché dietro i colpi, le urla e la rissa, si nasconderebbe uno dei più grandi demoni della società odierna, vale a dire la ludopatia. Dramma diffusissimo a Olbia, dove le sale slot e le macchinette sono praticamente ovunque a tentare con la sensualità dei soldi (apparentemente) facili. Gli effetti sono noti: famiglie in ginocchio, rapporti personali gravemente compromessi.
Tutto è avvenuto il 31 dicembre, in Corso Vittorio Veneto, in uno dei ristoranti cinesi più apprezzati in città: il Caidong.È l'ora di pranzo, il locale è pieno di clienti che gustano i piatti tipici della tradizione orientale quando, ad un certo punto, l'atmosfera rilassata viene interrotta da una discussione a voce alta. A litigare sono i proprietari del locale, marito e moglie: il tono si alza e lei viene colpita da un colpo. Interviene il figlio, che difende la madre: la rissa è furibonda e i clienti, spaventatissimi, scappano a gambe levate dal locale senza capire gran che, perché tutto avviene nella lingua madre dei protagonisti.
Alla fine, è la donna a chiedere ai clienti di chiamare la Polizia di Stato e a spiegare quanto accaduto: all'origine del litigio finito a botte vi sarebbe la dipendenza da gioco dell'uomo che, anche quella mattina, avrebbe chiesto soldi alla moglie e socia in affari. Al rifiuto della donna è scattato il parapiglia.
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