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Olbia, giovane aggredita in centro: "nessuno è intervenuto nonostante le mie urla"

La testimonianza

Olbia, giovane aggredita in centro:
Olbia, giovane aggredita in centro:
Giada Muresu

Pubblicato il 21 December 2023 alle 14:10

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Olbia. Doveva essere una normale cena tra allenatrice e allievi prima delle vacanze natalizie quando, durante il percorso dalla macchina al locale scelto per la serata, una 29enne olbiese è stata aggredita in pieno centro ad Olbia. Il fatto è avvenuto - come racconta a Olbia.it la stessa protagonista - "in via Torino. Dopo aver parcheggiato l'auto in via Mameli mi sono diretta in via Torino per la destinazione finale che doveva essere la vicina via Pisa. Mentre camminavo ero al telefono con un mio amico, ho avuto l'impressione di essere seguita, mi sono voltata guardando dietro di me e in quel momento è arrivato un uomo, molto più grosso, mi ha presa dai capelli con l'intento di portarmi via la borsa".

Prosegue il terribile racconto: "mi ha buttata a terra, trascinata, ma io con tutte le forze ho urlato in cerca di aiuto, tenendo stretta la mia borsa. Lui dopo poco è andato via, io mi sono alzata e ho corso più veloce che potevo per allontanarmi da quel luogo nella speranza di incontrare le persone che dovevo vedere alla cena".

C'era qualcuno in zona durante l'aggressione? "In realtà sì, due persone che sono uscite da un locale, ma nessuno è intervenuto. Dopo la mia corsa verso via Pisa sono stati allertati i carabinieri e il 118, questi ultimi giunti sul posto mi hanno curata. Oltre allo spavento ho delle escoriazioni. Ci tengo che la mia storia diventi pubblica perchè questi fatti non devono più accadere. Io sono stata fortunata, ma poteva andare peggio, al mio posto poteva esserci una persona anziana oppure una giovane e non oso immaginare il finale".

Una storia terribile che si aggiunge alla lunga lista di episodi già noti alle forze dell'ordine, all'amministrazione e ai cittadini. La giovane ha denunciato l'accaduto ai carabinieri che ora stanno cercando di identificare il responsabile. 

Di seguito l'episodio raccontato sui social dalla protagonista: "Non c è molto da dire, sono ancora molto scossa ma penso che sia giusto che la mia voce arrivi a tutti. La realtà della mia città, Olbia, sta mutando velocemente, e oggi giorno una donna non può più sentirsi libera di andare a una cena a piedi in centro senza subire delle conseguenze. Ieri mentre raggiungevo un ristorante del centro, luogo dove avrei dovuto cenare con il mio gruppo di allievi, in un orario normalissimo, sono stata aggredita da un uomo, il suo intento era quello di scipparmi. E' arrivato di corsa alle mie spalle, il mio istinto mi ha fatta girare un attimo prima che mi afferrasse dai capelli per poi sbattermi sull’asfalto, ha afferrato la tracolla della mia borsetta e mi ha trascinata nel tentativo di portarmela via. La mia caparbietà non mi ha abbandonata in quel terribile momento e tra le grida e la mia resistenza nel non voler essere derubata. L'uomo mi ha lasciata ed è fuggito".

"Sono stati attimi intensi, carichi di adrenalina e voglia di combattere. Con quel poco di lucidità che mi restava, mi sono alzata in piedi e ho iniziato a correre con il poco fiato che mi restava, volevo andare il più lontano possibile dal luogo dell’aggressione. Chi ha assistito non è intervenuto, e ora, a mente fredda penso, perché ci sono queste realtà in una città come Olbia, perché nessuno ha preso le difese di una persona che subiva un aggressione? Dove è la sicurezza che ogni donna, uomo o bambino dovrebbe avere? La via in qui è avvenuto il fatto, nonostante si trovi in centro, é già ben nota per altri di questi fatti, fatti di cui io ero completamente allo scuro. Perché una donna deve sempre avere l’ansia di uscire, di camminare da sola per la strada, di doversi tenere stretta una borsetta o un telefono? i principali soggetti di scippo sono proprio le donne in quanto considerate più fragili. Se fosse capitato ad una donna anziana o a una ragazzina come sarebbe andata a finire? Vogliamo porre rimedio a tutto questo degrado prima che avvenga qualcosa di molto più grave?! Questa non è più la mia città. Non mi sento protetta", conclude il racconto.