Friday, 13 June 2025
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Pubblicato il 11 June 2025 alle 16:05
Olbia. Un parcheggio ridotto a discarica a cielo aperto accoglie i visitatori del Pozzo Sacro di Sa Testa, uno dei siti archeologici più importanti della Sardegna nuragica. Dove fino a poco tempo fa esisteva una struttura coperta per sei posti auto, oggi restano solo detriti e incuria. Un biglietto da visita indecoroso per un tesoro archeologico della città di Olbia.
Le immagini che documentano lo stato attuale dell'area parlano chiaro: l'abbandono ha preso il sopravvento su quello che dovrebbe essere l'accesso a un patrimonio UNESCO. I turisti che seguono le indicazioni dalla rotonda "Pozzo Sacro" e percorrono via Camerun si trovano davanti a questo spettacolo desolante ancora prima di incamminarsi a piedi lungo il vialetto in pietra per poter ammirare il cortile ellissoidale, la scala di diciassette gradini e la camera circolare con la sua suggestiva tholos alta cinque metri.
Una speranza di cambiamento potrebbe arrivare dalla recente approvazione della deliberazione n. 3504 del 28 maggio 2025 del Dirigente del Settore Promozione della Cultura, dello Sport, del Turismo e dell'Istruzione. Il documento prevede l'affidamento in house providing alla società partecipata ASPO S.p.A. per la gestione del Museo Archeologico, già affidataria della Necropoli di San Simplicio, una scelta che secondo l'amministrazione comunale "appare più coerente e funzionale alle esigenze del Comune, sia per l'aspetto gestionale che per quello economico".
Sebbene la deliberazione al momento non includa esplicitamente le aree archeologiche fuori città come il Pozzo Sacro di Sa Testa, o il castello di Pedres, la nuova impostazione gestionale potrebbe aprire scenari interessanti anche per i siti extraurbani. ASPO S.p.A. per il momento gestirà in modo integrato i servizi museali principali e accessori del centro città, dalla biglietteria al bookshop, dalla sala convegni alla caffetteria del Museo Archeologico. Un modello che, se esteso, potrebbe trasformare radicalmente anche l'esperienza di visita ai siti archeologici del territorio.
Particolarmente significativo è il fatto che ASPO S.p.A. risulta già affidataria dell'Ufficio Informazioni Turistiche del Comune di Olbia. Questa sovrapposizione di competenze rappresenta secondo l'amministrazione "un ulteriore elemento di valore", capace di "attivare sinergie virtuose tra la gestione operativa del Museo e le attività di promozione turistica e culturale del territorio".
Se questo modello gestionale dovesse in futuro estendersi anche ai siti archeologici extraurbani gli effetti positivi potrebbero essere significativi: maggiore efficacia comunicativa, crescita dell'attrattività turistica e un migliore coordinamento dell'offerta culturale territoriale. Una prospettiva che potrebbe finalmente restituire a tutti i tesori archeologici del territorio la dignità che meritano.
Il monumento, scavato nel 1938 e restaurato nel 1969, ha attraversato tremila anni di storia mantenendo intatto il suo fascino. Ha visto passare la civiltà nuragica, quella romana e generazioni di studiosi che hanno portato alla luce tesori e nuove informazioni. Ora tocca alla gestione moderna dimostrare di essere all'altezza di questo patrimonio straordinario.
Il tempo delle promesse è finito: i visitatori, i cittadini e soprattutto la storia stessa aspettano fatti concreti. Il Pozzo Sacro di Sa Testa non può più permettersi di essere un gioiello nascosto dietro il degrado di un parcheggio abbandonato. L'auspicio è che il nuovo modello gestionale, una volta consolidato in città, possa estendersi anche ai siti extraurbani, restituendo a tutto il patrimonio archeologico del territorio la cura e l'attenzione che merita.
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