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Olbia: i rifiuti ricoprono la memoria dei sepolti a Cabu Abbas

La chiesetta campestre di Nostra Signora di Cabu Abbas è uno dei simboli della città

Olbia: i rifiuti ricoprono la memoria dei sepolti a Cabu Abbas
Olbia: i rifiuti ricoprono la memoria dei sepolti a Cabu Abbas
Patrizia Anziani

Pubblicato il 24 September 2021 alle 18:14

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Olbia. Durante il mese mariano di maggio è meta di pellegrini che partendo in piccoli gruppi dalla periferia settentrionale la raggiungono a piedi, recitando corone del Rosario. Olbia non ha un santuario ufficiale dove si va a chiedere le grazie, ma la chiesina campestre di Nostra Signora di Cabu Abbas è senza dubbio il luogo di culto extraurbano più amato dagli olbiesi. Nel Seicento sorgevano nei pressi un “cimitorio ed assai case disfate”: di queste non restano più tracce, mentre il primo sorge sempre a qualche decina di metri. I muri perimetrali in pietra e fango sono pericolanti, ed una vistosa breccia consente l’ingresso a chiunque da questo lato. Non per depositarvi fiori, tuttavia, ma bottiglie di birra vuote, mondezza, schifezze di ogni genere. 
Neri pressi del piccolo cimitero sta una Croce gloriosa in metallo, eretta nel settembre 1998 per iniziativa di una privata cittadina. La ruggine la corrode, la vegetazione ne invade la base, ma, quel che è peggio, rifiuti di ogni genere - tra cui un fornetto, buste, bottiglie e piatti di plastica - la contornano da mesi. Il luogo resta frequentatissimo, da curiosi, turisti, residenti, fedeli e amanti delle camminate. Bisognerà attendere le solite campagne di pulizia svolte da volontari per vedere ripulito questo luogo così caro agli olbiesi? Intanto la stagione turistica è praticamente finita, e la nostra bella figura l’abbiamo fatta.