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Pubblicato il 04 October 2015 alle 16:54
Olbia, 04 Ottobre 2015 - Via Belgio e via Portogallo sono state il simbolo dell'alluvione del 2013: è nel canale tra queste due stradine che Patrizia Corona e sua figlia Morgana sono morte all'interno della loro auto quando l'onda di piena si è abbattuta sulla città. Ed è in questo luogo che, nel raggio di pochi metri, si concentrano alcune delle opere improprie che non facilitano il deflusso delle acque a mare e che, anzi, aumentano l'effetto esondazione.
La prima di queste opere, che anche durante questa seconda alluvione ha fatto quasi da diga, è il ponte della ferrovia che passa sul Seligheddu. L'effetto negativo di questa opera sul Siligheddu è tale che l'acqua, non riuscendo a defluire, torna indietro e inonda zona Baratta e la scuola superiore Ipia.
La seconda opera incongrua è la bretella che, staccandosi dal cavalcaferrovia sul Gadduresu, punta i suoi piloni nel letto sempre del Rio Siligheddu, riducendo ulteriormente la capacità di deflusso del fiume.
La terza opera dubbia è proprio nel canale che costò la vita a Patrizia Corona e alla sua figlioletta: un ponticello, con una luce ridottissima alla sua base e un giardino semi-abbandonato sopra. Questa volta gli abitanti di via Belgio e via Portogallo sono stati fortunati: in molte case i danni sono ridotti al lumicino, ma ci si interroga sull'effettiva utilità di questo ponte, soprattutto con una campata così ridotta. Il canale in questione, infatti, raccoglie principalmente acqua di mare e solo grazie alla bassa marea gli abitanti della zona hanno potuto "tirare un sospiro di sollievo". Perciò in molti, nel quartiere, chiedono che questo ponte sia rivisto o eliminato.
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